Madame Clicquot, lo champagne sono io

Come le corolle di caparbie e profumate ninfee galleggiano sull’acqua  così, con la stessa eleganza, emergono  nella  Storia dell’umanità, quella che per distinguerla scriviamo con la S maiuscola, le eroine protagoniste dei romanzi della scrittrice romana Adriana Assini. L’autrice si è dedicata da tempo e con grande passione alla scoperta di figure femminili dimenticate. Spesso, come lei racconta, sono stati incontri segnati dal Caso, aprendo  qualche grande tomo antico lasciato casualmente sul tavolo e trovato mentre era impegnata in varie ricerche nelle biblioteche.

 Il suo ultimo romanzo Madame Clicquot. Lo  Champagne sono io, edito da Scrittura & Scritture, giunge infatti nelle librerie dopo tante altre figure di donna che Adriana Assini ha saputo far conoscere per la loro tenacia e forza e, soprattutto, per la capacità di credere nelle loro convinzioni. Madame vive in un’epoca di grande fermento, a cavallo tra la Rivoluzione Francese e l’ascesa e caduta di Napoleone Bonaparte. Nella sua Reims, non molto distante da Parigi, affronta le difficoltà di essere una giovane vedova, in un’epoca in cui lo stesso Napoleone che aveva saputo accogliere alcune istanze sociali della rivoluzione, aveva tuttavia,  “riportato” le donne nel consueto ruolo di angeli del focolare.

 Ella saprà assumere la direzione della piccola impresa vinicola del marito e trasformarla in un’azienda capace di esportare anche nella lontana Russia. I suoi vini per cui si adopera con tanta dedizione nella cura di ogni dettaglio, il suo intuito e, la sua intelligenza nel sapersi circondare di persone capaci in questa avventura straordinaria, disegnano il profilo di una donna che può fungere da esempio. Madame Clicquot ci appare spumeggiante in un abito scollato e dalla ampia e morbida gonna di color giallo oro, sulla copertina del  libro. Con gli occhi chiusi e la testa appena rivolta verso l’alto è intenta  a sorseggiare la divina bevanda di Bacco.

Ci conduce così dentro le vicende narrate per permetterci di capire le difficoltà e le caratteristiche di una professione. Malattie, eventi naturali e poi i processi per arrivare a bere un ottimo vino sono raccontati “dipingendo” le vicende personali della protagonista all’interno di un affresco di un’epoca caratterizzata da repentini cambiamenti.

L’autrice ama  farci scoprire i personaggi storici e non, attraverso i loro pensieri per svelare le dinamiche e i rapporti possibili fra le persone del tempo di cui racconta. Il romanzo diventa dunque un quadro, dove compaiono, a volte, quasi esse stesse protagoniste, le mense con le porcellane e i calici di cristallo e sentiamo  i profumi buoni del cibo  quasi sollevarsi  dalle pietanze ben descritte, mentre capiamo  i gusti e le mode “nell’osservare” i loro abiti e comportamenti. Intendiamo i loro pensieri e le loro opinioni sugli avvenimenti che gli è capitato di vivere. Possono essere aristocratici, ricchi borghesi, ma anche  persone comuni.

Adriana ama dipingere e i suoi acquarelli raccontano un mondo esotico e in parte magico che si arricchisce di atmosfere  preziose. Nei suoi romanzi  l’autrice crea una sorta di magia che diventa occasione  per la rievocazione di “personagge” rimaste dentro libri e documenti polverosi e che necessitano di tornare a respirare anche per alimentare le nuove generazioni di un nuovo coraggio e di una motivata speranza.

Quanta resilienza incontriamo nelle eroine della scrittrice laziale? Una breve carrellata dei suoi libri ci porta a citare i suoi romanzi che pongono al centro della narrazione la  figura femminile. Nel romanzo Le rose di Cordova  è la schiava moresca a raccontare le tristi vicissitudini di Giovanna I di Castiglia, terzogenita dei Re Cattolici, giudicata pazza e rinchiusa, solo per strapparle il suo diritto alla corona. Rosso di Tiro, blu d’oltremare. Una storia fiamminga  ci proietta sul finire del Trecento, nella cittadina di  Bruges, dove in dispregio alle dure regole del momento le dame della Compagnia della Conocchia si ritrovavano di nascosto solamente nelle fredde notti tra Natale e la Candelora. Il loro era un sodalizio nato dal bisogno di trovare consigli e rimedi per poter vivere degnamente in quei tempi estremamente difficili.

 Giulia Tofana. Gli amori, i veleni narra la vita  di una grande avvelenatrice, nata poverissima e analfabeta, ma assai intelligente e che visse  fra Palermo e Roma. Ella fornirà il veleno solo alle donne che glielo chiederanno per sopravvivere a mariti violenti. Berthe Morisot. Le luci, gli abissi restituisce il ruolo effettivo che la pittrice ebbe all’interno del gruppo degli Impressionisti francesi. Fu infatti una delle fondatrici e non solo presenza sporadica in  quel movimento. Agnese, una Visconti tratteggia infine  il triste destino di questa nobile lombarda del Trecento andata in sposa a Francesco Gonzaga e che dentro le contese di quel secolo roboante per lo sfoderar di spade e in parte per il suo desiderio d’amore, subì il supplizio della  ghigliottina.

 Assini si è dedicata anche ad altre tematiche storiche che abbracciano periodi e personaggi differenti come, ad esempio, Giuliano e Lorenzo. La primavera dei Medici edito nel 2019 e sempre nello stesso anno La Spada e il rosario. Gian Luca Squarcialupo e la congiura dei Beati Paoli. Apprezzata anche dalla critica, viene spesso invitata a presentare i suoi libri in Italia ed è conosciuta e tradotta all’estero.

Patrizia Lazzarin, 13 ottobre 2023

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