Telemedicina: un aiuto in più per anziani e disabili
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La Telemedicina e il sistema per cui, grazie alle nuove tecnologie informatiche, un paziente può essere seguito a distanza.
Molte le persone, affette da patologie croniche e disabili, che possono usufruire di questa nuova frontiera di operatività medica che è destinata a portare grandi benefici per la salute dei pazienti e che permetterà, se ben amministrata, di seguire il disabile, il malato cronico o l'anziano nel proprio ambiente evitando troppi spostamenti e l'ospedalizzazione che è sempre un fatto traumatico, apportando anche benefici di risparmio economico ed ottimizzazione dei servizi ospedalieri.
Almeno tre i campi in cui la Telemedicina può essere già impiegata: la televisita - in cui medico e paziente si interfacciano, la teleassistenza - sistema socio-assistenziale che permette di seguire il paziente nel proprio domicilio ed il teleconsulto - che è una attività a distanza in cui i medici si confrontano e che non abbisogna della presenza del malato.
Dopo due anni di confronto, si è conclusa, domenica 18 maggio a Torino, una importante assemblea dalla FNOMCeO (Federazione Nazionale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri) che ha approvato, a larga maggioranza, il Nuovo Codice Deontologico 2014 in cui sono stati regolamentati anche settori innovativi come quello delle cure Militari, della Cure Palliative, ed anche la telemedicina e, per quest'ultima, già nella bozza si leggeva: "Nell'uso di qualsiasi tecnologia compresa la cosiddetta 'Telemedicina', il medico persegue l'appropriatezza clinica, e adotta le decisioni cliniche pur nella sintesi di contributi professionali multidisciplinari, garantendo la relazionalità con il paziente" (Art. 78 della bozza del Codice di Deontologia Medica 2014) e, nelle linee giuda si evidenzia che: "La Telemedicina non sostituisce la prestazione sanitaria tradizionale nel rapporto personale medico-paziente ma la integra per migliorare efficacia, efficienza e appropriatezza". Insomma, la Telemedicina non annulla certo il rapporto fiduciario che dev'esserci tra medico e paziente e non sostituisce la visita medica tradizionale che è stata e continua ad essere necessaria e positivamente benefica.I primi esperimenti italiani risalgono al 1976 allorché, utilizzando le linee telefoniche, si sono trasmessi i primi elettrocardiogrammi a distanza. Da allora, anche se la strada da percorrere è ancora lunga, sono stati effettuati molti passi in avanti ed ora, grazie alla possibilità di trasmettere dati elaborati da strumenti diagnostici, è possibile al medico effettuare una diagnosi a distanza.
Il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) congiuntamente al Ministero della Sanità, stanno seguendo progetti innovativi e sperimentazioni che permetteranno, nel tempo, di raggiungere risultati sempre più soddisfacenti.
Valentina Viali