Sulla Cina, la strategia guida è il de-risking

  • Pubblicato in Esteri

La Cina di Xi è attenzionata dall"Occidente

I cittadini di alcune medie potenze non europee sono favorevoli alla presenza economica cinese nel loro Paese, secondo quanto emerge dai dati dell’Ecfr. Le maggioranze in Arabia Saudita (64%), Sudafrica (58%), Brasile (52%) e Turchia (52%) hanno espresso una media di accettazione per cinque tipi di presenza economica cinese nei loro Paesi. Feedback positivi sono arrivati su domande riguardo al se le aziende cinesi dovrebbero essere autorizzate ad acquistare una squadra sportiva importante, un giornale, un’azienda tecnologica o un’infrastruttura nel loro Paese, e se dovrebbero essere autorizzate a costruire tali infrastrutture. Ma in questo caso, ripetendo un precedente sondaggio dell’Ecfr, la percentuale scende notevolmente, al 29%, tra gli europei. È uno spaccato del mondo (...)Per Janka Oertel, direttrice del China Program dell'European Council on Foreign Relations, la questione degli EV racconta le ragioni per cui "lEuropa deve rafforzare le proprie difese in questo senso e indagare in caso di sovvenzioni illegali. È fondamentale per il futuro dell'economia europea salvaguardarsi dalle overcapacities, in particolare quando l'economia cinese subisce un rallentamento".Il commento di Emanuele Rossi sul sito Formiche.

Leggi tutto...

Fermezza dell’Ecowas: la situazione in Niger è cruciale

  • Pubblicato in Esteri

La questione nigerina, un problema in più per l'Occidente

Se [il golpe in Niger] avrà successo, ci saranno conseguenze devastanti per il nostro Paese, la nostra regione e il mondo intero”. L’espressione è iperbolica, ma per quella parte di mondo dove opera Ecowas è importante mandare il messaggio che la caduta del Niger significa la caduta del Sahel, e che questo potrebbe portarsi dietro conseguenze globali. Il commento di sul sito Formiche

Leggi tutto...

Pechino insiste sulla Via della Seta, Roma ha già deciso?

  • Pubblicato in Esteri

Messaggio a Xi, addio alla Via della Seta!

Sulla Via della Seta la linea del governo è chiara: non è necessario aderire al grande progetto geopolitico di Xi Jinping per avere relazioni commerciali con Pechino. Per due ragioni: nonostante sia l’unico Paese del G7 ad aver firmato il memorandum, l’Italia non ha strappato grandi accordi commerciali come invece fatto da Francia e Germania; il rapporto commerciale non è mai decollato, con l’export italiano in Cina che è cresciuto ma senza l’accelerazione promessa (da 13 miliardi nel 2019 a 16,4 nel 2022) mentre le importazioni di merce cinese in Italia sono aumentate incredibilmente (dai 31,7 miliardi del 2019 ai 57,5 del 2022). Il commento di Gabriele Carrer ed Emanuele Rossi su Formiche

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Newsletter

. . . .