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Giorgia è rimasta sola, il suo è un premierato debole

Il governo Meloni ha qualche problema

Giorgia Meloni è una donna sola al comando. Probabilmente è ancora forte nel Paese, ma la sua condizione è problematica. Perché ci sono due modi di essere soli al comando. Il primo è quello classico del leader forte, indiscusso, riconosciuto. Il secondo è quello di un leader che è tale perché è rimasto solo. Ecco, l’impressione di questa fase, rafforzatasi in questi giorni, è che Meloni si carichi tutto sulle spalle. Che ci sia solo lei. Nel deserto di “fratelli” e “sorelle” che via via, per un motivo o per l’altro, sono alle corde e non l’aiutano. Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

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Meloni e l’uva della Corte Costituzionale, che era acerba

Non riuscito il voto-blitz della Meloni per il giudice costituzionale

Quella di ieri, nel voto sulla Corte costituzionale, è stata la prima autentica vittoria del centrosinistra, nonché la sua prima manifestazione di esistenza in vita. Coincidenza forse non casuale. Di sicuro è stata una vittoria che lascerà un segno sul governo e di cui va dato pieno merito a Elly Schlein. La scelta di non partecipare al voto non era scontata, per qualche momento il Pd ha rischiato di rimanere isolato e spernacchiato da tutti (cioè esattamente quello che era appena accaduto sul cda Rai) ma alla fine invece è riuscito a spingere le altre forze di opposizione sulla stessa linea, compreso quel Movimento 5 stelle che guarda caso ha aspettato fino all'ultimo prima di accodarsi. Giorgia Meloni ha tentato una duplice forzatura: nel merito, per la scelta del candidato, il suo attuale consigliere giuridico, Francesco Saverio Marini, l'uomo che ha contribuito a scrivere la riforma del premierato su cui in futuro dovrà pronunciarsi la stessa Corte costituzionale, e nel metodo, con un colpo a sorpresa che solo la fuga di notizie delle celebri chat dei gruppi parlamentari ha fatto fallire. Il commento di Francesco Cundari su Linkiesta.

 

 

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La grande scoperta della Meloni trumpiana

Continua l'equivoco, la Meloni non sceglie perchè non vuole

Da giorni diversi quotidiani, non solo italiani, dedicano articoli più o meno costernati all'inaspettata scelta di Giorgia Meloni, che oggi sarà a New York per l'Assemblea generale dell'Onu e dovendo ricevere un'onorificenza dall'Atlanti Council ha deciso di farsela consegnare, pensate un po', dal suo grande amico Elon Musk. L'uomo che ha trasformato Twitter, ora X, nella sentina di tutte le peggiori follie estremiste e il suo personale account in quello del più scatenato propagandista trumpiano (tanto da essere finito perfino sotto indagine dei servizi segreti per un tweet, poi cancellato, in cui si domandava come mai nessuno attentasse alla vita di Joe Biden e Kamala Harris). Il commento di Francesco Cundari su Linkiesta.

 

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