Bonus e sussidi dilapideranno i miliardi del Recovery

Dei 127 miliardi di prestiti derivanti dal piano europeo, solo 52 dovrebbero essere aggiuntivi (in origine erano 40, ma sono saliti per cercare di ridurre l'attrito con Renzi) e quindi andrebbero a gonfiare il debito. Gli altri 75 miliardi servirebbero a pagare decisioni di spesa prese e non realizzate per mancanza di fondi, quindi in stand by, già contabilizzate nel bilancio pubblico. (...) Contenere il più possibile deficit e debito è un requisito importante, perché nessuno può sapere quanto durerà la bonanza monetaria della Bce e quando verranno ripristinate le regole di MaastrichtIl commento di Stefano Cingolani su il Sussidiario.

L'Italia sta dilapidando i soldi che l'Ue ci mette a disposizione

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Rutte minaccia lo stop al Recovery fund

  • Pubblicato in Esteri

Mark Rutte torna alla carica sul recovery fund. Ora il premier olandese, capofila dell’offensiva dei paesi frugali contro il ‘Next generation Eu’, minaccia di bloccare il piano anti-crisi nel Parlamento de L’Aja se non verrà migliorata la parte di condizionalità legata allo stato di diritto. Oggi, nella riunione degli ambasciatori dei 27 Stati membri, l’Olanda ha votato no sulla mediazione italo-tedesca sullo stato di diritto, esattamente come hanno fatto gli altri frugali (Finlandia, Danimarca, Austria) e anche Polonia e Ungheria. I primi la ritengono troppo blanda, i secondi troppo severa. Contrari anche Belgio e Lussemburgo. La proposta è passata a maggioranza qualificata, ma, avvertono fonti olandesi, se rimarrà tale, l’Olanda bloccherà l’erogazione dei fondi. Il commento di Angela Mauro su Huffington Post.

ll rischio di ritardare l’erogazione del recovery fund si fa sempre più concreto

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Parole, parole, parole del governo Conte. E i fatti?

Sulla gestione dei fondi che arriveranno dall’Europa siamo ancora all’anno zero, nel senso che finito il lockdown ci sono stati i risultati dei lavori della commissione Colao e gli Stati generali dell’economia, ma al di là di titoli e slogan non si è capito cosa il Governo intenda fare. Si parla anche di creare una commissione bicamerale o due monocamerali, ma il Parlamento avrebbe solo un potere di indirizzo e non di gestione dei fondi, che sarebbe in ogni caso in capo all’esecutivo, all’interno del quale è in atto un braccio di ferro su questo tema. I tempi però stringono, perché a metà ottobre andrà presentato il Recovery plan nazionale. Guido Gentili su Il Sussidiario.

Le fibrillazioni nell'esecutivo non lasciano trasparire niente di buono

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