È appena iniziato il Calvario del governo Meloni

Cara Meloni, le cose si complicano, auguri!

Va male sull’economia (la Nadef ne è una fotografia implacabile e i mercati non sono scemi), zero sugli immigrati, la propaganda di Saxa Rubra non funziona. Anzi, è controproducente. Non si spiega altrimenti il calo di ascolti soprattutto di Tg1 e Tg2, affidati a due direttori, diciamo così, molto caratterizzati politicamente, mentre c’è qualcosa addirittura di morale nell’incredibile flop di Pino Insegno, la cui trasmissione è andata sotto il due per cento di share, nel senso che ci vuol altro che l’amicizia così ostentata con la presidente del Consiglio per fare una buona tv: ed è una bella lezione (...)Giorgia non può giocare la carta estrema del ricorso al popolo, delle elezioni anticipate, che sono fuori discussione. Meloni spera nelle elezioni europee quando chiederà un plebiscito per sé e il suo partito: ma il problema è che mancano ancora nove mesi, fa in tempo a nascere un bambino. Il Calvario invece le si para davanti adesso e lei deve scalarlo da sola. Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

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Meloni è pronta a sconfessare il suo antieuropeismo

Giravolta (l'ennesima) di Giorgia, appoggerà Ursula

L’Italia di Giorgia Meloni si indebita e spera nella clemenza dell’Unione europea. La premier ha assolutamente bisogno dell’appoggio di Ursula von der Leyen, con la quale peraltro ha costruito in questo anno un buon rapporto, tanto più prezioso in una condizione nella quale il governo italiano naviga tra l'ostilità di Berlino e gli stop ang go di Parigi: e dunque se i conti di Giancarlo Giorgetti non tornano, come testimoniano i numeri della Nadef, ecco che diventa vitale trovare il modo per rabbonire Bruxelles (...) L'unica strada che vuole percorrere la Meloni è quella un "appoggio esterno" alla riconferma di von der Leyen (sempre ammesso che in lista resti lei). Un sì che non significherebbe l'ingresso in quella maggioranza di cui gli odiati socialisti saranno un punto di forza, e tuttavia sarebbe un segnale chiaro di "non belligeranza" alla nuova-vecchia presidente della Commissione – e dunque all'Europa: un capovolgimento rispetto alla linea antieuropea sin qui "anima e sangue" della visione di Fratelli d'Italia e della sua leader. Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

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Giorgia Meloni spreca il lavoro di Draghi

Meloni ha dimenticato la lezione di Draghi

C’è stato un tempo, sembra un secolo ma è stato solo poco più di un anno fa, nel quale il presidente del Consiglio italiano teneva un vertice in una carrozza ferroviaria con il presidente della Repubblica francese e il Cancelliere tedesco. Era il 16 giugno 2022, Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz si stavano dirigendo in Ucraina per confermare il massimo sostegno a Volodymyr Zelenski: e quella foto la ricordiamo tutti, era l’emblema della centralità del nostro Paese in Europa. Adesso, un anno e due mesi dopo, i nuovi governanti italiani vogliono spezzare le reni proprio alla Francia e alla Germania e naturalmente è l'Italia ad andare al tappeto. Dopo aver incrinato più volte le ottime relazioni con Parigi, tra l'altro suggellato dal Trattato del Quiribale firmato da Draghi e Macron, in queste ore Roma è presa a sberle dalla Germania che ieri le ha impartito una lezione non da poco.(...) Giorgia Meloni è una nazionalista che vive l'Europa come un impaccio, un cappio al collo, con lo stesso complesso d'inferiorità che sul piano della politica nazionale ha la sua destra post-missina verso i partiti antifascisti. Per questo Macron e Scholz, semplicemente, non si fidano di lei. La contrastano e la ostacolano fino al punto di andare oltre e compiere atti inaccettabili come quelli dei francesi alla frontiera di Ventimiglia. Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

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