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La Cina controlla l'America Latina, Trump un nano

  • Pubblicato in Esteri

Mentre l’Europa si sfibra nel discutere «Cina sì, Cina no» l’impero del Dragone, in silenzio e con la discrezione che nei secoli lo ha reso un gigante, anche dell’economia, stringe la morsa decisiva sull’America latina, continente che da anni sta invadendo a colpi di Renminbi (la valuta cinese). Ma adesso la Belt and Road Initiative (BRI), come si chiama in termini tecnici la Via della Seta, qui si fa e per davvero. E in questa parte di mondo è già vista come una fiammante scintilla di futuro. La decisione, presa ufficialmente nel 2013 dal presidente Xi Jinping con il placet dei governi locali, a piccoli ma importanti passi sta diventando quest’anno una realtà tra Caraibi e Sud America. Il commento di Paolo Manzo su Panorama.

La Cina si mangia il Sud America

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Tria apre alla Cina, in Italia saldi di fine stagione

Si parte per vendere e si finisce per comprare. Sembrava che il ministro dell’Economia Giovanni Tria fosse andato in Cina per vendere i titoli del debito italiano e invece è venuto da Pechino l’annuncio che la Banca d’Italia inizierà a diversificare le proprie riserve valutarie includendo il renminbi e quindi titoli di stato cinesi. Non è una novità che dai cinesi compriamo quasi tutto: la Cina è tornata a essere una fabbrica-mondo come lo fu fino alla vigilia della rivoluzione industriale europea. Il commento i Alberto Negri sul sito linkiesta.it

L'Italia cede allo yuan di Xi

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Gli investitori guardano le mosse di Pechino

I gestori adesso guardano un altro spread, che arriva ogni mattina sui monitor dritto dalla Cina, non più a quello tedesco. Misura la differenza tra l’andamento dei due yuan (o renminbi, cioè il nome della valuta in Cina) oggi in circolazione. Il primo, detto “spot” o “onshore”, è quello stabilito dalla People’s Bank of China che lo controlla nell’ambito di una banda di oscillazione (è quindi un cambio semi-rigido). Il secondo è libero di fluttuare liberamente sui mercati secondo le regole canoniche della domanda e dell’offerta. È lo yuan “offshore”, quotato a Hong Kong. L'editoriale di Viyo Lops su Il Sole 24 Ore.

Mercati attenti allo spread di Pechino

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