8 e 9 giugno: una speranza per non morire populisti

8 e 9 giugno: una speranza per non morire populisti

E se in Europa e negli Sati Uniti dovessero prevale le destre estreme?

Un tempo, di fronte alle nostre miserabili vicende politiche, si poteva dare un’occhiata oltre Chiasso e sperare nella Gran Bretagna liberale e nell’America dei diritti, paesi seri e affidabili che fungevano da città illuminata sulla collina per indicare a noi disperate vittime degli opposti estremismi una strada sicura verso la libertà e lo stato di diritto (...) Anche gli intellettuali della destra più presentabile fanno venire l'orticaria, perché sembrano persone normali ma poi pensano che in fondo Trump non è così male, e si struggono per il presidente argentino Javier Milei, un saltimbanco pettinato dalla mano invisibile di Adam Smith, dotato di motosega con cui tagliare il settore pubblico, ma comunque ammiratore di Trump e nostalgico delle giunte militari sudamericane (cari amici liberisti, infatuati dalla furia antistatalista di Milei, a me pare di ricordare che il campione del liberalismo fosse la Thatcher delle Falklands non il generale Galtieri delle Malvinas, o no?) (...) L'8 e il 9 giugno chi non vuole morire populista avrà poche chance di farcela, ma questo non vuol dire che bisogna sprecare il voto e rinunciare a provare a portare qualche deputato sano di mente a Bruxelles, a sostegno del gruppo Renew Europe di Macron, ma anche dei socialisti meno sciocchi di quelli nostrani. È un petit programme, quindi si può fare. Il commento di Christian Rocca su LInliesta.

Newsletter

. . . .