Un vaccino contro chi vuole indebolire l'Unione Europea

Un vaccino contro chi vuole indebolire l'Unione Europea

“Un vaccino contro chi vuole indebolire la democrazia in Europa” è una stringa di parole di sicuro effetto per festeggiare la firma della dichiarazione congiunta sulla Conferenza sul futuro dell’Europa siglata oggi 10 marzo dal presidente del Parlamento David Sassoli, dal Primo ministro Antonio Costa per il Consiglio e dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen.  E’ il discorso di apertura al briefing per la stampa di Antonio Tajani, presidente della Commissione affari istituzionali del Parlamento europeo, che si è svolto oggi in tarda mattinata. Il significato e l’obiettivo è una maggiore partecipazione dei cittadini d’Europa, come anche l’eurobarometro ha evidenziato. Il novantadue per cento degli intervistati chiede che si tenga in maggior considerazione l’opinione dei cittadini nelle scelte legislative. La conferenza mira quindi a costruire le basi per una reale democrazia. Al briefing hanno partecipato gli europarlamentari: Brando Benifei ( PD-S&D), Nicola Danti  (IV Renew), Marco Zanni (Lega–ID), Eleonora Evi (Verdi), Carlo Fidanza (FdI-ECR), Tiziana Beghin (M5S) e il vice presidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo.

Brando Benifei ha messo in risalto come l’Unione sia rimasta indietro: “è necessario darle più poteri per permetterle di agire in una dimensione geopolitica più ampia.” Questo significa riforma in primis dei Trattati europei per un intervento più efficace in tanti settori: dalle relazioni commerciali globali all’inquinamento. Nicola Danti ha ribadito il ritardo della Conferenza sul futuro dell’Europa, fortemente voluta dal presidente francese Emmanuel Macron e la necessità di operare per il futuro dell’Europa in maniera concreta pensando alle nuove generazioni. Per Marco Zanni il ritardo “è stato dovuto alle divisioni fra Parlamento, Consiglio e Commissione. Per operare meglio bisogna guardare agli errori fatti negli ultimi dieci anni. Questa conferenza non deve diventare un esercizio di propaganda, ma un modo per avvicinare i cittadini. Eleonora Evi esprime parole di entusiasmo per il cambiamento dei Trattati europei. “Sono proprio i cittadini a chiederlo. L’unione Europea è utile per affrontare i problemi, ma il suo ruolo deve essere modificato anche per avvicinare i cittadini. Tanti i problemi: crisi climatica, stato di diritto, sfida digitale. Questo richiede una maggiore trasparenza. Carlo Fidanza sembra invece esprimere dubbi sul fatto che il “Forum costituisca uno strumento di effettiva partecipazione democratica ed in grado di tastare il polso o meglio la temperatura dei cittadini europei.” L’ago della bilancia sembra rivolto ad un maggior rispetto delle sovranità nazionali e ad una definizione di competenze all’Europa più ristretta, ma più efficace come ad esempio i settori della difesa militare e dell’immigrazione. Tiziana Beghin parla di “esplorazione”: di ricerca di cosa possa fare l’Europa nell’ambito delle proprie competenze e di aggiornamento dei trattati qualora necessario. Il patto di stabilità ha limitato l’Europa. “Un appuntamento importante potrebbe essere fra un anno per una prima valutazione, ma questo termine si può posticipare”. Massimo Castaldo ha concluso ribadendo l’importanza della modifica dei Trattati europei lungo un percorso concreto, senza tabù. Le parole della Presidente von der Leyen dopo la firma sono ancora chiarificatrici per comprendere il clima di aspettative collegate a questo momento. Lei ha dichiarato: Oggi vogliamo invitare tutti gli europei a esprimersi. Per spiegare in quale Europa vogliono vivere, per plasmarla e per unire le forze e aiutarci a costruirla. Le aspettative dei cittadini sono chiare: vogliono dire la loro sul futuro dell'Europa, sulle questioni che incidono sulla loro vita. La nostra promessa di oggi è altrettanto chiara: noi li ascolteremo. E poi agiremo.”

Patrizia Lazzarin, 10 marzo 2021

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