Una complicata vacanza sui monti del Gennargentu

“Polizia o carabinieri?”. Senza afferrare il senso, detti per scontato che fosse ubriaco e mi girai. “Polizia o carabinieri?”, ripeté con un tono ancora più feroce. Lanciai un’occhiata al padrone in cerca d’aiuto, ma sembrava tutto assorto ad ammucchiare i bicchieri. Allora capii a cosa puntava il mio antagonista. Durante quel soggiorno in Sardegna non avevo incontrato visitatori casuali. Non ce n’erano, non in quella zona e in quel periodo dell’anno. E allora che ci facevo io là, un maschio adulto sconosciuto che viaggiava da solo nel territorio delle bande di sequestratori? La risposta era evidente, e un agente non avrebbe avuto difficoltà a procurarsi una falsa identità con un nome straniero. Ero tentato di rispondere a quell’uomo di farsi i fatti suoi, ma lo sguardo fisso, plumbeo dei suoi compagni mi ricordava che c’era molta strada fino alla pensione, che le vie erano deserte e le possibilità di spiacevoli incidenti infinite. Un bel racconto di Michael Dibdin pubblicato sul settimanale Internazionale.

Una vacanza in centro Sardegna, nel Gennargentu

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