La riforma dei trattati che Bruxelles non può più rimandare

La riforma dei trattati che Bruxelles non può più rimandare

L'Unione Europea cambia (era ora)

Con un disordine mondiale che al momento appare irrisolvibile e sempre più preoccupante per le guerre in corso, che sembrano allargarsi senza trovare neppure periodi limitati di tregua, è possibile chiedersi quale sarà il futuro dell'Unioe Europea? (...) L'elenco delle proteste verso Bruxelles, quelle passate e quelle future che si possono immaginare, appare lunghissimo e crea l'incertezza e la diffidenza che caratterizza l'opinione pubblica dei Paesi aderenti all'UE, non di quella europea, che Lucio Caracciolo seccamente smentisce: "L'opinione pubblica europea non esiste, esistono ventisette opinioni pubbliche" (...) Il Trattato di Maastricht del 1992 non basta più a realizzare uno Stato che avesse un ruolo autonomo dalle grandi potenze. Un Pil complessivo di oltre 18mila miliardi deve poi essere sorretto da una politica estera comune, da una difesa comune, da una politica economica che sappia coniugare l'interesse generale alle realtà particolari, così come si doveva pensare non solo all'unità monetaria, ma a un politica fiscale omogenea e soprattutto alla lotta alle diseguaglianze all'interno di ogni Stato e tra Stato e Stato. ll commento di Gianluigi Da Rold su Il Sussidiario.

Newsletter

. . . .