Quel “chiarimento” d’obbligo tra Meloni e Draghi

Cipollone alla Bce e Franco alla Bei?

Sulla designazione di Piero Cipollone – vicedirettore generale della Banca d’Italia – a membro del comitato esecutivo Bce si è certamente consumato un chiarimento tra poteri, neppure troppo soft. Ma sarebbe scorretto e fuorviante ridurlo a schermaglia personale o partitocratica fra il premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Andrebbe perduta gran parte della complessità del passaggio, fra Italia ed Europa. Questo è parso essenzialmente un ennesimo (e per molti versi fisiologico) aggiustamento dei rapporti di forza – interni ed esterni al sistema-Paese – sul futuro delle grandi scelte di politica e diplomazia economica. E ciò durante uno specifico cambio di stagione: dopo un trentennio in cui – forse non troppo diversamente rispetto ai magistrati – i “banchieri centrali” italiani hanno visto aumentare fortemente la loro pervasività nella governance del Paese. Il commento di Nicola Berti su il Sussidiario.

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Lo “smarcamento” dalla Fed che servirebbe all’Europa

Il mondo teme una nuova Lehman Brothers, SVB chiude i battenti

Venerdì sera le autorità di regolazione della politica monetaria americane hanno chiuso la Silicon Valley Bank (SVB), istituto di venture capital focalizzato sulla tecnologia e le valute digitali. La Federal Deposit Insurance Corporation ha preso il controllo dei depositi di 175 miliardi di dollari di SVB e ha detto che i depositanti assicurati avrebbero avuto accesso ai loro soldi lunedì. Il commento di Giuseppe Pennisi su il Sussidiario

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La crisi è alle porte, gli italiani non se ne rendono conto

La recessione sarà durissima in Europa

Come sta l’Italia? Guardate questi grafici, i quali ci mostrano rispettivamente il breakdown degli acquisti Bce di debito sovrano nel bimestre precedente alla chiusura del programma di sostegno pandemico (Pepp) e la deviazione totale ad oggi dal principio di capital key (...) La dinamica in atto conferma l'onnipotenza della Bce e il suo totale controllo sulla nostra politica economica, più o meno tacito e indiretto (...) Per sopramercato, Vladimir Putin ha sentito il bisogno di ricordare all'Europa che il rischio di guerra nucleare cresce, poiché la Russia tutelerà i propri interessi con tutti i mezzi necessari. E, in tal senso, l'operazione speciale va intesa come di lungo termine. Il commento di Mauro Bottarelli su il Sussidiario.

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