L'invasione migratoria

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       Come noto, la vittoria elettorale di Geert Wilders è stata un fulmine a ciel sereno, un fulmine che ha provocato scandalo ed espressioni aggrondate da parte dell’establishment europeo e dei mass media.

      Le suddette scandalizzate reazioni tradiscono un intero iceberg di distorsioni e uno strabismo collettivo che hanno inquinato il discorso politico europeo e gli stessi valori di riferimento. Esso si manifesta già con il manicheismo verbale della Sinistra e della Destra, adottato e diventato lente di riferimento per i pigri mentali e per i fanatici.

       L’epiteto di ”estrema destra”, affibbiato all’uomo politico olandese ma anche a una Marine Le Pen o a un Victor Orban, tende infatti ad attribuire  a costoro le stesse ombre fosche dei regimi totalitari, evocando paurosi scenari di repressione e di lesione dei cosiddetti “diritti umani”, altra nozione ormai diventata un’etichetta abusata ed utilizzata a sproposito da un capo all’altro del pianeta.

       L’iceberg è gigantesco. Non soffre di “cambiamenti climatici.” Anziché sciogliersi, ogni giorno ingigantisce, inglobando una falsità e una deformazione dietro l’altra. Come tutte le mode, esso è totalizzante e chi non sia adegua diventa un reprobo o un personaggio da tenere alla larga. Un fascismo alla rovescia, molto più pericoloso di quello esplicito, perché subdolo e dissimulato.

       Non stupisce che la causa dello scandalo abbia a che vedere con il tema dell’immigrazione e con i Musulmani. 

      Da decenni l’Europa è ormai preda di una mistificazione masochista senza paralleli storici, di cui solo adesso, tardivamente, alcune nazioni europee, dalla Svezia alla Danimarca  e alla Norvegia, pare  inizino a rendersi conto. 

     La famigerata nozione di “asilo “è stata stravolta, giustificando e legittimando la passiva accettazione di milioni di individui che si sono riversati in Europa non perché perseguitati da qualche folle dittatore ma perché sperano di trovare un futuro migliore. Assieme a costoro, vi sono gli altri milioni per così dire sollecitati da vari irresponsabili personaggi politici quali Tony Blair e Angela Merkel nei precedenti decenni. Flotte di sedicenti e ambigue navi “salvatrici “- un vero e proprio pericolo pubblico -   rastrellano senza requie i barconi nel Mediterraneo e li scaricano nel primo approdo disponibile. Per alcuni - i furbi scarsi di cervello - gli immigrati costituiscono un benefico supporto alla forza lavoro; per altri, essi contribuiscono ad alimentare, grazie ai loro magri contributi,  istituti previdenziali altrimenti in bancarotta; per altri ancora, essi costituiscono un’opportunità di lucrose attività di ristoro, domicilio, etc. Dulcis in fundo, per tutti è chiaro che si tratta di “doverosa solidarietà”.          

         Due corollari del suddetto masochistico fenomeno sono particolarmente degni di nota. 

         Il primo è che la maggior parte di questi immigrati, soprattutto negli ultimi anni, è stata o continua ad  essere letteralmente mantenuta dai vari Stati che li accolgono, alcuni dei quali - vedi Italia - con un gigantesco debito pubblico. Immani risorse finanziarie sono state così destinate a questa cervellotica politica pseudo-umanitaria,  di cui la UE è una delle principali responsabili e fautrici. I danni prodotti da questo fallimentare organismo – vedi Ucraina, sanzioni, elefantesca e costosa burocrazia, dittatura ideologica,  etc, - si stanno accumulando a ritmo vertiginoso. 

        Il secondo, di gran lunga più grave, è che una buona parte di questi immigrati, i Musulmani in particolare, sono scarsamente  integrabili nel tessuto sociale e culturale dei luoghi che li ospitano, nozione che è del resto un eufemismoI fatti lo dimostrano, anche se nessuno ha il coraggio di ammetterlo. L’auto-identificazione e lealtà di costoro sono prima di tutto nei confronti di “un libro” (il Corano) e, se non vi è discordanza, anche con la Legge e i costumi dello Stato ospitante, normalmente laico. 

        Il risultato è un problema istituzionale, con  sempre più estesi accomodamenti a carico delle comunità originarie e, cosa non meno grave, la formazione di ghetti sociali e culturali con rivendicazioni civili. Un’infiltrazione non solo demografica ma anche ideologica e normativa, sotto molti punti di vista simile agli stravolgimenti alla moda riguardanti i fantomatici e petulanti terzi e quarti generi.

