La grafica delle avanguardie da Manet a Picasso
- Scritto da Patrizia Lazzarin
Dopo i successi delle mostre dedicate ad alcuni importanti artisti incisori come Goya, Klinger, e Dürer e della più recente “Strade e storie” che ha svelato i capolavori dell’Ukiyo-e di Hokusai e Hiroshige, sabato 21 settembre alle ore 17.00 negli spazi del Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo, apre al pubblico la mostra “La rivoluzione del segno. La grafica delle avanguardie da Manet a Picasso”.
La rassegna è curata da Davide Caroli e Martina Elisa Piacente e vede la collaborazione di Marco Fagioli. L’esposizione promossa dal Comune di Bagnacavallo e organizzata dal Museo Civico delle Cappuccine conclude la programmazione che ha caratterizzato nell’ultimo triennio le proposte delle istituzioni culturali bagnacavallesi, basate sul tema del paesaggio e che quest’anno è dedicata al paesaggio umano.
Parte da questa idea il percorso dell’esposizione, riprendendo il filo del discorso da dove si interrompeva l’ultima grande mostra dedicata all’Ukiyo-e, cioè al momento in cui si diffuse il Japonisme tra gli artisti che vivevano a Parigi.
La rivoluzione dell’arte tra Ottocento e Novecento ha modificato irreversibilmente i linguaggi artistici, cartina al tornasole della ricerca di un nuovo senso dell’io e della costruzione di una nuova concezione del mondo.
La mostra intende ripercorrere questo viaggio di profonda revisione del sé e della rappresentazione della realtà attraverso le mutazioni dei segni nell’arte dell’incisione a partire da alcune grafiche di Goya, primo artista dalla sensibilità moderna e da una rarissima matrice xilografica di Doré, uno dei più noti incisori dell’800. Passando poi attraverso l’iconico e ironico tratto di Daumier arriva alle poco conosciute grafiche impressioniste, con fogli di Manet, Renoir e Degas e ai così detti post-impressionisti, quali Toulouse-Lautrec, Matisse, Wlaminck, Gauguin, Cezanne e Bonnard.
In un momento di tale vivacità artistica moltissimi furono i movimenti che nacquero e nei quali gli artisti si unirono per sostenere le novità espressive di cui erano portatori: dall’espressionismo tedesco con Ensor, Grosz, Kirchner, Kokoschka, Kollwitz, Masereel, Nolde, Pechstein e Schiele, al Simbolismo di Redon e Alberto Martini, dall’astrattismo di Kandinskij e Klee al Surrealismo di Ernst, Man Ray, Magritte, Dalì e Picabia.
Non vengono tralasciate poi, le esperienze di quegli autori che sono difficilmente circoscrivibili in movimenti codificati. Sono gli italiani Arturo Martini, De Chirico, Morandi, Wildt, Boccioni, Marini, Manzù, Carrà, Campigli e gli europei Chagall, Rouault, Giacometti e Léger, con una spazio importante riservato al lavoro di Picasso, l’autore che ha segnato in modo particolare l’arte del’900 e che ha utilizzato tutto lo spettro delle tecniche artistiche, comprese quelle calcografiche, per esprimere il suo pensiero.
In mostra, a fianco di quasi cento opere su fogli sciolti, saranno esposte anche diverse pubblicazioni, grazie alle quali si diffusero più rapidamente le nuove stampe. Sono veri e propri libri d’artista, come quelli realizzati interamente ad esempio da Matisse, o riviste e volumi nei quali venivano pubblicate litografie di quegli artisti ritenuti i più grandi innovatori del segno grafico, a testimoniare come anche grazie alla comunicazione di massa le correnti più innovatrici e lontane dalle accademie si affermarono pian piano nell’immaginario collettivo.
Un’esposizione che attraverso l’analisi delle opere di alcuni tra gli artisti più importanti degli ultimi due secoli ripercorre fondamentali tappe della storia dell’umanità che hanno visto trasformazioni nella concezione del mestiere dell’artista e delle finalità dell’arte stessa, portandola da una dimensione più accademica ad una più intima e personale, che permette che ancora oggi queste opere appaiano ai nostri occhi contemporanee e vicine alla nostra sensibilità.
La mostra, realizzata grazie alla preziosa collaborazione di diversi musei e al prestito di generosi collezionisti, è accompagnata da un catalogo che include le fotografie di tutte le opere esposte.
Durante l’esposizione saranno organizzati eventi che approfondiranno diversi aspetti della cultura a cavallo tra i due secoli presi in esame e, workshop dedicati alle tecniche incisorie.
L’esposizione sarà aperta al pubblico nei seguenti giorni e orari: martedì e mercoledì: 14.30-18.00; giovedì: 10.00-12.30 e 14.30-18.00; venerdì, sabato e domenica: 10.00-12.30 e 14.30-19.00.
Dal 26 al 28 settembre, in occasione della Festa di San Michele, l’orario sarà ampliato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 23.00. Domenica 29 settembre orario continuato 10.00-23.00.
Patrizia Lazzarin, 6 settembre 2024