Quotidiano online

Eventi

November – i paradossi della politica

di Patrizia Lazzarin

Colpi di scena o ancora meglio un gioco di battute di rimando dove regna sovrano il paradosso di una politica camaleontica, pronta ad indossare gli abiti migliori per poter salvare il potere finora goduto, descrive November, lo spettacolo andato in scena al Teatro Mario del Monaco di Treviso nelle scorse serate. 

Esso si ispira all’opera del premio Pulitzer David Mamet che si caratterizza per un umorismo avvincente che non centellina le verità della “commedia umana”. Un’ironia che non lascia molto spazio alla mediocrità. La commedia è ambientata nel novembre dell’anno delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti e fa focus sul presidente uscente Charles Smith, le cui possibilità di rielezione sono minate da un calo dei consensi, da fondi sempre più scarsi e dalla minaccia di una guerra nucleare che sembra improcrastinabile.

Fanno parte del cast: Luca Barbareschi nei panni del presidente degli Stati Uniti, Charles Smith, Chiara Noschese, Clarice Bernstein, la segretaria del presidente, Simone Colombari, l’avvocato Archer Brown, Nico Di Crescenzo, il rappresentante dell’associazione nazionale produttori tacchino, Brian Boccuni e Dwight Grackle.

Dirigere November è stato come trovarsi di fronte a una partitura musicale: andanti, moderati, allegrissimi, cambi di ritmo, ripartenze spiazzanti, dialoghi asciutti e spudorati cuciti da una dinamica impetuosa e travolgente – ha affermato la regista Chiara Noschese –. Io sono da sempre innamorata di David Mamet, lo spessore dei suoi personaggi è nelle battute stesse, non serve cercare una psicologia perché il percorso di tutti i ruoli è chiaro, netto e preciso, …

November è come un circo a tre piste dove tutto è lecito pur di continuare ad avere potere e soldi. Il protagonista, il Presidente Charles Smith, è un equilibrista di professione, feroce ma buffo, vulnerabile e capriccioso, tenero e impietoso, al centro di quel circo di spudorata venalità, dove tutto è concesso. Così l’ho immaginato e così ho cercato di restituirlo, affidandomi al testo e tutelandone il significato e il graffio narrativo“.

Con buone probabilità lo spettacolo di ieri sera avrà anche suggerito a molti, paragoni con la politica americana odierna che si è distaccata, nelle parole di Donald Trump, dalla consueta tradizione amicale con il continente europeo che, si era espressa in primis con gli aiuti del Piano Marshall, seguiti alla fine della seconda guerra mondiale.

 La commedia suggerisce poi altri scenari che sono molto attuali come quelli delle minacce nucleari che ogni tanto gli equilibri fra le grandi potenze sembrano far aleggiare nell’aria. La politica in November ci è apparsa poco attenta ai bisogni del genere umano, più desiderosa di trovare sentieri che garantiscano il successo del leader in gioco, facendo emergere una corruzione che nella sua essenza si rivela insufficiente a fornire senso.

Il bisogno di eternità del singolo leader forse potrebbe salvare capra e cavoli fornendo al tempo stesso un’occasione per garantire più diritti alle minoranze, come nel caso di cui si parla nella commedia, del matrimonio fra individui dello stesso genere. Qui gli Azzeca – Garbugli di manzoniana memoria, in questo caso l’avvocato Archer Brown, mostrano tuttavia le astuzie capaci, in barba all’equità e al senso di umanità, di conservare il potere. Il discorso, quel discorso scritto dalla segretaria Clarice Bernstein, così bello da pronunciare in caso di vittoria, con tante promesse … dovremmo accontentarci che sia solo Utopia?

2 maggio 2025

LEAVE A RESPONSE

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *