Putin chiede aiuto ai suoi oligarchi

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Putin in difficoltà, chiede aiuto ai suoi oligarchi

Nel suo discorso sullo Stato della Nazione Vladimir Putin aveva rivolto ai «Paperoni» russi una durissima bordata. «Nessuno dei comuni cittadini è dispiaciuto per coloro che hanno perso i loro capitali, yacht e palazzi all'estero» (...) Anche lì, però, aveva rivolto ad essi un invito «Non supplicate per riavere i vostri soldi. Non investite all'estero, ma in Russia. A quel punto lo Stato e la società vi sosterranno». L'affidabilità di molti dati economici resi noti dalle autorità russe è messa in dubbio da osservatori che le rubricano come parte di una «guerra informativa». «Non fidatevi dei numeri russi» dice Agathe Demarais, global forecasting director alla Economist Intelligence Unit. Il commento di Maurizio Stefanini su Linkiesta.

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Lo storico esodo dei russi innescato da Putin

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Giovani russi non seguono lo Zar Vladimir, anzi scappano dalla Russia

Tra il mezzo milione e il milione di russi sono partiti dall’inizio dell’invasione, scrive il Washington Post «un maremoto sulla scala dell'emigrazione che seguì la rivoluzione bolscevica del 1917 e il crollo dell'Unione Sovietica nel 1991». Non tutti se ne vanno per avversità ideologica alla guerra o per mera paura di rimetterci la pelle. Per molti è mera questione di interessi economici. Ma il risultato comunque quello è. Un fenomeno che è destinato ad accentuarsi, con le previste nuove mobilitazioni e con l'ancora più previsto peggiorare delle condizioni economiche. E che rischia di definire il futuro della Russia per generazioni (...) Chi aveva un'origine ebraica o comunque contatti di quel tipo si è spesso orientato su Israele. I più «creativi» si sono inventati destinazioni come quella già ricordate dell'Argentina, o cose tipo Tailandia o Emirati Arabi Uniti. Il commento di Maurizio Stefanini su Linkiesta.

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La narrazione russofila sulla guerra in Ucraina

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La guerra in Ucraina e le parole-chiave dello zar

Nel Donbass soldati ucraini commettono atti di cannibalismo, denunciò alla Camera il 24 giugno 2014 la portavoce dei Cinque Stelle Marta Grande. Prova, «la foto di un soldato ucraino mentre tiene tra le mani sogghignando in modo ineffabile il braccio semi carbonizzato di una donna». In capo a poche ore, saltò fuori che era il fotogramma di un film di fantascienza di cinque anni prima (...) Come fa l'Ucraina a essere nazista se ha un presidente come Zelensky, che è ebreo? Suo nonno Semyon servì nell'Armata Rossa durante la Seconda guerra mondiale, e tre parenti morirono nell'Olocausto. Il commento di Maurizio Stefanini su Linkiesta.

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