Paradiso, dalle tenebre alla luce

Paradiso, dalle tenebre alla luce

Paradiso, dalle tenebre alla luce, lo spettacolo di Simone Cristicchi, da lui scritto in collaborazione con Manfredi Rutelli, ispirato alla Divina Commedia di Dante e andato in scena ieri sera  al Teatro Comunale Città di Vicenza, ci ha avvicinato alle stelle e ai cieli immensi disegnati di giorno, qua e la da qualche nuvola imprevista, ma in particolare ha messo in luce il sentimento di infinito che appartiene a ognuno di noi. L’omaggio al grande poeta vissuto tra la fine  del Duecento e l’inizio del Trecento si è dipanato come il filo di una matassa, in un canto al desiderio di ogni uomo, donna e, soprattutto bambino, di avere una vita felice  sulla terra e se, questo non è accaduto per ragioni a noi inspiegabili, ancora di più forse  sembra diventare diritto  in un altro mondo possibile. Ed ecco quindi che il Paradiso che lo scrittore e cantante Cristicchi ci fa letteralmente immaginare  è uno spazio dove ci sono bambini che volano sugli aeroplani, grandi spazi per gli immigrati che sono annegati nei mari in cerca di una speranza di vita migliore e le persone che hanno lavorato, ma non hanno vissuto pensando solo a se stesse. E ancora molti altri  … Un paradiso che sembra il luogo dei desideri, di quello che ognuno ama più fare … Quante volte abbiamo sentito, nella notte di San Lorenzo,  con gli occhi puntati al cielo la domanda, intima o palese, di esprimere un desiderio e, si è creata  una traiettoria preferenziale che ha unito la materia di cui siamo formati a quella delle stelle che brillano sopra di noi. Siamo stati quasi proiettati su una navicella spaziale e quello che sembrava così lontano in un breve viaggio è diventato assai vicino, quasi nostro. Un altro viaggio, quello del Divin Poeta è il filo conduttore del lavoro teatrale di Cristicchi, di cui egli si avvale anche come canovaccio per intessere da un lato la sua ricerca sulle grandi verità e dall’altro le sue scoperte sul mistero della nostra esistenza. Paradiso terrestre e celeste si accostano, diventano vicini per l’autore che suggerisce  come soluzione il senso di responsabilità che ognuno di noi dovrebbe tenere nella cura di noi stessi, dell’altro e della casa comune che ci ospita: il mondo. Un percorso di pensiero che inizia lontano, dagli studi di  pensatori dell’antichità come Platone e Aristotele e prosegue sino a uno dei più grandi mistici contemporanei Willigis Jäger. Brevi frasi, saperi concentrati e parole che hanno aspirato a cercare il senso del mondo, il senso di noi. Perché qualche volta è veramente difficile capire, o ancora di più spiegare il dolore. Ci sono sofferenze e traumi di cui nessun teologo, suggerisce Cristicchi, potrebbe consegnarci il significato profondo. Maria Sole è stata una bambina di solo otto anni uccisa dalla malattia. Egli ha partecipato a un concerto per raccogliere fondi per la Fondazione Meyer a sostegno del progetto di ricerca in ricordo di Maria Sole. Quel giorno a Cava Roselle, in provincia di Grosseto, mentre ovunque pioveva a dirotto, come dentro a una bolla, era sereno. Il concerto incerto fino alla fine per l’evenienza mal tempo ebbe luogo. Quasi un miracolo, ma la cosa più struggente fu quando egli tornando dall’esibizione vide sul ciglio della strada un palloncino bianco, uno di quelli che avevano volato nel cielo al suo concerto per ricordare Maria Sole. L’ultimo rimasto  oscillava avanti e indietro, tra cielo e terra, assomigliava a una mano di bambina che salutava. Un saluto che egli ha sentito come provenire da Maria Sole. Un’emozione di vita, qualcuno  o qualcosa che è altrove, un caso …, ma forse nulla accade per caso in un disegno di un demiurgo che non possiamo conoscere. E Dante arrivato all’Empireo, alla fine del suo lungo viaggio  fra Inferno, Purgatorio e Paradiso, simbolo anche del superamento della superbia intellettuale, riesce a  vedere nella luce degli angeli, i corpi e le anime dei beati, e forse anche se stesso. Un percorso di conoscenza che si è svolto settecento anni fa e che rimane sempre di pregnante attualità. Segue  spontanea una riflessione.  La tecnologia in questi secoli ha prodotto cose e fatti  neppure immaginabili al tempo di Dante, ma ha lasciato irrisolte le questioni fondamentali dell’esistenza umana su cui ancora  ci interroghiamo.

 Patrizia Lazzarin, 29 aprile 2023

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