La verità scomoda sui conti pubblici dell’Italia

Il moloch del nostro debito pubblico rischia di affossare il governo Meloni

Con il calo dell’inflazione, i versamenti semestrali sono tornati anche sotto l’1% come qualche anno fa. Parafrasando un film di grande successo, mamma mi si è sgonfiato il Btp Italia. Già, quello indicizzato all’inflazione. Quello che il sottoscritto vi aveva detto fin dal principio che non teneva conto delle dinamiche – tutt’altro che reali e ancorate a sottostanti macro – che sottendono i magheggi necessari alle Banche centrali. Il cui unico scopo, magari stavolta ve lo mettete in testa, è quello di non far esplodere le Borse (...) Stiamo in piedi grazie alla Bce. E se non subiremo una procedura d'infrazione in versione di commissariamento mascherato sarà solo per la presenza di Mario Draghi a capo della Commissione. Non è stata l'Europa a ridurci così. L'Europa ha solo schiacciato il detonatore. Ringraziate la Prima e Seconda Repubblica per aver interrato la mina anti-uomo, mentre vi mandava in pensione con 15 anni, sei mesi e un giorno di contributi, sapendo che i conti sarebbero saltati. O regalava miliardi a fondo perso a stipendifici di Stato, cattedrali nel deserto e imprenditori che amano ancora oggi privatizzare gli utili e collettivizzare le perdite attraverso la cassa integrazione e gli aiuti di Stato. La realtà, signori, è questa. Piaccia o meno. E ora presenta il conto. Il commento di Mauro Bottarelli su Il Sussidiario.

 

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I riformisti lavorino per Draghi al vertice delle istituzioni Ue

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Un appello a Meloni, si schieri insieme a Macron per portare a Bruxelles Draghi

Adesso che sul tavolo c’è un’agenda Draghi europea bisogna fare i draghiani, cioè si inizia a pensare a come mettere insieme le truppe che potrebbero scortare l’ex presidente del Consiglio italiano fino alla poltrona di presidente della Commissione europea (ipotesi improbabile) o di quella di presidente del Consiglio europeo (ipotesi se non probabile, almeno fattibile). Si conosce benissimo lo sponsor principale di super-Mario e dove sta di casa: a Parigi, all’Eliseo, e si chiama naturalmente Emmanuel Macron. Il principale avversario di Ursula von der Leyen non a caso osteggiata in Italia da Matteo Renzi che, tra parentesi, potrebbe sbarcare a Bruxelles se come sembra si candiderà nella circoscrizione del Centro Italia. Il commento di Mario Lavia si Linkiesta.

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Per l'Ue Mario Draghi può rappresentare un'alternativa

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L'Unione Europea di fronte all'ennesimo bivio

La linea finora tracciata da Mario Draghi può avere successo e dare una prospettiva nuova all’Europa, nel quadro delle sue tradizionali alleanze, solo se diverrà un patrimonio comune, sempre più coinvolgente. Spetta quindi agli europei, ma soprattutto agli italiani, mettersi alla testa di un movimento in grado di far cadere vecchie pigrizie. Battere ideologismi di varia natura e portata. Eliminare dalla scena inutili personalismi e voglie di primeggiare. Occorre un dibattito rigoroso, anche aspro se sarà necessario. Ma senza perdere di vista quel filo rosso al quale è legata una scelta di civiltà (...) Mario Monti, ad esempio, che in passato non aveva esitato a criticare la distinzione tra il "debito buono" e quello "cattivo", che nell'analisi dell'ex Bce rimane fondamentale, recentemente sembra aver rivisto la sua iniziale posizione. Criticando, giustamente, la proposta tedesca, a proposito delle nuove regole del Patto di stabilità, coglie le contraddizioni tra un approccio più che tradizionale ed il magma di una realtà internazionale, che ne è la completa negazione.Il commento di Gianfranco Polillo su Formiche.

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