       La parola d’ordine nei confronti di ogni critica alla suddetta infiltrazione islamica è la notoria “Islamofobia”,  di cui tanto parlano i cretini e gli ignoranti. In realtà, questo abusato termine è malscelto e scaturisce di solito o dall’ignoranza o dalla malafede. In entrambi i casi, viene infatti omesso il carattere totalizzante di fondo della cultura islamica, che non distingue in linea di principio fra Stato e Religione. Di conseguenza, il problema è il tendenziale privilegiare “un libro” rispetto alle norme e usi del Paese ospitante. E’ tale tendenza che poi provoca surreali pretese, come per esempio quella di far abolire i crocefissi cristiani dalle scuole frequentate anche da studenti musulmani, perché ciò rappresenterebbe  una violenza ideologica…Si provi ad immaginare delle scuole islamiche, magari frequentate da uno studente cristiano, che pretenda di far scomparire dall’aula qualsiasi scritta coranica! 

        Non c’è poi bisogno di citare i ripetuti atti di terrorismo commessi nelle varie città europee da parte di fanatici musulmani. Più significativo è forse il fatto che in Gran Bretagna numerosi Imam possano impunemente proclamare nelle moschee che gli Ebrei devono essere sterminati, invocando a  questo fine l’intervento divino. Non vi è da stupirsi se poi degli esaltati si sostituiscono all’intervento divino.

Non risulta che le Autorità britanniche abbiano immediatamente chiuso le suddette moschee o arrestato per incitazione al delitto e all’odio i citati Imam. Inerzia, stupidità o corrosione  intelletuale?

      Le processioni oceaniche di questi mesi in difesa di una banda di terroristi e dei Palestinesi, che però non condannano gli eccidi di Hamas, confermano fino a che punto la distorsione dei fatti, l’ignoranza e il fanatismo islamici possano travestirsi come difesa dei diritti umani.

       Le “preoccupazioni” di mezza Europa per la vittoria elettorale dell’olandese Geert Wilders e per le sue dichiarazioni a proposito dei Musulmani non sono insomma che un’ennesima deriva di questo inquietante e patologico strabismo. 

      Di fatto, l’uomo politico olandese ha solo ribadito la preminenza del diritto civile e dello Stato su qualsivoglia Sharia (la legge islamica)  di turno. Il ragionamento non fa una grinza ed è addirittura democratico, ma egli viene accusato di intolleranza e di Islamofobia….Data la diffusa tendenza degli immigrati musulmani a difendere tale tipo di priorità religiosa  e la loro scarsa integrabilità con la civiltà europea, diventa quindi comprensibile che sempre Geert Wilders abbia anche minacciato di congelare qualsiasi ulteriore immigrazione di Musulmani. 

     La cosa inquietante  non è solo lo strisciante clima di eccezionalismo che aleggia sulle comunità islamiche in Europa, la favola dell’Islam come religione di pace e tolleranza o gli insensati attacchi terroristici sopra menzionati . Il problema è di gran lunga più profondo e non riguarda solo gli immigrati musulmani.

     Per quale motivo, infatti, milioni di immigrati in genere,  musulmani o meno, dovrebbero avere il diritto di riversarsi in Europa, quando lo stesso diritto e la stessa pratica non valgono e avvengono al contrario? 

     Per quale motivo dovrebbe essere facilmente consentito erigere moschee in Europa, quando un’analoga erezione di chiese non avviene e non può avvenire in qualsiasi Paese musulmano, per non menzionare le culle del fanatismo iislamico come Pakistan e Iran? 

     Per quale motivo, i Musulmani non si riversano in massa nei Paesi musulmani del nord Africa o della penisola araba o in Pakistan o in Indonesia? 

     Per quale motivo i confini nazionali sono così facilmente e anarchicamente violentati senza appropriate misure da parte dei relativi Paesi? Nessuna sistematica spedizione al mittente. Nessuna sistematica azione giuridica nei confronti di losche flotte salvatrici. Nessun pattugliamento navale del Mediterraneo. Nessun a misura nei confrioniti dei paesi da cui vengono imbarcati o da cui emergono i migranti. 

     Le forzate accoglienze e asili non sono una manifestazione di solidarietà ma semplicemente  una resaincondizionata. 

      La protervia del volere a qualsiasi costo riversarsi in un altro Paese e la docile remissività della maggior parte dei governanti europei e delle folle da pollaio alla Facebook sono quindi stupefacenti.        

