La sparizione mediatica di Giorgia, metafora dell'esecutivo

Meloni è scomparsa dal radar della politica italiana

La scomparsa dalla circolazione di Giorgia Meloni che ieri ha fatto lavorare diversi cronisti è una metafora della realtà italiana. Giorgia disparue ha fatto venire in mente, a occhi chiusi, una domanda: senza Meloni, cosa cambierebbe? Gli ospedali funzionerebbero peggio? I treni arriverebbero più in ritardo di quanto non sia oggi? I diritti civili verrebbero lesionati? Crollerebbe l’occupazione? Rovesciando la questione la domanda vera diventa un’altra: con Meloni al potere è cambiato qualcosa? Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

 

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La distanza politica dell’Italia dall’offensiva ucraina in Russia

  • Pubblicato in Esteri

Le ambiguità della Meloni sulla guerra in Ucraina

L’Ucraina che doveva cadere tre giorni dopo l’invasione dei carrarmati di Vladimir Putin, due anni e mezzo dopo è entrata lei in territorio russo. Il mondo libero dovrebbe esultare. O perlomeno solidarizzare con la controffensiva di Kyjiv che in appena venti ore ha strappato ai russi tanto suolo quanto all'incirca essi ne hanno occupato nel corso di un'intera offensiva. Un blitz fulmineo che ha scatenato la rappresaglia russa nel Donetsk facendo morti e feriti ma l'offensiva ucraina non si è fermata. Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

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La sinistra italiana ignora l’euforia democratica per Kamala

Elly Schlein ha catturato Giuseppe Conte nella sua rete e attirato nella medesima rete Matteo Renzi. Non male

Nel provincialismo del dibattito italiano fa più rumore la polemica procedurale (congresso sì o no?) dentro Italia Viva che non una riflessione aggiornata a quanto sta avvenendo negli Stati Uniti, e forse Matteo Renzi avrebbe più voglia di parlare di questo, e magari anche Luigi Marattin e Carlo Calenda. Ecco uno spunto per un bel dibattito estivo per i leader dell’opposizione. Anche gli scritti più impegnati, come quello di Michele Salvati pubblicato ieri dal Foglio, non considerano il fattore K come potenzialmente determinante per il futuro del progressismo mondiale. Il commento di Mario Lavia su LInkiesta.

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