Un secolo fa, il 23 maggio 1920, il papa Benedetto XV pubblicò la grande enciclica Pacem Dei munus: il contesto era quello della penosa situazione economico-sociale causata dalla Prima guerra mondiale, peraltro aggravata dalla pandemia della “spagnola” che, tra il 1918 e il 1920, causò decine di milioni di morti nel mondo (solo in Italia 600mila). Il Papa osservava: «Ci si parano innanzi immense regioni desolate e squallide, moltitudini ridotte a tale estremo da mancare di pane, di indumenti e di letto; […] infine un’ingente schiera di esseri debilitati». (...) Oggi la catastrofe sanitario-umanitaria mondiale provocata dalla pandemia di Covid-19 ci riporta al «grande crinale della storia». Solo una soluzione solidaristico- fraterna universale, che ponga all'ordine del giorno una forma di governo mondiale, potrà salvarci. È ancora un pontefice, papa Francesco, a indicare con tenacia e argomenti forti la strada e al suo fianco – pur nella seria difficoltà di questa grande istituzione sovranazionale e multilaterale – stavolta c'è il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. I perduranti dogmi neoliberisti e le ricorrenti pseudo-soluzioni sovranistiche (con l'implicita idea neo-imperialistica di scaricare i problemi sui più poveri del mondo) sarebbero un errore tragico e fatale, che l'umanità non può permettersi. Il commento di Fulvio De Giorgi su Avvenire.
E' passato un secolo dalla tempesta spagnola