Giorgia Meloni davanti a un bivio in Europa

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La vittoria in Olanda di Wilders pone problemi alla Meloni

La logica vorrebbe che l’esito delle elezioni olandesi sia una buona notizia per Giorgia Meloni. Ma la logica politica spesso non ha nulla a che fare con la ragione. La maggior parte delle volte è un interesse di parte e, in questo caso, proprio di partito. Il boom elettorale del sovranista Geert Wilders infatti è una cattiva notizia per la presidente del Consiglio, non rientra nei suoi piani europei. Anzi, va in senso inverso (...) Brutte notizie dall'Europa per la premier. Salvini è ringalluzzito, forte del suo messaggio «mai con i socialisti» che lancerà forte dalla Fortezza di Firenze, con accanto anche madame Le Pen in crescita nei sondaggi francesi (...) Scholz sarebbe stato molto rigido sul rientro di debito (quello italiano è al centoquaranta per cento del Pil, quello tedesco al sessantasei per cento) e deficit (che secondo Berlino dovremmo tenere sotto il tre per cento). La Germania, è il senso del ragionamento del Cancelliere tedesco, i suoi sacrifici li ha già fatti». Il commento di Amedeo La Mattina su Linkiesta.

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Meloni non arretra sull’elezione diretta del premier

Si sta manifestando il delirio di onnipotenza di Giorgia

L’indizio più clamoroso del terrore referendario viene dal Giornale di Alessandro Sallusti, che con la premier ha un canale privilegiato (è suo il libro-intervista “La versione di Giorgia”). Ieri il quotidiano, edito dal parlamentare della Lega Antonio Angelucci, raccontava di una task force che si dedicherà a raccogliere tutti i voti possibili in Parlamento, gruppo per gruppo, con tanto di nomi e cognomi. Viene chiamato il «tridente d’assalto» formato dal presidente del Senato Ignazio La Russa, dal ministro Francesco Lollobrigida e dal capogruppo Tommaso Foti. Saranno loro a dare caccia ai cinquantadue parlamentari (ventuno senatori e trentuno deputati) necessari per raggiungere i fatidici due terzi ed evitare di fare i conti con gli elettori. Il commento di Amedeo La Mattina su Linkiesta.

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L’Italia e l’Ue devono prendere le distanze da Orbán

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L'Ungheria e l'Unione Europea, sempre pù lontane

Meloni deve dire che è il momento di avere un’Europa più omogenea e veloce, che prende decisioni a maggioranza. Non può continuare a rimanerne impantanata in uno stato di ambiguità. Ora che ha perso l’alleato principale, la Polonia di Matuesz Morawiecki e Jarosław Kaczyński, non può puntare su Orbán che guarda verso Mosca. I voti ungheresi alle Europee non le serviranno per entrare nel futuro governo di Bruxelles. Anzi le saranno di impaccio. Non è più tempo di fare tante parti nella commedia europea dove si gioca il futuro del governo. Ha tanti problemi con la riforma del Patto di stabilità, con il debito pubblico che cresce, con Bankitalia che vede nubi nere all’orizzonte. La famiglia politica dei Conservatori rischia seriamente di arrivare stremata alla metà del voto. Non perda tempo con Orbán e Salvini. Il commento di Amedeo La Mattina su Linkiesta.

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