La falsa autorità morale dell'Onu

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Troppo sovente si invoca il ritornello del ricorso all’Onu che domina la politica estera dell’Europa c’è innanzitutto l’inconsistenza di quella politica. E subito dopo il deperimento del concetto tout court di politica in senso forte: come decisione per l’appunto sulla pace e sulla guerra, sulla vita e sulla morte. E questo è, a sua volta, l’effetto dell’incertezza che regna nella nostra coscienza su che cosa siamo e sul suo senso, su che cosa dunque ci è consentito di volere e sui mezzi da impiegare per volerlo. Ormai anche il concetto primordiale di autodifesa ci appare un concetto problematico. Per qualunque cosa o quasi abbiamo bisogno del consenso degli altri, e per metterci a posto la coscienza ci diciamo che è così perché sono gli altri meglio di noi a sapere che cosa è giusto e che cosa è sbagliato. Anche se dentro di noi sappiamo benissimo che gli altri, in realtà, ci indicheranno solo ciò che sembrerà più utile per loro. Un editoriale di Ernesto Galli Della Loggia sulle Nazioni Unite.

Lotta all'Isis, il silenzio dell'Onu

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Il mondo è in subbuglio e l'Onu non sa che fare

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L’abulia strategica degli occidentali (degli americani in primo luogo ma anche degli europei alle prese con la difficoltà di governare gli ingenti flussi migratori) lascia vuoti che altri, dai russi agli iraniani ai turchi - con i loro interessi non coincidenti con quelli occidentali - vanno riempiendo a modo loro. L’incontro che si è svolto ieri tra Obama e Putin forse porterà a una svolta (e forse no), innescherà, nelle prossime settimane, il salto di qualità che tutti attendono all’azione di contrasto allo Stato islamico (condizione indispensabile perché si possa un giorno costruire un ordine accettabile in Siria). Ma è un fatto che è Putin a guidare il gioco e i suoi interessi non sono necessariamente coincidenti con quegli degli Stati Uniti o con quelli dell’Europa. L'editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera.

La cecità dell'Onu

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L'Onu deve aprire a Giappone e India

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E' cruciale imperativo di riforma la governance dell’Onu, a cominciare dal suo Consiglio di Sicurezza, la composizione del quale non riflette più la realtà geopolitica globale. In verità, il Gruppo degli stati europei occidentali e altri (Western Europe and Other Group, Weog) ormai conta tre membri permanenti su cinque (Francia, Regno Unito e Stati Uniti), lasciando libera una sola poltrona permanente per il Gruppo Asia-Pacifico (Cina), ma nessuna per l’Africa o l’America Latina. L'editoriale di Jeffrey Sachs su Il Sole 24 Ore.

Onu, hai 70 anni e li dimostri tutti!

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