La tregua e il Qatar possono cambiare tutto (e in Israele?)

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Siamo alla vigilia di una nuova situazione politica nel Medio Oriente?

Dopo l’eccidio e la criminale invasione di Hamas nei kibbutz israeliani il 7 ottobre, seminando morte, terrore e orrore, la reazione israeliana è arrivata quasi subito prima con bombardamenti e alla fine con l’azione di terra, con artiglieria e carri armati, in un territorio lungo pochi chilometri dove vivono in superficie due milioni di persone e dove nel sottosuolo ci sono chilometri di cunicoli e strade che, sotto case, scuole, ospedali, nascondono il quartiere generale operativo dell’organizzazione terroristica di Hamas (...) La risoluzione 181 delle Nazioni Unite approvata nel 1947, due Stati e due popoli, con Gerusalemme "città libera", sembra un ricordo irrealizzabile, perché uno Stato palestinese, di fatto, non è mai esistito. Fare l'elenco dei colpevoli di questo fallimento sembra ormai un esercizio impossibile (...) Il Qatar è attivissimo e probabilmente lo è per i suoi interessi nel mondo che conta, ma anche per l'Arabia Saudita che supporta discretamente la sua azione. Sono paesi che sembrano quanto mai desiderosi di entrare nei grandi meccanismi finanziari e commerciali mondiali, con distinzioni di progressivo smarcamento dallo "stato etico" iraniano e probabilmente dalle radicalizzazioni religiose e dalla loro deriva terroristica. Il commento di Gianlugi Da Rold su Il Sussidiario.

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I Paesi del Golfo pronti a conquistare l’Europa (a pezzi)

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Attenti al lupo! Cioè ai Paesi del Golfo...

La crisi organica italiana si è trasformata in crisi organica dell’Ue (...) La cattedrale di regole costruita con la retorica della pace perenne europea si è disgregata sotto i colpi di maglio della guerra imperialistica russa che si è disvelata – dopo la Crimea e la Georgia e le prime occupazioni ucraine – in forma piena con l'invasione dell'Ucraina (...) Le nuove borghesie del Golfo, travestite da poliarchie monarchiche poligamiche, combattono l'una contro l'altra in una guerra senza esclusione di colpi per conquistare i mercati economici e politici europei attraverso la via meno costosa: quella della disgregazione dell'Ue. Il commento del  prof. Giulio Sapelli su Il Sussidiario.

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