Il doppio risiko dell’Italia per “staccarsi” dalla Cina

  • Pubblicato in Esteri

È addio per la Via della Seta? Sarà in grado la Meloni di sfidare Xi?

Nel G7 di Hiroshima ha fatto irruzione naturalmente la guerra in Europa e la presenza di Zelensky ha fatto parlare addirittura di un G8 con l’Ucraina al posto della Russia. Ma il vero convitato di pietra è Xi Jinping. Mai così evidente è apparso il disallineamento tra la Cina e gli Stati Uniti. Tanto che parallelamente si è svolto un summit alternativo nell’antica capitale cinese Xian, la cui ambizione è quella di creare un’alleanza strategica con le ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale: Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Un rapporto sigillato da una dichiarazione solenne con un piano per il futuro. La Cina avanza nella sua strategia imperiale e s’allontana sempre più da quello che potremmo chiamare il club delle liberal-democrazie. Il commento di Stefano Cingolani su il Sussidiario.

Leggi tutto...

Il campo minato per il Governo prima del Def

Le difficoltà del governo Meloni non sono ancora iniziate!

Il bollettino della Banca d’Italia, il primo dell’anno, dà ragione alla sparuta minoranza che, guardando alla tenuta dell’economia italiana, non ha mai partecipato al gioco del tanto peggio tanto meglio. La recessione per il momento è evitata, ci sarà un rallentamento, questo sì, ma il prodotto lordo continuerà a crescere sia pur di poco: più 0,6% che comunque migliora le precedenti previsioni. Il commento di Stefano Cingolani su il Sussidiario.

Leggi tutto...

La doppia partita che l’Italia si gioca con il Pnrr

Il Pnrr della Meloni mette a rischio i conti dell'Italia?

Il ministro dell'Economia ha ragione nel mettere in guardia dal catastrofismo imperante (...) Il Governo ha stanziato finora 42 miliardi (la metà a debito) e servirà solo per passare l’inverno. Ad aprile si farà il punto e per allora Giorgetti spera nell’Unione europea: l’ipotesi è destinare all’energia almeno una parte dei fondi destinati a Repower Eu, cioè alla transizione energetica. Dunque, per impedire quella recessione finora evitata, dovrà entrare in campo l’Ue. E dovrà farlo due volte perché il 2023 è l’anno chiave per trasformare in cantieri gli impegni del Pnrr. Verrà da qui quasi tutto lo sforzo per rilanciare gli investimenti ed evitare che l’inevitabile riduzione dei consumi provochi un crollo del prodotto lordo. Il commento di Stefano Cingolani su il Sussidiario.

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Newsletter

. . . .