Un’alternativa liberal alla Meloni è possibile

Giorgia Meloni non è invincibile! Il voto in Sardegna lo dimostra

Il successo acrobatico in Sardegna dell’alleanza Pd-Cinquestelle, pur con meno voti rispetto al centrodestra e con il consenso dei grillini ridotto di due terzi rispetto alle elezioni politiche di un anno e mezzo fa, assieme alla tragicomica performance di PiuEuropa e Azione, incredibilmente alleati con comunisti e anti Nato ma non con Renzi, ha riacceso la speranza delle opposizioni di poter battere a livello nazionale la destra di Giorgia Meloni, e ha riaperto il dibattito sulle alleanze nel campo progressista per costruire l’alternativa al governo. Il commento di Christian Rocca su Linkiesta.

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Imparare dalle sconfitte, una lezione per il centrodestra

Elezioni in Sardegna, uno schiaffo a Giorgia Meloni

“A volte vinco, tutte le altre imparo”: chissà se Giorgia Meloni riuscirà a fare propria la saggezza orientale che trasuda da questo antico proverbio giapponese. La vittoria, infatti, notoriamente inebria d’un’ebbrezza che annebbia, e ultimamente Meloni ha vinto molto. Ha vinto imponendosi, ha di conseguenza governato con lo stesso metodo che l’ha condotta alla vittoria. Ha scelto ministri e candidati sulla base della fedeltà più che della capacità, ha trattato gli alleati con spirito autoritario più che con autorevolezza. È stata presa dalla hybris, sentimento tipicamente occidentale che nella Grecia antica era attribuito agli uomini che osavano sfidare gli dei ritenendo di averne acquisito i poteri. Uomini che, fatalmente, prima o poi scontano nella sconfitta la loro protervia. Il commento di Giorgia Meloni.

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L’impegno di Meloni per l’Ucraina e le difficoltà di governo

  • Pubblicato in Esteri

Elezioni in Sardegna, una frana il destra-centro! In politica estera invece...

Giorgia Meloni definisce «incrollabile» il sostegno dell’Italia all’Ucraina nella resistenza all’aggressione russa. Nella sua maggioranza invece non è altrettanto incrollabile per la parte leghista, mentre Forza Italia è seriamente allineata alla linea del Partito Popolare europeo contro Mosca. Per sua fortuna la premier non deve passare dal Parlamento per ratificare l'accordo decennale firmato il 25 febbraio sulla sicurezza di Kyjiv (...) Non possiamo sapere quale e quanta coerenza manterrà la premier italiana, che è anche la leader dei Conservatori europei insieme ai polacchi, i più strenui avversari di Mosca. Avere scritto nell'accordo che i costi saranno coperti con il budget ordinario disponibile, senza alcun costo aggiuntivo per il bilancio dell'Italia, non è un bel segnale. Come non lo sono le parole di Antonio Tajani nelle ore in cui veniva firmato l'accordo. Il ministro degli Esteri ha detto che «il nostro accordo non sarà giuridicamente vincolante. Dal testo non derivano obblighi sul piano del diritto internazionale, né impegni finanziari. Non sono previste garanzie automatiche di sostegno politico o militare». Il commento di su Linkiesta.

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