       La levata di scudi nei confronti di un Geert Wilders o di Stati come la Polonia o l’Ungheria, che hanno adottato o intendono adottare misure restrittive o totalmente proibitive nei confronti dell’immigrazione è un esempio del grado di inettitudine e irresponsabilità non solo di vasti strati dell’opinione pubblica ma anche dell’organismo che pretende di regolare la vita europea. Un organismo, la UE, sempre più farraginoso e burocratico, sempre più lontano dalla realtà e che continua a perdere tempo e risorse nell’equivoco ucraino anziché occuparsi di cose più serie.

      Ben più seri sono infatti l’invasione immigratoria, la fungaia di irriducibili ghetti  sociali e ideologici spuntati in mezza Europa, il tentativo iraniano di far scomparire Israele dalla faccia della terra e le disinvolture piratesche degli Houthis spalleggiati sempre dall’Iran.        

      In realtà, non si tratta di immigrazione ma di “invasione”. Il fenomeno è così lampante che rimane incredibile come a livello governativo nessuno, salvo rare eccezioni, abbia il coraggio di ammetterlo. La criminale remissività immigratoria, nonché le ipocrite e ridicole mezze soluzioni alla Ruanda-Albania, sono il sintomo del degrado intellettuale e mentale di cui soffre la supposta intellighentzia di questi tempi. Di fatto, esiste un equivoco. La marea immigratoria attuale, anarchica e prepotente,  musulmana o non musulmana, è un’eruzione destabilizzante e senza legittimazioni logico-morali. Essa annulla, anche concettualmente, non solo le basi di un’armonica collettività, delle sue tradizioni e delle sue norme condivise ma anche quello elementare ed immemoriale dei confini stessi di uno Stato. Aboliamo questi ultimi, e non avremo più Stato ma solo caos. 

       Vi è qualcuno a Bruxelles che abbia l’onestà e l’intelligenza di ammettere che l’Europa si trova di fronte a una vera e propria “invasione” con incontrollabili effetti sociali, culturali ed economici? 

       Di fatto, “un disastro”, più strisciante e meno cruento di quelli della II Guerra mondiale ma non meno destabilizzante e inquietante.

      Unica speranza: il pensionamento anticipato di molti pseudo uomini ppolitici inutili che stanno affondando l'Europa e la comparsa di altri Geert Wilders.

Antonello Catani, 17 dicembre 2023

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I sovranisti a Firenze, gli europeisti a Caserta. E Meloni?

Si avvicinano le elezioni europee, i partiti scaldano i motori...

Le due Europe in Italia, domenica. La campagna elettorale per le elezioni europee in un certo senso comincia dopodomani con due eventi speculari. L’ultradestra, che in Italia ha il suo portabandiera in Matteo Salvini, si incontra a Firenze con due vistose assenze, le figure più importanti diciamo pure, Marine Le Pen e  Geerts Wilder, fresco di primato elettorale nella sua Olanda ma alle prese con il rompicapo di riuscire a formare una maggioranza e un governo tanto che ha declinato l'invito salviniano perché appunto impegnato nelle trattative, una cosa un po' più importante del triste raduno dei leghisti e di varia umanità più meno nazi-fascista. Manderà un videomessaggio, come Marine. Il minimo sindacale. Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

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Giorgia Meloni davanti a un bivio in Europa

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La vittoria in Olanda di Wilders pone problemi alla Meloni

La logica vorrebbe che l’esito delle elezioni olandesi sia una buona notizia per Giorgia Meloni. Ma la logica politica spesso non ha nulla a che fare con la ragione. La maggior parte delle volte è un interesse di parte e, in questo caso, proprio di partito. Il boom elettorale del sovranista Geert Wilders infatti è una cattiva notizia per la presidente del Consiglio, non rientra nei suoi piani europei. Anzi, va in senso inverso (...) Brutte notizie dall'Europa per la premier. Salvini è ringalluzzito, forte del suo messaggio «mai con i socialisti» che lancerà forte dalla Fortezza di Firenze, con accanto anche madame Le Pen in crescita nei sondaggi francesi (...) Scholz sarebbe stato molto rigido sul rientro di debito (quello italiano è al centoquaranta per cento del Pil, quello tedesco al sessantasei per cento) e deficit (che secondo Berlino dovremmo tenere sotto il tre per cento). La Germania, è il senso del ragionamento del Cancelliere tedesco, i suoi sacrifici li ha già fatti». Il commento di Amedeo La Mattina su Linkiesta.

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