di Antonello Catani
Se affinità di carattere o di esperienze sono i presupposti di ogni amicizia che si rispetti, il suo immancabile indizio – forse il suo vero cemento – è però la quasi epidermica ma inconfondibile sensazione di familiarità quando l’altro ci parla. Del resto, come ogni pianta che deve superare quell’incerto periodo della crescita in cui ancora non si sa se essa verrà su rigogliosa o le sue foglie si afflosceranno fino a rinsecchirsi, anche nelle amicizie è il tempo il metro implacabile della loro consistenza e l’impollinatore più fertile. Di solito, le loro radici si dimostrano tanto più robuste quanto più lontano esse affondano indietro nel tempo, fino a lambire, nei casi più fortunati, quelle età giovanili e lontane dove il carattere di una persona è ancora recettivo e immune dalle successive incrostazioni delle abitudini e del cinismo. In tali casi, allora, come le parole di una lingua imparata da bambini, quelle radici persisteranno nella memoria nonostante ogni biforcazione di percorsi o anche frequenti e protratte lontananze.
A questa regola non si sottraeva quel gruppo di amici, antichi compagni di scuola e oggetto di queste pagine, che avevano raggiunto l’età indefinibile e strana dove certe avvisaglie del tempo non hanno ancora fiaccato gli impulsi vitali o diminuito la giovanile disposizione al gioco e alle facezie. Per quanto le loro attività e i loro stili di vita fossero diversi, per quanto ognuno di essi si fosse costruito nel corso dei decenni un suo mondo fatto di altri amici, oltre che di mogli e figli, il fatto che a intervalli regolari essi continuassero comunque a ritrovarsi insieme a cena, sempre tutti assieme e senza estranei, non può non suscitare la nostra curiosità che, per essere completamente soddisfatta, spingerà la nostra attenzione a farsi sempre più indiscreta…
C’è intanto quel verbo “continuare”, la cui apparente indefinita durata va doverosamente chiarita, visto che potrebbe altrimenti creare l’impressione di un’azione che non si era mai interrotta dai vecchi tempi, quando erano ancora dei giovani ingenui, se non imberbi. In realtà, per un intervallo piuttosto lungo e in cui si erano svolte faccende fin troppo banali – prima la scoperta dell’amore e del sesso, che in molti casi si confondono, poi la loro trasformazione in una graziosa gabbia dove il numero e le esigenze della popolazione tendono di solito all’aumento e, quasi contemporaneamente, anche quell’iter coinvolgente e alla fine spesso illusorio chiamato ora “carriera”, ora “professione” – per un bel pò di lustri, insomma, date le scoperte e distrazioni appena accennate, si può anche capire come i loro rapporti, anche individuali, si fossero in certi casi diradati e in altri assopiti,
mentre di rapporti e di riunioni di gruppo non se ne parla neanche.
Finchè, un pò come in certe storie esemplari, la tela imprevedibilmente intessuta dall’iniziativa di quello a suo tempo ritenuto il meno smaliziato e il più cheto fra loro – dell’eterno ragazzo aveva anche il viso e la corporatura, che erano minuti – non iniziò a riavvolgersi su di essi, riavvicinandoli. Furono
dunque i fili di quella tela a riannodare inaspettatamente i loro rapporti collettivi fino a rendere poi regolari anche le riunioni a cena. Senza voler sminuire la sensibilità e il candore della sua iniziativa di tessitore, cosa di cui il gruppo così ricostituito gli era tacitamente grato, è però probabile che tale iniziativa fosse, per così dire, affondata in un terreno già fertile e che in fin dei conti attendeva solo di essere smosso.
Noi crediamo, insomma, che quel re-incontro e l’atmosfera delle loro riunioni obbedissero a delle esigenze lentamente maturate man mano che essi si erano avvicinati alla soglia dei cinquant’anni. Affievolitesi certe foghe connesse al successo o alla carriera e intiepiditisi, come spesso accade, gli ardori coniugali, continuava comunque ad appagarli il frutto di tali passioni: i figli. Per quanto di solito tale frutto non sia poi scevro da un’imprevedibile quantità e varietà di problemi e sorprese, è però innegabile che in qualche modo esso rappresenta il lascito più tangibile e duraturo anche di quelle passioni che si estinguono completamente.
29 aprile 2025
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