Vis-à-vis

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Una serie di ritratti in gesso di  Pietro Tenerani, uno dei più significativi scultori dell’Ottocento italiano, riletti da Luigi Spina, grande interprete della fotografia d’arte contemporanea, sarà presentata nella mostra VIS-À-VIS. Tenerani Spina. Dialogo in immagini, ospitata  dal 28 giugno al 12 novembre 2023   al  Museo di Roma, a Palazzo Braschi.

Due artisti distanti nel tempo, ma accomunati dalla ricerca sulla figura umana, in un dialogo che consentirà di ammirare in maniera inedita le  sculture di Tenerani, in molti casi   mai   esposte   in   precedenza,   delle   quali   le   suggestive   fotografie   di   Spina, realizzate su pellicola in bianco e nero e stampate personalmente, mettono in luce dettagli che a volte sfuggono anche agli osservatori più attenti.

Un percorso tra scultura e fotografia nelle sale di Palazzo Braschi che, oltre a contribuire alla valorizzazione di uno dei più rilevanti nuclei del Museo di Roma, offrirà anche uno spaccato della società romana di metà Ottocento - tra nobili, intellettuali, artisti e religiosi, italiani e stranieri – della quale Pietro Tenerani fu esponente di primissimo piano.

La mostra è promossa dall'Assessorato alla Cultura di Roma Capital, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali  ed è curata da Fabio Benedettucci.      

Patrizia Lazzarin, 23 giugno 2023

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Il nuovo atlante dell’arte digitale

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MEET Digital Culture Center, il primo Centro Internazionale per l’Arte e la Cultura Digitale nato a Milano con il supporto di Fondazione Cariplo, in collaborazione con il Museo Nazionale di Arte Digitale, presenta The New Atlas of Digital Art, dal 22 al 24 giugno 2023, con la curatela di Maria Grazia Mattei, Ilaria Bonacossa e Carlo Antonelli.

 Il meeting europeo annuale The New Atlas of Digital Art, alla sua quarta edizione, è dedicato quest’anno al tema del rapporto tra Creatività e Intelligenza Artificiale.

Mentre osserviamo questo mondo digitale in costante evoluzione, si affrontano i temi dei grandi cambiamenti, a partire dall’avanzare dell’Intelligenza Artificiale che sta impattando sul mondo dell’Arte e della Creatività. Il meeting Are humans still necessary? è organizzato per continuare e arricchire la riflessione interdisciplinare sull’impatto delle tecnologie sulla società, attraverso le lenti dell’Arte e della Cultura Digitale come strumenti di interpretazione del presente e di immaginazione di possibili futuri.

Il meeting fa parte del progetto S+T+ARTS in the City e andrà quest’anno a esplorare il dialogo tra potenza delle macchine e creatività umana e le possibili relazioni collaborative tra le diverse intelligenze: Artificiale e Umana.

Il meeting vedrà la partecipazione di numerosi centri europei, artisti, esperti, ricercatori che andranno a delineare visioni e prospettive etiche, sociologiche, filosofiche, estetiche e tecnologiche, delineando un pensiero interdisciplinare necessario a comprendere la complessità nel mondo dell’arte e della creatività di questo tempo.

Il meeting si articolerà tra ispirational talks, riflessioni congiunte, panel, atelier formativi e performance visive e testuali generate proprio da Intelligenze Artificiali che giocano un ruolo fondamentale e attivo. Vedremo un'opera d'arte immersiva basata sulla visualizzazione di dati dall’Universo e sistemi di Intelligenza Artificiale, realizzata dagli artisti del RIXC, The Center for New Media Culture (Riga), Rasa Smite e Raitis Smits, nella Sala Immersiva di MEET fino ad Agosto 2023.

 Accompagnata da un testo curatoriale di Maria Grazia Mattei, Fondatrice e Presidente di MEET, e di Patrizia Caraveo, astrofisica, l’installazione prende spunto dallo storico radiotelescopio RT-32 a Irbene, nella Lettonia occidentale, che dopo il 1994 è diventato uno strumento a servizio degli scienziati. La gigantesca antenna di 32 metri è stata progettata per ricevere segnali dalle profondità dello spazio.

 Vent'anni dopo un famoso convegno sull’astronomia, "RT-32. Acoustic Space Laboratory", tornando al radiotelescopio di Irbene, Rasa Smite e Raitis Smits hanno lavorato ad un progetto di ricerca artistica per affrontare questioni socio-ecologiche. Deep Sensing è un'opera d'arte che riflette  quindi sulla storia, sull'evoluzione del radiotelescopio e sul ruolo che questo impianto ha avuto e continua ad avere nella ricerca spaziale.

