Russia, giochi politici e provvedimenti finanziari

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Anche la Russia di Putin ha i suoi problemi, non solo l'Europa!

Secondo quanto riporta il New York Times, sembra che il Cremlino stia lavorando ad una nuova tassa da imporre sui grandi capitali, la prima da più di dieci anni. Una scelta che denota il bisogno di risorse economiche per finanziare la costosa guerra intrapresa nel febbraio del 2022 (già ad oggi, un terzo del bilancio russo del 2024 è destinato alle spese per la Difesa), e che suggerisce come la leadership russa si stia preparando per un impegno continuativo, magari guardando anche oltre il conflitto in Ucraina. Ma da questo provvedimento emerge anche la relativa acquiescenza della grande imprenditoria russa nei confronti del potere politico. Secondo Richard Connolly, esperto di economia russa presso la società di analisi strategica Oxford Analytica, dietro la scelta di Putin ci sono due motivi principali. Il primo è quello di introdurre questa nuova tassa in una congiuntura economica relativamente positiva per i soggetti interessati, che così avranno minori difficoltà ad adeguarsi ad essa; il secondo è invece l'intenzione di toccare solamente le fasce più agiate della popolazione, così da non instigare il malcontento nelle classi sociali più basse, che già contribuiscono allo sforzo bellico fornendo forza lavoro da mandare al fronte. Lorenzo Piccioli su Formiche.

 

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Il viaggio che Zelensky può fare e Putin no

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La differenza tra Zelensky e Putin, tra un uomo libero e uno no!

Perfetto il tempismo del viaggio Roma-Vaticano-Berlino del presidente ucraino. Ha una fortissima dimensione di diplomazia pubblica. Nella quale Kyiv domina, Mosca è in affanno. Zelensky viaggia. Dove vuole, sicurezza permettendo. Putin è asserragliato nel Cremlino – quando si affaccia fuori porta ci si domanda addirittura se non utilizzi un sosia (probabilmente no). Questo permetteva a Zelensky di affrontare a viso aperto anche l’impegnativo colloquio con papa Francesco (...) La partita dell’Ucraina non è solo la guerra contro la Russia, è il futuro con l’Europa. Qui ha trovato piena sponda. Mattarella gli ha confermato il “sostegno italiano alla candidatura Ue”. Il commento dell'amb. Stefano Stefanini sul sito Formiche.

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Italia nel pantano libico, non sa scegliere

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Il Presidente degli Stati Uniti si è pubblicamente avvicinato ad Haftar; quello della Turchia ha addirittura inviato un sostegno militare a Sarraj. Al che Conte e Di Maio — colti alla sprovvista e con l’evidente scopo di non essere del tutto estromessi dai giochi — si sono presentati sulla scena internazionale improvvisandosi come pacieri. E’ credibile l’Italia in questi panni? Editoriale di Paolo Mieli sul Correre della Sera.

Libia, i nostri politici non sanno che pesci prendere

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