È allarme recessione, Italia commissariata?

Dove saremmo senza Francoforte? Lo scopriremo presto, salvo follie di Christine Lagarde o cedimenti improbabili del fronte dei falchi: il 31 marzo, la pacchia del Pepp finisce. Se tutto andrà al meglio, si resterà con 40 miliardi a regime in dotazione all'App per il secondo trimestre, destinati poi a scendere a 20 miliardi nel terzo. Il commento di Mauro Bottarelli su il Sussidiario.

Alla fine del tunnel non si vede ancora la luce

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«Così la Bce aiuta famiglie e imprese»

Nel mondo le autorità pubbliche sono impegnate nella lotta al coronavirus. Il Covid-19 rappresenta una nuova forma di shock economico che non può essere affrontato applicando schemi del passato. Abbiamo bisogno di politiche disegnate per chi è maggiormente esposto alla crisi. Oggi questi soggetti sono le imprese e le famiglie che devono far fronte a forti riduzioni di reddito e ad una crescente preoccupazione per il proprio futuro. Le recenti decisioni prese dalla Bce hanno l’obiettivo preciso di dare loro una risposta.

Nell’ambito nel nostro mandato abbiamo calibrato le misure per fare in modo che ai cittadini e ai settori che più hanno bisogno di sostegno non vengano a mancare risorse finanziarie.

Per capire la portata delle nostre misure, dobbiamo aver ben presente le ragioni che rendono questa crisi speciale. Le sue origini sono diverse da quelle di una crisi finanziaria o di una classica recessione. Il netto calo dell’attività economica è la conseguenza delle restrizioni al movimento delle persone. Diventa pertanto indispensabile evitare che le imprese sane falliscano e i dipendenti perdano il loro posto di lavoro a causa di una crisi temporanea di cui non hanno nessuna colpa.

I lavoratori dipendenti sono esposti a un rischio mai visto dagli anni ’30. Sebbene in Europa, rispetto agli Stati Uniti, la disoccupazione abbia di solito un andamento più graduale e meno volatile, cogliamo già segnali preoccupanti.

Per evitare danni durevoli è necessario far sì che l’economia sia messa come in “stand by” , mantenendola il più possibile nelle condizioni antecedenti la pandemia. Questo obiettivo può essere raggiunto utilizzando diversi strumenti. Uno è l’introduzione di programmi pubblici di sostegno all’occupazione nel breve periodo; un altro è m ettere il sistema bancario in grado di fornire alle imprese le risorse che consentano loro di continuare a pagare i salari e le altre spese. Poiché l’area dell’euro è un’economia basata sulle banche, favorire il flusso del credito contribuisce a far pervenire velocemente liquidità a tutti gli strati dell’economia.

I governi e le banche centrali stanno adottando interventi complementari per mettere le banche nelle condizioni di svolgere questo compito. I governi concedono garanzie sui prestiti che riducono il rischio di credito delle banche: nell’area dell’euro una cifra complessiva pari al 16% del Pil è stata già destinata a questi interventi. La Bce da parte sua fornisce liquidità sufficiente a eliminare il rischio di liquidità delle banche, assicurando che le condizioni di finanziamento continuino a sostenere l’economia nel suo insieme.

Abbiamo introdotto due tipologie di misure per raggiungere questi obiettivi.

In primo luogo, abbiamo adottato misure mirate su vasta scala per fare in modo che la liquidità arrivi a coloro che ne hanno maggiormente bisogno. Le nostre nuove operazioni mirate di rifinanziamento forniscono alle banche fino a circa 3.000 miliardi di euro di liquidità a un tasso di interesse negativo che può raggiungere il -0,75 per cento. L’esperienza passata ci insegna che queste misure possono essere molto efficaci. Secondo le nostre stime, le due serie precedenti di operazioni mirate hanno incoraggiato le banche a erogare maggiori prestiti per circa 125 miliardi di euro rispetto a quanto avrebbero fatto in loro assenza.

Per assicurare che le banche sfruttino a pieno queste nuove operazioni, abbiamo poi introdotto una serie di misure di allentamento dei requisiti sul collaterale, con particolare riguardo alle imprese più piccole, ai lavoratori autonomi e ai privati. I prestiti concessi alle imprese e ai lavoratori autonomi ricorrendo agli schemi di garanzia introdotti a seguito del coronavirus possono essere così accettati dalle banche centrali nazionali dell’Eurosistema nell’ambito delle nostre operazioni di rifinanziamento, compresi i prestiti di minore entità.

Tali misure incoraggeranno le banche a erogare prestiti alle microimprese e alle imprese individuali, che hanno di solito meno accesso al credito, e a finanziarsi fino a tre anni a tassi di interesse negativi tramite le nostre operazioni. Nell’area dell’euro i lavoratori autonomi sono circa 22 milioni, pari al 14% dell’occupazione totale. In Italia questi rappresentano il 24%. Tali misure favoriranno pertanto l’accesso al credito per una parte più ampia delle nostre forze di lavoro.

In secondo luogo, stiamo acquistando grandi volumi di titoli del settore pubblico e privato per assicurare che tutti i comparti dell’economia possano sfruttare le condizioni di finanziamento favorevoli. Il nostro programma di acquisto per l’emergenza pandemica, insieme agli altri programmi di acquisto di attività, ci consente di acquistare titoli per oltre 1.000 miliardi di euro fino alla fine dell’anno. E, nell’ambito di tale programma, possiamo effettuare gli acquisti in maniera flessibile tra le classi di attività e i diversi paesi. Abbiamo inoltre incluso nei nostri acquisti di attività la carta commerciale, una fonte importante di liquidità per le imprese. Ciò fornisce ulteriore sostegno nella gestione dei flussi di cassa giornalieri ed evita inutili licenziamenti.

Nel complesso, tali azioni dimostrano che non consentiremo alcun inasprimento prociclico delle condizioni di finanziamento a fronte di uno dei più gravi cataclismi macroeconomici dei tempi moderni. La nostra risposta sarà però più efficace se tutte le politiche si rafforzeranno reciprocamente. È essenziale che le manovre di bilancio in risposta a questa crisi siano adottate con sufficiente vigore in tutta l’area dell’euro. È necessario che i governi si sostengano a vicenda, affinché insieme possano mettere in campo politiche ottimali per contrastare uno shock comune di cui nessuno è responsabile.

Il completo allineamento delle politiche di bilancio e della politica monetaria, nonché condizioni di parità nella lotta contro il virus, sono il modo migliore per tutelare la nostra capacità produttiva e l’occupazione, consentendoci di tornare a una crescita e a tassi di inflazione sostenibili all’indomani della pandemia di coronavirus. Se non saranno tutti i paesi a essere curati, anche gli altri ne soffriranno. La solidarietà è di fatto nell’interesse di tutti. La Bce continuerà a fare la sua parte, assolvendo il proprio mandato di mantenere la stabilità dei prezzi e operando al servizio dei cittadini europei.

Christine Lagarde * – Il Sole 24 Ore – 9 aprile 2020

* Presidente della Banca centrale europea

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