di Patrizia Lazzarin

Per la prima volta nella città eterna, la mostra si è aperta con un sottotitolo che rimanda simbolicamente alle tre anime storiche di Roma: arte e archeologia, alta moda e cinema — elementi che trovano piena espressione nella produzione fotografica di Huene, elegante interprete di una modernità classica e visionaria. Palazzo Braschi sta ospitando, dal 25 giugno al 19 ottobre 2025, la mostra “George Hoyningen-Huene. Art.Fashion.Cinema”.
La rassegna è una narrazione che intreccia significative connessioni con la storia del Novecento, l’arte e l’epoca d’oro del cinema hollywoodiano.
Curata da Susanna Brown, per oltre dodici anni curatrice del Victoria & Albert Museum di Londra, l’esposizione, una prima assoluta per Roma, dopo il successo a Palazzo Reale di Milano, presenta oltre 100 fotografie distribuite in 10 sezioni differenti, con stampe al platino che esaltano lo stile elegante e sobrio del fotografo, oltre a sottolineare il suo uso innovativo delle tecniche di stampa e le influenze artistiche che lo segnarono.
Huene è un giovane aristocratico, poliglotta ed erudito, appena diciassettenne quando fugge dalla Rivoluzione bolscevica. Unico figlio maschio del barone Von Hoyningen-Huene e di madre americana, cresce alla corte dello zar Nicola II, immerso nella cultura classica e circondato dal fermento delle avanguardie artistiche.

Ritratto di Salvador Dalì in Instant Sublime
Al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, Michel Fokine e Anna Pavlova calcano le scene, destinati a incantare il mondo con i Balletts Russes di Sergej Djagilev, sulle immortali musiche di Igor’ Stravinskij. Nella galleria di Nadežda Dobucina, a pochi passi dall’Ermitage, è organizzata la mostra 0.10, dove appare per la prima volta il Quadrato nero di Kazimir Malevic, esposto come una sacra icona. Sarà ancora Dobucina ad accompagnare Natal’ja Goncarova e Michail Larionov verso Parigi, dove troveranno la loro consacrazione.
Figlio di questo irripetibile contesto culturale, Huene giunge a Parigi, dove, come scriverà nelle sue memorie: “[…] l’antichità celebrava il suo arrivo a Montmartre sulle note di una banda jazz”, una sinfonia di cultura classica e avanguardia che si riflette anche nei suoi scatti.
Nella Ville Lumière, Huene si muove con grazia tra i protagonisti del tempo: Man Ray, Pablo Picasso, Francis Picabia, Jean Cocteau, Salvador Dalí e molti altri. Con loro condivide l’effervescente vitalità dei ruggenti anni Venti, frequentando luoghi simbolo dell’intrattenimento parigino e catturando con il suo obiettivo le magnetiche personalità che vi si esibivano: le Folies Bergère, dove brillava la “Venere nera”, colta in scatti che uniscono fascino esotico e creazioni di gioielleria Art Déco, e La vie parisienne, dove la leggendaria proprietaria, Suzy Solidor, cantava audacemente di amore e desiderio omosessuale: figura carismatica, fu ritratta da oltre duecento artisti, tra cui anche Huene.

Maggy Rouff
Dalla metà degli anni Trenta Huene si divide tra Parigi e gli Stati Uniti, portando con sé un prezioso bagaglio di opere d’arte degli amici Picasso, Bérard, Cocteau e altri, che adornano le pareti del suo appartamento newyorkese. Ma sarà l’incanto delle forme classiche della statuaria e dell’archeologia greca, insieme alle atmosfere luminose e alle sfumature magiche della Tunisia, a ispirare alcuni dei suoi scatti più seducenti, tra cui i vibranti nudi maschili, che anticipano gli scatti del fotografo americano Herb Ritts negli anni Ottanta e Novanta.
Il capitolo finale della mostra è poi dedicato agli anni hollywoodiani di Huene, che giunge a Los Angeles su invito dell’amico regista George Cukor, con il quale inizia una stretta collaborazione cinematografica e una tenera amicizia. Per lui, Huene progetta anche una parte del sontuoso giardino della sua villa, luogo d’incontro per la comunità queer delle stelle del cinema.

Princess Natash
Tra le affettuose conoscenze di Huene spicca infine Sophia Loren, con la quale collabora per il film Il diavolo in calzoncini rosa; da quel momento, il legame tra i due rimarrà indissolubile, fino alla morte di Huene nel 1968.
L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e realizzata da CMS.Cultura, con il patrocinio del Ministero della Cultura e dell’Institut Français Italia, in collaborazione con l’Archivio George Hoyningen-Huene (Stoccolma, Svezia), celebra, a 125 anni dalla nascita, uno dei pionieri della fotografia di moda.
6 luglio 2025