L’avvocato e il magistrato del populismo (Problema del Pd)

L’avvocato e il magistrato del populismo (Problema del Pd)

Il grande pasticcio pugliese!

Ma che cosa significa uscire dalla giunta Emiliano proponendosi di scrivere con Emiliano un patto per la moralità? È la rappresentazione più clamorosa dell’ambiguità di Giuseppe Conte che, sull’onda emotiva del susseguirsi di inchieste che massacrano il Partito democratico pugliese, ha scelto di uscire dalla giunta Emiliano ma senza rompere politicamente con lui: perché questo non può farlo, essendo della stessa pasta, condividendo con il governatore della Puglia la medesima pratica paternalista e tendente all’opacità. Michele e Giuseppe non sono due facce della stessa medaglia, sono la stessa faccia, l’incarnazione di un certo trasformismo che da secoli alligna in alcune, o parecchie, zone del Sud e di un populismo in maniche di camicia o con la pochette, un po’ descamisado un po’ azzimato (...) La sceneggiata pugliese si inserisce dunque nella più generale operazione di conquista della leadership di un centrosinistra che con l'avvocato sarebbe lontano parente della Sinistra storica di Agostino Depretis, il trasformista di Stradella, ma mille volte più ambiguo, con un Pd del tutto afono mentre lui, il trasformista di Volturara Appula, ne combina di tutti i colori predicando moralità. Ecco perché, come si dice al Nazareno, questo per il Pd «è il momento più complicato». Mentre l'avvocato infierisce. Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

Newsletter

. . . .