Il doppio risiko dell’Italia per “staccarsi” dalla Cina

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È addio per la Via della Seta? Sarà in grado la Meloni di sfidare Xi?

Nel G7 di Hiroshima ha fatto irruzione naturalmente la guerra in Europa e la presenza di Zelensky ha fatto parlare addirittura di un G8 con l’Ucraina al posto della Russia. Ma il vero convitato di pietra è Xi Jinping. Mai così evidente è apparso il disallineamento tra la Cina e gli Stati Uniti. Tanto che parallelamente si è svolto un summit alternativo nell’antica capitale cinese Xian, la cui ambizione è quella di creare un’alleanza strategica con le ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale: Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Un rapporto sigillato da una dichiarazione solenne con un piano per il futuro. La Cina avanza nella sua strategia imperiale e s’allontana sempre più da quello che potremmo chiamare il club delle liberal-democrazie. Il commento di Stefano Cingolani su il Sussidiario.

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Uscire dalla Via della Seta? Meloni non sa ancora come

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La Meloni sulla Via della Seta cinese, rinnovare l'accordo o no?

La Via della Seta è la manifestazione visibile delle mire economico-diplomatiche della "nuova Cina", le neonate Global Security Initiative e Global Civilization Initiative rappresentano invece il modello concettuale e teorico con cui Pechino ha la pretesa di presentarsi come potenza responsabile e garante di stabilità sulla scena globale. Il commento di Lorenzo Lamperti su Linkiesta.

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Berlusconi è in un passato che non tornerà

Forza Italia, fans adoranti, ma Berlusconi è sul viale del tramonto

Il ritorno di Silvio Berlusconi, con un video registrato al San Raffaele, è un evento importante. Non solo dal punto di vista personale. Al di là dei giudizi estetici-comunicativi che ognuno è libero di esprimere, è la dimostrazione che il Cavaliere ha ancora voglia di combattere, di essere la «spina dorsale», come dice lui stesso, della maggioranza di centrodestra. Non è proprio così in un governo dove lo scettro del comando è nelle mani di Giorgia Meloni (...)Dalla platea un'ammirazione autentica da parte di quel sei-otto per cento di italiani che continuano a votarlo, votano lui: sono il residuo zoccolo duro del berlusconismo, il primo fenomeno populista e mediatico, dilaniato dalla Lega prima e da Fratelli d'Italia dopo. I colonnelli e generali presenti agli East End Studios se lo tengono stretto per sopravvivere. Sono drammaticamente aggrappati alla precaria salute del capo.Il commento di Amedeo La Mattina su Linkiesta.

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