Xi torna e trova un’Europa diversa

  • Pubblicato in Esteri

Xi in Europa incontra Macron e Von der Leyen, e gli altri?

Negli ultimi anni, la politica europea nei confronti della Cina si è allontanata da approcci guidati dalla paura. L’Ue ha etichettato la Cina come “rivale sistemico”, ha sostenuto la Lituania di fronte alla coercizione economica di Pechino e ha mostrato la volontà di accettare la tensione multi-dimensionale con la Repubblica popolare attraverso varie misure di sicurezza economica. Nonostante questo, leader come Scholz mostrano ancora timore nel loro approccio, minimizzando le minacce derivanti dai prodotti cinesi sovvenzionati dallo Stato e evitando argomenti sensibili come Taiwan, i diritti umani, o il sostegno cinese alla Russia. Il commento di Emanuele Rossi su Formiche.

Leggi tutto...

Un leader politico europeo: l'imperativo, fermare Putin

  • Pubblicato in Esteri

Una Unione Europea senza difesa

Oggi a Berlino Macron incontra il Cancelliere tedesco Olaf Scholz e il premier polacco Donald Tusk per discutere le prossime mosse, al Cremlino si fanno beffe delle ipotesi di trattativa di pace, ormai relegate a un grottesco repertorio per saltimbanchi da talk show, selfisti di Putin e prelati anticapitalisti, tutti uniti nell’invitare gli ucraini a farsi calpestare dagli scarponi chiodati russi, ma indisponibili a chiedere ai fascisti russi di tornarsene a casa e di smettere di bombardare le case, le scuole, gli ospedali del popolo che sarebbero andati a proteggere. «Sarebbe ridicolo trattare ora che l’Ucraina sta finendo le munizioni» ha detto Putin, incassando il regalo degli amici trumpiani del Maga che non forniscono più armi americani a Kyjiv, mentre Dmitry Medvedev, il suo avvinazzato Robin, ha proposto un piano di pace in sette punti, quasi interamente dedicati alla cancellazione dell’Ucraina e degli ucraini dalla storia e dalla cartina geografica, come e più di un guerrasantiero di Hamas rispetto a Israele e agli ebrei (...) La svolta politica di Macron è straordinariamente importante non solo perché la Francia è uno dei paesi più importanti del continente, oltre che una potenza nucleare, ma perché per lungo tempo il presidente francese è stato uno dei più cauti sostenitori delle ragioni dell'Ucraina. Era Macron quello che trattava con Putin per convincerlo a non invadere l'Ucraina, era Macron quello che voleva persuadere Zelensky a cedere i territori occupati militarmente dai russi, era Macron quello che poco prima della guerra aveva decretato la morte cerebrale della Nato, era Macron quello che non voleva umiliare Putin, era Macron quello che non voleva armare fino ai denti l'Ucraina in modo da offrire a Putin una via d'uscita onorevole per ritirarsi. Il commento di Christian Rocca su Linkiesta.

Leggi tutto...

Giorgia Meloni davanti a un bivio in Europa

  • Pubblicato in Esteri

La vittoria in Olanda di Wilders pone problemi alla Meloni

La logica vorrebbe che l’esito delle elezioni olandesi sia una buona notizia per Giorgia Meloni. Ma la logica politica spesso non ha nulla a che fare con la ragione. La maggior parte delle volte è un interesse di parte e, in questo caso, proprio di partito. Il boom elettorale del sovranista Geert Wilders infatti è una cattiva notizia per la presidente del Consiglio, non rientra nei suoi piani europei. Anzi, va in senso inverso (...) Brutte notizie dall'Europa per la premier. Salvini è ringalluzzito, forte del suo messaggio «mai con i socialisti» che lancerà forte dalla Fortezza di Firenze, con accanto anche madame Le Pen in crescita nei sondaggi francesi (...) Scholz sarebbe stato molto rigido sul rientro di debito (quello italiano è al centoquaranta per cento del Pil, quello tedesco al sessantasei per cento) e deficit (che secondo Berlino dovremmo tenere sotto il tre per cento). La Germania, è il senso del ragionamento del Cancelliere tedesco, i suoi sacrifici li ha già fatti». Il commento di Amedeo La Mattina su Linkiesta.

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Newsletter

. . . .