Il governo georgiano intensifica la retorica anti occidentale

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Il destino della Georgia è nelle mani dell'Occidente

In un drammatico colpo di scena, il 24 maggio alle 4 del mattino (ora georgiana) pochi giorni prima che il Parlamento georgiano votasse per superare il veto presidenziale sulla legge sugli agenti stranieri sostenuta dalla Russia, il Segretario di Stato americano ha annunciato restrizioni di viaggio per le persone coinvolte «nell'indebolimento della democrazia in Georgia», e per i loro familiari (...) All'indomani della presentazione del disegno di legge, migliaia di georgiani hanno marciato per Tbilisi fino al ministero degli Affari Interni, condannando la brutalità della polizia e chiedendo la liberazione di decine di manifestanti detenuti. Negli ultimi trent'anni, gli Stati Uniti hanno stanziato oltre sei miliardi di dollari in assistenza alla Georgia, per rafforzare la sua sicurezza, la sua prosperità e le sue istituzioni democratiche, diventando così il principale donatore del Paese. Il commento di Luka Bluashvili su Linkiesta.

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Il futuro europeo della Georgia e il putsch di Prigozhin

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In Russia non è il 1917, è il 1604 del caos e dei disordini

Nika Gvaramia, fondatore di un canale televisivo critico con il governo è stato imprigionato, di fatto, per questo: con una sentenza politica, a maggio 2022. La settimana scorsa è stato finalmente liberato, a distanza di più di un anno, dopo aver ricevuto la grazia presidenziale. Il suo nome figurava al settimo punto delle priorità poste dalla Commissione europea per l’avanzamento della candidatura di Tbilisi all’ingresso nell’Unione. Il commento di Matteo Castellucci sul sito Linkiesta.

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La Georgia ci ricorda a cosa serve l’Europa

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Quel che succede oggi in Georgia suona, per l'Europa, come un campanello di allarme

Se fossi stato meno distratto, meno ignorante e meno fesso, la prima volta in cui ho sentito uno dei tanti osservatori Putin-comprensivi che affollano quotidiani, settimanali, bimestrali, librerie e talk show italiani ripetere la teoria dei nazisti ucraini intenti a perseguitare la minoranza russofona nel Donbas, mi sarei ricordato della Georgia. Perché anche in Georgia, nel 2008, è successo qualcosa di molto simile a quello che è accaduto in Ucraina, e cioè che Vladimir Putin ha prima sostenuto e fomentato i separatisti nelle cosiddette repubbliche indipendenti e poi li ha usati come pretesto per intervenire militarmente (...) Il commento di Francesco Cundari su Linkiesta.

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