In Francia cade l’ultimo tabù sull’argine contro Le Pen

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Francia, Emmanuel Macron sarà un'anatra zoppa?

Il leader dei gollisti Eric Ciotti apre all’accordo con il Rassemblement National di Marine Le Pen. Se confermata – molti nel suo partito, Les Républicains, sembrano decisi a dare battaglia – sarebbe una svolta storica, che metterebbe fine a una tradizione pluridecennale. Quella del barrage contro l’estrema destra da parte dei partiti costituzionali, sempre pronti a unirsi nei ballottaggi pur di tenerla fuori, regola non scritta della Quinta Repubblica ma sempre rispettata, nonostante la crescita inarrestabile degli esclusi. Anche quando, nel 2002, per la prima volta, il Front National guidato dal Jean-Marie Le Pen (padre di Marine) arrivò al ballottaggio delle presidenziali, e la sinistra fu costretta a fare campagna per il presidente uscente, e suo storico avversario: il gollista Jacques Chirac (anche perché al primo turno gli elettori di sinistra, dando per scontato un ballottaggio socialisti-gollisti, portarono oltre la soglia di sbarramento ben quattro liste trotzkiste: ah, le meraviglie del doppio turno!). Il commento di Francesco Cundari su Linkiesta.

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Xi torna e trova un’Europa diversa

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Xi in Europa incontra Macron e Von der Leyen, e gli altri?

Negli ultimi anni, la politica europea nei confronti della Cina si è allontanata da approcci guidati dalla paura. L’Ue ha etichettato la Cina come “rivale sistemico”, ha sostenuto la Lituania di fronte alla coercizione economica di Pechino e ha mostrato la volontà di accettare la tensione multi-dimensionale con la Repubblica popolare attraverso varie misure di sicurezza economica. Nonostante questo, leader come Scholz mostrano ancora timore nel loro approccio, minimizzando le minacce derivanti dai prodotti cinesi sovvenzionati dallo Stato e evitando argomenti sensibili come Taiwan, i diritti umani, o il sostegno cinese alla Russia. Il commento di Emanuele Rossi su Formiche.

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L'Occidente, le sfide globali e un'America da decifrare

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Chi salverà questo mondo che sembra amare solo le guerre?

Il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito l’altro giorno che l’Europa dovrebbe perseguire l’autonomia strategica dagli Stati Uniti. Il suo appello è stato pronunciato in un momento di particolare concentrazione di notizie in arrivo dall’altra sponda dell’Atlantico, un flusso di eventi e di annunci che sembra evidenziare una ritrovata centralità Usa e che sconsiglierebbe la Ue dal cercare una presa di distanza. In realtà, c’è un’America tutta da decifrare, in una fase certamente densa che si prolungherà, verosimilmente, per tutti i mesi che ci separano dalle elezioni presidenziali di novembre, e anche in quelli successivi (...) L'America profonda, quella che è sensibile alle sirene isolazioniste e alle ricette semplici e rudi di Donald Trump, osserva distrattamente e alle urne, quella frazione che vi andrà, terrà conto più dell'economia che della politica estera. Forse sarà scontenta di non potere più accedere a TikTok se fra meno di un anno scatterà la tagliola appena approvata contro la proprietà cinese, sospettata di non fare nulla per evitare i messaggi di propaganda inquinata che passano dalla frequentatissima piattaforma Web. Il commento di Andrea Lsavazza su Avvenire.

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