Rischio Lehman Brothers 2.0

Ci troviamo in una nuova era, l’era glaciale della finanza. Le principali banche centrali, a furia di non affrontare gli eccessi degli ultimi anni della finanza (ad esempio evitando riforme nella direzione di una separazione tra banche tradizionali e banche di investimento) hanno assecondato le svariate bolle che la finanza privata ha creato, finendo anch’esse in bolla, ovvero tutte ad armeggiare con tassi azzerati e manovre di iniezione monetaria per contrastare il fisiologico rischio di deflazione globale che ne è scaturito. Un editoriale di Vito Lops su Il Sole 24 Ore.

Bolla finanziaria all'orizzonte, l'ennesima

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Nuove difficoltà del sistema economico globalizzato

L'economia globale è un sistema integrato e ignorare questa realtà non serve a nulla. Attualmente, una delle realtà più importanti è la debolezza cronica della domanda privata rispetto ai redditi potenziali in alcune economie importanti.
Per convincersi, gli scettici non hanno che da chiedersi perché i tassi di interesse nominali e reali a lungo termine siano da così tanto tempo su livelli bassi. Non è l'effetto dell'allentamento quantitativo, additato spesso come capro espiatorio ma in buona parte irrilevante, come si può vedere dal fatto che i tassi sono bassi anche negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dove le Banche centrali hanno smesso di creare moneta per comprare attività. Il Governo americano e quello inglese sono in grado di prendere soldi in prestito a trent'anni con tassi rispettivamente del 2,4 e del 2,6 per cento in termini nominali (e in termini reali, praticamente a tasso zero). Un editoriale dei Martin Wolf su Il Sole 24 Ore. 

Dollaro superstar, la nuova tappa degli squilibri globali

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L'Italia ha carte da giocare per uscire dalla recessione

Una garanzia aurea. Ecco quel che serve all'Europa. L'oro di Paesi della Uem è tornato alla ribalta per le notizie che la Germania e l'Olanda stanno cercando, con scarso successo, di riportare in Patria le loro riserve ufficiali depositate soprattutto presso la Fed. Senza approfondire queste notizie (peraltro non secondarie, rileviamo che i Paesi della Eurozona sono i principali detentori di oro ufficiale al mondo con circa 330 milioni di once che diventano 347 con quelle della Bce mentre gli Usa ne hanno circa 260 milioni di once. L'oro ufficiale pro-capite della Uem supera quello Usa del 20%, quello della Germania lo supera del 64%, quello dell'Italia del 60%, quello della Francia del 50%. Usare 100 milioni di once come garanzia di un Fondo europeo per gli investimenti è fattibile, senza altri calcoli. Non esiste infatti alcuna clausola del Sistema europeo di banche centrali che le rende l'oro intoccabile. Inoltre noi non proponiamo di venderlo. Il che invece è stato fatto tra il 1999 e il 2013 (nel rispetto del Central Bank Gold Agreement) quando sono state vendute le seguenti quantità: dalla Bce 8,7 milioni di once, dalla Francia 18,4, dall'Olanda 12,9, dalla Spagna 7,8, dal Portogallo 7,2, dall'Austria 4,1, dalla Germania 2,6, dal Belgio 1. Tra i Paesi della Uem importanti solo l'Italia non ha venduto. Così il prof. Alberto Quadrio Curzio su Il Sole 24 Ore. 

E se provassimo a dare in garanzia il nostro oro?

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