Dal disastro alla farsa

  • Pubblicato in Esteri

      Gli ultimi sviluppi che riguardano gli eventi ucraini non sono solo fatti di bombardamenti e mutui contrattacchi, che piacciono tanto ai media di solito alieni dall’esporre i reali antefatti di questo disastro, ma anche di surreali e grottesche aggiunte a un copione sempre più sgangherato. In realtà, la tragedia sta diventando sempre più una farsa,  un ulteriore insulto per i morti delle due parti.

      Suonano a dir poco surreali i lamenti e le accuse di quanti in Europa accusano la Russia di usare come arma la fornitura di gas. Concettualmente, i lamenti non stanno né in cielo né in terra. Come dire che, dopo aver digerito oltre sei devastanti serie di sanzioni, la Russia o chi per lei avrebbe comunque dovuto continuare a fornire gas alle stesse nazioni promotrici delle sanzioni nei suoi riguardi. La moralità o il diritto qui non c’entrano nulla. Dal punto di vista logico, i lamenti e le accuse sono semplicemente assurdi ed evidenziano, se mai ce ne fosse bisogno, fino a che punto l’Europa, o meglio la maggior parte dei politici europei hanno perso il senso della realtà.

      Quella che sotto molti punti di vista si sta quindi dimostrando una colossale trappola per l’Europa, e cioè, l’invischiamento e provocazione del conflitto russo-ucraino con i suoi disastrosi effetti umani ed economici, si tinge ormai anche di atmosfere surreali ed esilaranti. 

      Tempo di trappole e tempo di frodi. Basta pensare a quella gigantesca frode nei confronti dei cittadini britannici, chiamata Brexit, i cui effetti stanno cominciando ad emergere in tutta la loro virulenza ora che il semi-post Covid sta riaccendendo i traffici. Ingorghi di porti, flessione delle esportazioni, mancanza di manodopera, inflazione…E tutto perché delle figure patetiche come un Rees Mogg o un incallito bugiardo come Boris Johnson vendettero la frode al grande pubblico. Più del 50% la bevette: le virtù della democrazia…Adesso, vi è il rischio che la miseranda eredità di Boris Johnson venga raccolta e portata avanti dall'ambiziosa ma dilettante Liz Truss. Mala tempora currunt per la Gran Bretagna.

     Ritornando al disastro ucraino, lo stesso Presidente ucraino Zelensky conttinua a peggiorare la farsa e ad aggravare la situazione. Nonostante infatti le rovinose e devastanti conseguenze boomerang delle sanzioni siano ormai innegabili, questo Presidente sostanzialmente mediatico e teatrale continua infatti ad esigere nuove sanzioni e sempre più armi…Incredibile. Non lo si è mai sentito invocare colloqui, incontri a due, proposte per arrivare a soluzioni mutuamente accettabili. Nè lui né i suoi amici in giro per il mondo sembra amino parlare di pace. Solo lo si è sentito chiedere armi, aiuti economici e sanzioni, circolando con un’opportuna e vistosa maglietta militaresca. Significativo che anche un laburista inglese come Jeremy Corbyn abbia di recente ammonito che le continue forniture di armi all'Ucraina possono solo esacerbare il conflitto e prolungarlo. Cosa inquietante, nessuno sembra inoltre preoccuparsi di controllare meglio dove e a chi vadano a finire gli aiuti e i fiumi di armi che sta ricevendo l’Ucraina e come e in che modo sono ma anche potrebbero essere utilizzati. Nella corrente santificazione del'ìUcraina, tutti sembrano aver dimenticato che il Paese ha una nomea non eccellente in tema di correttezza democratica e rigore amministrativo.  

    Come se non bastasse la suddetta ossessiva e petulante insistenza nel chiedere nuove sanzioni, che inevitabilmente si ritorcerebbero sull’Europa, sempre il Presidente Zelensky si è in questi giorni addirittura esibito su Vogue, posando assieme alla sua consorte, fra l’altro fotografata con abiti elegantissimi di fronte a delle macerie. Cioè, gli Ucraini muoiono e le città sono bombardate per l’ostinato rifiuto di accettare un’indipendenza o semi-autonomia delle regioni orientali russofone, e il Presidente e la mogie si fanno fotografare su Vogue. Il cattivo gusto, il grottesco e il carattere insultante dell’episodio si commentano da soli. Eppure, sembra che nessuno se ne accorga e l’Ucraina continua ad essere il motore di disastri per i suoi abitanti e per l’intera Europa.

