La Canestra del Caravaggio: una rivoluzione artistica

La Canestra del Caravaggio: una rivoluzione artistica

Segreti ed enigmi della natura morta, a partire dal capolavoro di Michelangelo Merisi. Caravaggio con la “Canestra di frutta, dipinta quando aveva solo ventitre anni, reinventa la realtà e le attribuisce un significato autonomo. Non solo la pittura di Storia con protagonisti gli uomini possiede dignità. Fiori, frutti ed animali  che, prima del pittore milanese, avevano valore puramente decorativo, ora diventano i “personaggi” di una narrazione dove ognuno di essi è latore di un messaggio. Il Cardinal Federico Borromeo, cugino di San Carlo, aveva posizionato il dipinto all’interno una collezione formata da Santi e Madonne. Viene spontaneo chiedersi come mai un uomo di Chiesa si fosse appassionato ad un semplice cesto di frutta. Il realismo con cui Caravaggio lo aveva dipinto, al pari dei suoi quadri di figura, non è sufficiente a spiegarne la fortuna.  Merisi viveva in un’epoca in cui il Concilio di Trento  condizionava la visione del mondo e la canestra diventava uno strumento, secondo gli insegnamenti della Chiesa Cattolica, per facilitare la comprensione del Divino. Dentro il quadro osserviamo un limone, simbolo di salvezza, appena staccato dall’albero e, appena dietro ad esso, quattro fichi. Il fico ha tanti significati nella religione cristiana. Adamo ed Eva dopo il peccato originale si coprono con una foglia di fico: l’albero del Bene e del Male. Giuda, si pensava nel Medioevo, si fosse impiccato ad un ramo di fico. Questo frutto allude al senso di colpa. Lì accanto anche una mela, simbolo della tentazione. La troviamo attraversata da un verme che la sta mangiando. Una mela bacata che diventa così memento mori. E ancora l’uva con i rimandi al vangelo di Giovanni dove Gesù dice “Io sono la vite, voi i tralci” e  la pesca che nelle  tre parti di cui è formata ricorda la Trinità. La Luce che illumina a sinistra rende rigogliose le foglie,  mentre a destra l’ombra le marcisce. Essa sembra indicare il passaggio dalla vita alla morte e viceversa, attraverso Luce. La Divina Provvidenza. La mela e l’uva di questa composizione sono anche note perché sono state stampate fra il 1994 e il 1998 sulle banconote da centomila lire.  Il successo del quadro ai tempi di Caravaggio fu immediato. Lo spirito creativo dell’artista fu portavoce di una rivoluzione che si realizzò nelle generazioni successive. Scopriremo in mostra alcuni pittori che diventarono veri e propri specialisti del genere ed estremamente ricercati dai collezionisti più attenti. Jan Brueghel Il Giovane, Orsola Maddalena Caccia e Octavianus Monfort sono solo alcuni dei nomi degli artisti che condussero una ricerca quasi esclusivamente dedicata alla Natura Morta. Una selezione di quadri provenienti da musei pubblici e da prestigiose collezioni private illustrano l’evoluzione del genere e permettono di comprendere i significati celati negli elementi dipinti. “La Canestra di Caravaggio. Segreti ed enigmi della Natura Morta” è la straordinaria mostra a cura dello storico dell’arte Costantino D’Orazio che, a partire dal 25 novembre 2023 fino al 7 aprile 2024, sarà visitabile a Palazzo Mazzetti di Asti.

L’esposizione, con il contributo concesso dalla Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della Cultura, è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti,  dalla Regione Piemonte e dal Comune di Asti. Ha il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, è in collaborazione con Arthemisia e ha  il patrocinio della Provincia di Asti.

Il catalogo è edito da Skira.

Patrizia Lazzarin, 25 novembre 2023

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