Le due maschere di Meloni

La Meloni è rimasta fuori dai giochi delle nomine e adesso?

C’è una commedia di Pirandello intitolata “La signora Morli uno e due”. Se al nome “Morli” sostituiamo “Meloni” abbiamo la fotografia della penosa situazione in cui si trova la presidente del Consiglio italiana a una settimana dalla votazione del Parlamento europeo per la conferma di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea (...) Il gruppo meloniano, tra l'altro umiliato dai "Patrioti" parafascisti cpitanato da Viktor Orban, con madame Le Pen e Matteo Salvini al seguito, è tenuto ai margini dal grande accordo europeo per la semplice ragione che non si è staccato dalla destra nella quale peraltro è in minoranza. L'operazione dei Conservatori pertanto è risultata come una scorciatoia trasformistica che le tre grandi famiglie democratiche non hanno avuto difficoltà a smascherare, così che il cordone sanitario è scattato anche per loro.Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

Leggi tutto...

Meloni parla già come Orbán, ma perché preoccuparci?

La premier svolta decisamente a destra

Al delirante attacco di Matteo Salvini al Quirinale, nonché ai principi fondamentali – costituzionali – della nostra adesione al progetto europeo, è seguito un lungo silenzio della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nonché di tutte le massime cariche dello Stato, dal meloniano Ignazio La Russa (che se l’è cavata in extremis con un blando giudizio di inopportunità) al salviniano Lorenzo Fontana (di cui si sono perse le tracce). Un silenzio che è difficile giustificare con la storiella dell’oscuro lavoro condotto dietro le quinte per convincere Salvini a ritrattare, non foss’altro per quello che Meloni ha detto in chiaro subito dopo

Leggi tutto...

Il solipsismo, morbo che affligge la politica italiana

L'Italia di Meloni non capisce l'Unione Europea di cui fa parte

Duplice canone narrativo di Giorgia Meloni nella propria dimensione nazionale ed europea (leader antagonista di destra in Italia, leader istituzionale e moderato a Bruxelles), atteggiamento impositivo con cui tratta gli alleati, mettendoli spesso di fronte al fatto compiuto e negando, secondo il sempreverde schema “o con me, o contro di me”, ogni spazio di dialogo e confronto. Ancor più lampante la caratura solipsistica di Matteo Salvini, quotidianamente impegnato in operazioni corsare di sabotaggio da destra dell’immagine di Giorgia Meloni e sistematicamente proteso ad accreditare nelle piazze un’identità politica che nulla ha a che vedere con le posizioni formalizzate nel Palazzo. Dalla guerra in Ucraina alle politiche agricole, dalla politica fiscale al contenimento dell’immigrazione clandestina, è questa la regola. Il commento di Andrea Cangini su il Sussidiario.

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Newsletter

. . . .