     Oltre a chiedere e pretendere armi e sempre più armi, a legittimare gruppi di estrema destra, a chiudere i canali televisivi privati, a bandire partiti politici non allineati, adesso Zelensky bacchetta addirittura uomini e personalità politiche degli Stati Uniti, che peraltro gli hanno elargito ben 8 miliardi di dollari. Egli ha infatti accusato il senatore Paul Rand, la senatrice Tulsi Gabbard e l'autorevole studioso di affari internazionali, John Mearsheimer, di essere propagandisti russi...E questo solo perché costoro non sono allineati con la narrativa che vuole l'Ucraina una vittima innocente della situazione e non responsabile del mancato rispetto degli accordi del Minsk 2 che soddisfavano l esigenze delle minoranze russarono dell'Ucraina orientale.

    Come dire che il protagonismo diventar mai sempre più spavaldo. Al protagonismo mediatico del Presidente ucraino fa da specchio lo strabismo dell'Unione Europea, che adotta disinvoltamente la vecchia politica dei due pesi e delle due misure. Che infatti entità come la Slovacchia abbiano potuto sganciarsi pacificamente e senza scandalo dalla vecchia Cecoslovacchia o il Montenegro e il Kosovo dalla Serbia, è un mistero e conforta la nozione che la demonizzazione della Russia e la minimizzazione o negazione delle rivendicazioni autonomistiche delle regioni dell'Ucraina orientale siano appunto un esempio della politica dei due pesi e delle due misure.

     Tutto ciò rimanda ovviamente al senso e al ruolo della UE e quindi di Bruxelles, animatrice e promotrice delle suddette miopie e stravolgimenti. Ovviamente, la decisione britannica di abbandonare la UE fu e si dimostrerà sempre più un fatale errore per l’economia e per la società britannica. D’altra parte, se questo organismo continuerà a dare le attuali prove di ottuso servilismo pro-americano, di abulia e di mancanza di una SUA politica indipendente nonché di squilibri strutturali, forse è meglio rifare la UE. Ovviamente, il presupposto e l’indispensabile corollario dovrebbero essere lo smantellamento della NATO e una revisione degli scopi, dei ruoli e delle partecipazioni al suo interno. Senza entrare nei particolari e nei dettagli, basterebbe solo un esempio: come è possibile che Paesi come il Lussemburgo o Malta, per non parlare della Croazia, della Slovenia, con le loro minuscole e fragili economie e popolazioni, abbiano lo stesso diritto di voto di Paesi come la Germania, la Polonia o la Francia? La matematica del pollo abbaglia, ma è fraudolenta. Uno dei motivi che stanno rendendo sempre più macchinoso il funzionamento della UE e sempre più devastante il ruolo della NATO è proprio la parcellizzazione pseudo democratica dell’Europa, dove i piccoli sono opportunamente manipolati ed usati per costituire poi i cosiddetti fronti uniti nei confronti dei nemici.

      La vera grande sfida non è come arginare “il cattivo” dell’immaginario propagandistico ma rifare una UE più intelligente, dignitosa ed equilibrata.

Leggi tutto...

L'affossamento dell'Europa sotto l'egida di Bruxelles

  • Pubblicato in Esteri

 

     La recente approvazione a Bruxelles della candidatura dell’Ucraina a membro della UE è stata teatro di un battage retorico senza precedenti ma anche di surreali e patetiche dichiarazioni a mezza strada fra l’assurdità e l’ipocrisia. Secondo il Presidente del Consiglio Europeo, per esempio, “questo è un momento decisivo per l’Unione Europea.” Naturalmente, non ha spiegato il perché il momento sia decisivo. La risposta sembrerebbe darla il Ministro degli esteri ucraino, secondo il quale “l’Ucraina è Europa, non parte del mondo russo.” Insomma, un Paese che non avrebbe niente a che fare col mondo russo, ma sarebbe al contrario intimamente europeo. Anche lui non ha spiegato perché il mondo russo non sarebbe europeo ma l’Ucraina invece, sì. Misteri. A conforto di tale auto-proclamata vocazione europea, che giustifica la fregola candidatoria, la signora Ursula van der Leyen ha tenuto a precisare che “la democrazia in Ucraina ha compiuto immensi progressi dal 2014 in poi.” A parte la mancanza di specifici dettagli riguardo a tali asseriti progressi, l’affermazione sembra comunque suggerire che in precedenza la suddetta democrazia lasciava a desiderare, al punto che, prima della guerra, la candidatura europea veniva al contrario guardata con particolare diffidenza, dato il livello di corruzione esistente in Ucraina e anche vista l’esistenza di una robusta fascia politica oltranzista di estrema destra. Come dire che l’invasione della Russia ha automaticamente e miracolosamente bonificato e beatificato la realtà del Paese. Fra poco arriveremo alla santificazione di Zelenski e forse anche dei suoi sostenitori, Boris Johnson in testa, sempre che nel frattempo i suoi colleghi di partito non lo costringano a dimettersi.

