Gli Stati Uniti pensano alla nuova geopolitica

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Washington vuole andare oltre la Guerra Fredda

Gli Stati Uniti quando pensano a certi progetti hanno anche in mente un obiettivo chiaro: il de-coupling dalla Cina, processo già in corso ma di più lunga gittata strategica (per complicazioni legate alle interdipendenze esistenti) rispetto al più praticabile de-resking. Tenendo conto del contesto multi allineato che sta caratterizzando le relazioni internazionali, la creazione di questi grandi gruppi di connessioni significa riconoscere il valore di soggetti finora considerati marginali, elevarli a interlocutori attivi nelle dinamiche dei propri contesti geostrategici e in definitiva riconoscere che in questa fase storica molto Paesi finora considerati entità separate hanno diritto (e necessità) di essere per quanto possibile protagonisti del loro futuro. Il commento di Emanuele Rossi sul sito Formiche.

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La tregua e il Qatar possono cambiare tutto (e in Israele?)

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Siamo alla vigilia di una nuova situazione politica nel Medio Oriente?

Dopo l’eccidio e la criminale invasione di Hamas nei kibbutz israeliani il 7 ottobre, seminando morte, terrore e orrore, la reazione israeliana è arrivata quasi subito prima con bombardamenti e alla fine con l’azione di terra, con artiglieria e carri armati, in un territorio lungo pochi chilometri dove vivono in superficie due milioni di persone e dove nel sottosuolo ci sono chilometri di cunicoli e strade che, sotto case, scuole, ospedali, nascondono il quartiere generale operativo dell’organizzazione terroristica di Hamas (...) La risoluzione 181 delle Nazioni Unite approvata nel 1947, due Stati e due popoli, con Gerusalemme "città libera", sembra un ricordo irrealizzabile, perché uno Stato palestinese, di fatto, non è mai esistito. Fare l'elenco dei colpevoli di questo fallimento sembra ormai un esercizio impossibile (...) Il Qatar è attivissimo e probabilmente lo è per i suoi interessi nel mondo che conta, ma anche per l'Arabia Saudita che supporta discretamente la sua azione. Sono paesi che sembrano quanto mai desiderosi di entrare nei grandi meccanismi finanziari e commerciali mondiali, con distinzioni di progressivo smarcamento dallo "stato etico" iraniano e probabilmente dalle radicalizzazioni religiose e dalla loro deriva terroristica. Il commento di Gianlugi Da Rold su Il Sussidiario.

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Il multipolarismo: Stati Uniti e Cina si parlano

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Stati Uniti (Biden) e Cina (Xi) si parlano. Finalmente!

L’incontro tra Joe Biden e Xi Jinping è un segno di pace mentre il mondo brucia nelle fiamme della guerra. È un’importante conferma della speranza suscitata dal loro primo incontro in presenza esattamente un anno fa, a Bali, che fece balenare l’uscita dall’incubo di una nuova guerra fredda. Il mondo non ha certo bisogno di una contrapposizione tra le due più grandi potenze che potrebbe portare a esiti devastanti: incontrandosi di nuovo, Biden e Xi mostrano che è possibile un bipolarismo responsabile tra Usa e Cina pur dentro un multipolarismo ormai irreversibile.

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