di Patrizia Lazzarin

John Constable e William Turner, i più famosi paesaggisti e pittori romantici inglesi, rivali tra loro, saranno messi a confronto in una mostra irripetibile a fine anno alla Tate Britain, che celebrerà il 250° anniversario della loro nascita. Essi nacquero ad un anno di distanza l’uno dall’altro – Turner nel 1775, Constable nel 1776.
Dai tramonti infuocati di Turner agli schizzi di nuvole di Constable che catturano la luce mutevole del cielo, i loro capolavori saranno affiancati in quest’esposizione che permetterà di cogliere in modo immediato affinità e differenze tra i due, oltre a ripercorrere la loro vita, carriera ed eredità nella storia dell’arte, ad esempio, l’influenza sull’Impressionismo francese.
In mostra ci saranno anche taccuini da disegno e oggetti personali.
Cominciamo oggi con il raccontare l’Arte di John Constable.
Il metodo di lavoro di questo artista precede quello degli Impressionisti. Il suo amore per la Natura che va ad osservare dal vero, l’applicazione dei bianchi e dei gialli, dei blu e dei rossi allo stato puro, l’attenzione che in particolare dà alla luce e ai mutamenti che essa provoca sul paesaggio, rendono la sua pittura, gli studi e gli schizzi, i disegni, i soggetti che sceglie di ritrarre, di una sconcertante modernità densa di effetti cromatici e di risonanze emotive.

Lo comprendiamo osservando le immagini dei luoghi natali: la casa del padre, la valle di Dedham, la diga e il mulino di Flatford, lo Stour, le strade e i sentieri di campagna, i limpidi mattini e i tramonti, le serate estive di Suffolk, i cottages e le chiese di East Bergholt, di Stratford St. Mary e di Stoke by Nayland. Vedute che risentono dell’intensità profonda che la loro intima familiarità suscita. Egli passa da uno stile inizialmente più drammatico, dalle tonalità tese e contrastanti a toni più morbidi e suggestivi che fanno uso di fluide pennellate e di una maggiore rarefazione del colore che risente delle multiple visioni di luoghi colmi di ricordi.
Egli scriveva al suo amico John Fisher:

“Il rumore dell’acqua che esce dagli sbarramenti di un mulino, salici, vecchie massicciate marcite, pilastri sdrucciolevoli, muri di mattoni. Amo queste cose … finché dipingerò non mi stancherò mai di raffigurare posti come questi che mi sono sempre piaciuti … Potrei dipingere ancora meglio i luoghi che sono miei. Pittura è qui sinonimo di sentimento. Associo la mia spensierata giovinezza a tutto quello che sta sulle rive del fiume Stour. Sono stati questi paesaggi a rendermi pittore tanto che avevo spesso pensato di dipingerli prima ancora di prendere in mano un pennello”.
18 maggio 2025