 Invece  all’iconico Casello Daziale Ovest al centro della piazza con il progetto Human Making Tech Making Art Making Human ideato e prodotto da Particle in collaborazione con MNAD, sarà visibile la mostra personale dell’artista americana Addie Wagenknecht, potenziata dall’esperienza interattiva sull’app Particle. Le diverse influenze tra uomo e tecnologia, con i loro possibili cortocircuiti, aiutano a ripensare le certezze culturali che hanno caratterizzato il nostro tempo fino a oggi, aumentando la consapevolezza di cambiamenti necessari nel modo di vivere e approcciarci ai temi importanti della contemporaneità.

In mostra grandi “unselfie” e ritratti astratti realizzati con un blu iconico o attraverso un mix di pigmenti cosmetici, profumi ed elementi di skin care, mischiati sulla tela dal robot Roomba, attraverso un algoritmo programmato. Poi video di beauty tips danno consigli su temi come la cyber security e schermi di telefono rotti esaltano la manipolazione delle informazioni di cui fruiamo.

Patrizia Lazzarin, 20 giugno 2023

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Le danze d’amore delle zanzare e la malaria

Osservare delle zanzare che si accoppiano può sembrare un'attività particolarmente bizzarra, ma pare che si stia rivelando essenziale nello sviluppo di nuove strategie di lotta contro la malaria.

Le femmine di Anopheles gambiae sono vettori di trasmissione del plasmodio della malaria che ogni anno è responsabile di centinaia di migliaia di morti.

Le tecniche sviluppate negli ultimi anni per contrastare lo svilupparsi di questa  malattia si basano su un principio molto semplice: meno zanzare, meno vettori di trasmissione, meno decessi.

 L’uso di zanzariere impregnate di insetticidi si è rivelato molto efficace negli ultimi 20 anni, ma questo non è bastato. Le zanzare hanno sviluppato resistenze agli insetticidi, per cui, dopo una iniziale riduzione, il numero dei contagi annuali sta ora riprendendo quota. L’imperativo scientifico è quindi cercare nuove strategie da utilizzare assieme ai metodi di controllo attualmente in uso.

Attraverso un approccio ‘gene drive’, si cerca di sfruttare l’accoppiamento delle zanzare per diffondere modificazioni genetiche che rendano le zanzare sterili o incapaci di trasmettere il parassita della malaria.

“Per valutare l’efficacia di queste tecniche innovative è necessario conoscere bene il meccanismo dell’accoppiamento, spiega la Prof.ssa Roberta Spaccapelo, dell'Università degli Studi di Perugia. Sappiamo che questi insetti si accoppiano in volo e che i maschi si associano in gruppi, sciami di centinaia di individui, per essere più visibili e attrattivi alle femmine. Ma non ne sappiamo molto di più.

 Sono le femmine che entrano nello sciame a scegliere con quale maschio accoppiarsi? Come avviene la scelta? Ci sono delle caratteristiche che rendono alcuni maschi più attrattivi di altri?”

Lo evidenzia uno studio di Cnr-Isc e Sapienza in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia, ora pubblicato su Scientific Reports.

 “Riprodurre sciami di Anopheles nell’ambiente controllato del laboratorio è stato un compito molto complicato. Abbiamo scelto di studiare questi sciami in gabbie molto grandi, per poter analizzare la dinamica di volo delle zanzare evitando potenziali effetti sul comportamento dovuti allo spazio confinato di gabbie piccole”, dice la Prof.ssa Irene Giardina della Sapienza.

“Abbiamo ripreso sciami di centinaia di zanzare con un sistema stereometrico di telecamere, che ci ha  permesso di ricostruire nello spazio tridimensionale le traiettorie di ogni singola zanzara.

L’analisi di questi dati ci ha permesso di verificare che gli sciami ricreati in laboratorio hanno caratteristiche compatibili con quelle di sciami osservati in ambiente naturale, spiega Stefania Melillo, ricercatrice dell’Istituto dei Sistemi Complessi del CNR. “La novità più importante presentata nell’articolo è che siamo riusciti a documentare vari eventi di accoppiamento: coppie di zanzare che volano insieme per un periodo di tempo che arriva anche a 15 secondi.

 La cosa più stupefacente è sicuramente aver osservato e documentato la competizione nell’accoppiamento. Più maschi che competono per accoppiarsi nello stesso momento con la stessa femmina.” Questo rappresenta, quindi, il primo passo verso la comprensione della dinamica di accoppiamento nelle zanzare e costituisce un importante punto di riferimento per la comunità scientifica internazionale e per valutare l’efficacia delle nuove tecnologie per ridurre la popolazione di insetti così pericolosi per l’uomo.              

Patrizia Lazzarin, 19 giugno 2023

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