La doppia partita che l’Italia si gioca con il Pnrr

Il Pnrr della Meloni mette a rischio i conti dell'Italia?

Il ministro dell'Economia ha ragione nel mettere in guardia dal catastrofismo imperante (...) Il Governo ha stanziato finora 42 miliardi (la metà a debito) e servirà solo per passare l’inverno. Ad aprile si farà il punto e per allora Giorgetti spera nell’Unione europea: l’ipotesi è destinare all’energia almeno una parte dei fondi destinati a Repower Eu, cioè alla transizione energetica. Dunque, per impedire quella recessione finora evitata, dovrà entrare in campo l’Ue. E dovrà farlo due volte perché il 2023 è l’anno chiave per trasformare in cantieri gli impegni del Pnrr. Verrà da qui quasi tutto lo sforzo per rilanciare gli investimenti ed evitare che l’inevitabile riduzione dei consumi provochi un crollo del prodotto lordo. Il commento di Stefano Cingolani su il Sussidiario.

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I compiti del futuro governo e Pnrr (da modificare?)

Paese in ginocchio, il nuovo governo avrà immani difficoltà

Il congedo di Mario Draghi è stato amaro e combattivo insieme. L’amarezza traspariva chiaramente dal secco “no” a un eventuale nuovo mandato e dall’orgoglioso bilancio degli interventi contro il caro energia. Il Governo ha stanziato 60 miliardi di euro, pari al 3,5% del Pil, la metà dei quali negli ultimi due decreti (...) Dunque, meglio non sperperare le scarse risorse messe in cassaforte dal Tesoro. Ne scrive Stefano Cingolani su il Sussidiario.

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La verità sullo spread che i politici non dicono

I politici nascondono la verità della situazione economica italiana

Si prenda l'andamento dello spread e il suo calo di questi giorni. Non esiste parte politica che non lo stia festeggiando, quasi fosse un risultato a lei ascrivibile. La recessione in arrivo sull’Eurozona sta schiacciando al prbasso da giorni tutti i rendimenti sovrani. Tutti. Compresi quelli dei nostri Btp (...) Chi sosteneva il Governo Draghi e avrebbe voluto che quell'esperienza proseguisse, come il Pd o Italia Viva, sottolinea come sia proprio la ferma determinazione con cui il Premier dimissionario sta spingendo sull'acceleratore degli affari correnti a operare da garanzia verso i mercati (...) Chi al Governo Draghi ha sempre fatto opposizione, sta utilizzando il calo del differenziale fra Btp e Bund come incoronazione de facto ed ex ante a palazzo Chigi, tanto che qualche simpaticone addirittura parla di Meloni spread (...) Se la Bce smettesse di comprare o rallentasse o diminuisse fermando le deroghe alla capital key, il nostro Paese sarebbe in rampa di lancio verso il Tpi. Il commento di Mauro Bottarelli su il Sussidiario.

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