La doppia partita che l’Italia si gioca con il Pnrr

Il Pnrr della Meloni mette a rischio i conti dell'Italia?

Il ministro dell'Economia ha ragione nel mettere in guardia dal catastrofismo imperante (...) Il Governo ha stanziato finora 42 miliardi (la metà a debito) e servirà solo per passare l’inverno. Ad aprile si farà il punto e per allora Giorgetti spera nell’Unione europea: l’ipotesi è destinare all’energia almeno una parte dei fondi destinati a Repower Eu, cioè alla transizione energetica. Dunque, per impedire quella recessione finora evitata, dovrà entrare in campo l’Ue. E dovrà farlo due volte perché il 2023 è l’anno chiave per trasformare in cantieri gli impegni del Pnrr. Verrà da qui quasi tutto lo sforzo per rilanciare gli investimenti ed evitare che l’inevitabile riduzione dei consumi provochi un crollo del prodotto lordo. Il commento di Stefano Cingolani su il Sussidiario.

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I conti di governo e Ue sono da rifare

Il governo Meloni alla prova della recessione in arrivi

Il Prodotto interno lordo italiano che chiuderà quest’anno con una crescita del 3,8%, un po’ più delle previsioni, l’anno prossimo si fermerà allo 0,3%. Può darsi che i tecnici di Bruxelles si sbaglino, del resto troppe sono le variabili soprattutto internazionali per impedire che non ci siano errori; tutti noi speriamo che il 2023 non porti una vera recessione, sembra comunque certo che non sarà un anno di crescita e questo complica ancor di più la politica economica del Governo (...) il Governo farebbe bene ad ammettere le sue difficoltà, spiegare bene la situazione agli italiani e agli europei, aprendo a Bruxelles una seria trattativa per aumentare gli spazi nel bilancio pubblico. Un disavanzo del 4,5% come previsto dalla Nadef non sembra abbastanza. Il commento di Stefano Cingolani su il Sussidiario.

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I numeri di Draghi e Franco decisivi per il nuovo Governo

Qualsiasi sia l'esito delle elezioni, bisogna fare scelte precise e agire rapidamente

“Il Governo (dimissionario, ndr) rimane impegnato nel disbrigo degli affari correnti, nell’attuazione delle determinazioni già assunte dal Parlamento e nell’adozione degli atti urgenti (...) Spetta al nuovo Governo riempire il quadro della prossima legge di bilancio di contenuti (...) Se viene mantenuto un limite all'indebitamento pari al 3,9% del prodotto lordo l'anno prossimo, come previsto nel Def, non ci sarà davvero spazio per scostamenti. Il commento di Stefano Cingolani su il Sussidiario.

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