La fortezza contro le democrature illiberali

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Le prossime elezioni europee sono uno spartiacque tra destini opposti

Mai le elezioni europee sono state così importanti come queste dell’8 e 9 giugno 2024. Mai i cittadini europei hanno votato con una guerra in corso ai confini orientali, una guerra scatenata da un nemico dichiarato della democrazia liberale, dei diritti umani e civili, della civiltà occidentale e delle politiche di salvaguardia del pianeta di cui le istituzioni europee sono garanti (...) Viviamo tempi impazziti, in cui tra guerre, pandemie, pogrom antiebraico e cialtroni al potere il peggio può sempre accadere e spesso in effetti accade. Sono saltate le protezioni democratiche e razionali, a cominciare da quelle americane, e da elettori dell'8 e 9 giugno dovremo smettere di chiederci che cosa può fare l'Europa per noi, e cominciare a chiederci che cosa possiamo fare noi per la nostra Europa. Altrimenti sarà l'imperialismo russo, e poi magari quello cinese, a colmare quel vuoto e a decidere che cosa vorrà fare per noi. Il comment di Christian Rocca su Linkiesta.

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Le elezioni europee e la risposta giusta alla guerra ibrida di Putin

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La Russia di Putin si esercita da anni nel creare disinformazione

La polizia tedesca ha arrestato due cittadini russi accusati di pianificare per conto dei servizi segreti di Mosca un attacco esplosivo ai siti industriali e militari di Bayreuth, nel sud est della Germania, in modo da interrompere il flusso di aiuti bellici all’Ucraina. Il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, ha detto che non consentirà a Putin di «portare il terrore in Germania» (...) Il progetto del Cremlino svelato dal Post è la codificazione della guerra ibrida contro il mondo libero. I pilastri della strategia sono la sottomissione dell'Ucraina a colpi di missili, droni e artiglieria, l'indebolimento degli avversari occidentali con la diffusione di menzogne di ogni tipo e lo sfruttamento della guerra in corso per creare un nuovo ordine mondiale senza il dominio statunitense (...) Un'occasione formidabile per spiegare che cosa sta succedendo, e per parare altre bordate propagandistiche Made in Russia, è il voto europeo dell'8 e 9 giugno. I partiti e liste europeiste sono le più attrezzate a guidare questo dibattito, anche se i nomi di alcuni candidati di spicco del Pd sono imbarazzanti, almeno fuori dalla circoscrizione della Kamchatka o dal collegio dei talk show televisivi. Il commento di Christian Rocca su Linkiesta.

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La sventura dell’elettore antipopulista alle Europee

Grande confusione nel centro moderato della politica italica

La strada per la nascita di un soggetto politico nuovo e forte a quel punto sembrava spianata, in particolare quando il Partito democratico ha deciso di abbandonare il passo riformista eleggendo come segretaria Elly Schlein, una giovane e vibrante donna non appartenente al Pd, una dirigente politica che addirittura avrebbe voluto occupare il Pd, cosa che poi effettivamente ha fatto anche grazie agli elettori dei Cinquestelle invitati a votare per lei alle primarie di un partito altrui (...) Che cosa dovrà fare, dunque, un elettore contrario al bipopulismo perfetto italiano il 9 giugno prossimo venturo? Una strada è quella di scegliere comunque Renzi o Calenda, chi dei due lo convince di più o che lo ha fatto imbestialire di meno, ma incrociando le dita e mettendo in conto la possibilità di sprecare il voto (...) Un'altra strada è quella di dimostrare rumorosamente la disaffezione e la stanchezza per le liti adolescenziali e farsi prendere dalla tentazione di scegliere dentro il Pd, l'unico partito costituzionale degli ultimi vent'anni, quei candidati liberal occidentali come Giorgio Gori, Irene Tinagli, Pierfrancesco Maran al Nord e Pina Picierno al Sud. Il commento di Christian Rocca su Linkiesta

 

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