Belpaese in difficoltà per la mancata crescita

Nel 2015, ad esempio, su 34 paesi Ocse ben 20 sono cresciuti a un tasso superiore al 2%, e metà di questi ultimi a un tasso superiore al 3% o al 4 %. Il ritmo di crescita di questi 20 paesi è sostanzialmente in linea con il tasso di crescita del Pil mondiale. E anche estendendo lo sguardo a un periodo più lungo, per esempio il quadriennio 2012-2015, il quadro non appare così drammatico come talora lo si dipinge: in quasi la metà dei 34 paesi Ocse il tasso medio di crescita si è collocato al di sopra del 2 per cento. L'editoriale di Luca Ricolfi su Il Sole 24 Ore.

Renzi-Amleto, cresce o non cresce questa benedetta Italia?

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Allarme crescita, il mondo continua a soffrire

Il tasso medio di crescita dei Paesi Ocse previsto per il 2016-2017 è di poco superiore al 2%, contro il 3.5% degli anni pre-crisi (2000-2007). Quello dei paesi dell’Eurozona continua ad essere inferiore al 2%, quello dell’Italia è appena al di sopra dell’1%.Per l’Italia, tuttavia, il quadro è più complesso di come può apparire dalle crude cifre degli organismi internazionali. L'editoriale di Luca Ricolfi su Il Sole 24 Ore.

La crescita  langue e non è colpa dei gufi

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La deflazione, un pericolo per tutti

La politica monetaria deve essere sostenuta da politiche fiscali espansive e deve funzionare attraverso canali bancari risanati. Dal lato dell'offerta, sono necessarie riforme che alzino il reddito potenziale alimentando cioè aspettative di maggior benessere futuro. È questa promessa che, quando è credibile, crea consenso per le democrazie e desiderio di pace. L'editoriale di Carlo Bastasin su Il Sole 24 Ore.

L'Ue deve cambiare registro

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