      Naturalmente, come tutti sanno  - o almeno come si spera che accada - le procedure dell’effettivo ingresso richiederanno degli anni. La succitata atmosfera di eccitazione e di trionfalismo sembra dunque un tipico esempio di quelle scenografie intese ad intimorire l’avversario ed accontentare il perseguitato di turno, che però nel nostro caso vorrebbe sempre più armi e un maggior impegno della NATO. Ciò solo queste pretese testimoniano come il perseguitato di turno sia irresponsabile. Sembra ancora che nessuno abbia capito - Zelenski in primis - che più armi l’Ucraina riceve, e più aumentano i morti e più il Paese sarà ridotto in macerie. Del resto, molti osservatori americani (non di parte e anzi veterani, da Richard Black a Douglas McGregor) hanno a più riprese affermato che questa guerra per procura con la Russia, pianificata e stimolata dagli Stati Uniti, è “fino all’ultimo ucraino”. Possibile che i cittadini ucraini non capiscano che la politica dei loro dirigenti sta seminando solo disastri? Senza le ossessioni NATO di costoro e senza le repressioni dei russofoni e russofili a est, non ci sarebbe stata nessun'nvasione. 

      L’ultima perla delle provocazioni verso la Russia è la scriteriata trovata della Lituania di bloccare il flusso di materiali da e per l’enclave russa di Kaliningrad con la giustificazione che così si stanno solo applicando le sanzioni. Una giustificazione ridicola che sembra quasi una replica in miniatura dell’altra ipocrisia di fondo che tutte le comparse di Bruxelles, a parte rare eccezioni, sembrano dimenticare e che è all’origine del disastro in atto. Stiamo parlando della favola secondo cui la NATO e il suo progressivo dispiegamento a est non avevano e non hanno affatto mire ostili ma solo difensive…La verità è che guerra è stata scatenata proprio da tale impudente e armato dispiegamento, che ha fatto traboccare il vaso. Del resto, le ostilità erano da anni sotto gli occhi di tutti, con massicci invii di armi e istruttori militari all’Ucraina. Stupisce come i quartieri generali della UE, della NATO e Washington non facciano neanche finta di nascondere che la favoletta della difesa è una presa in giro. Piccolo particolare, l'ottuso blocco di materiali e merci deciso dalla Lituania è ancora più pericoloso della succitata menzogna, visto che ogni eventuale ritorsione russa rischierebbe di attivare un’equivalente ritorsione NATO. 

       Dopo di che, le deluge?

       Ma ritorniamo alla retorica e alle pompose e vuote dichiarazioni dei sedicenti protagonisti del summit candidatorio. In realtà, le vicende ucraine e il modo con cui la UE le sta gestendo, sanzioni e invii di armi inclusi, stanno affossando l’Europa. Un patologico masochismo ma anche un vero e proprio crimine. E impunito. Altro che rafforzamento, come sostiene impettita la signora von der Leyen! Il suo è un presbite stravolgimento dei fatti. E comunque, l’affossamento non riguarda le mediocri e ben pagate comparse di Bruxelles, che giocano a fare i politici, ma l’Europa delle centinaia di milioni di individui che subiscono i disastrosi effetti economici delle ostinate ed infinite sanzioni e il cappio di un’ostinata sudditanza verso il destabilizzatore mondiale per eccellenza: ovvero, gli Stati Uniti.

      Il colmo del surreale è in questi giorni rappresentato dalle accuse UE nei confronti della Russia perché quest’ultima sembrerebbe decisa ad interrompere le forniture di gas all’Europa. Secondo la logica di tali amabili accusatori, si possono infliggere ben sei sanzioni a un Paese, secondo la vulgata reo di “un’invasione non provocata”, ma se poi il Paese in questione reagisce chiudendo i rubinetti di vitali materie prime di sua proprietà, allora ciò è immorale… Circa il fatto che la Russia dovrebbe essere iper-cristiana e per così dire offrire l’altra guancia (leggi: continuare ad erogare gas anche quando si moltiplicano le sanzioni nei suoi confronti), l’assurdità della pretesa si commenta da sé. Riguardo poi alla supposta “non provocata invasione” da tutti sbandierata con candore (?), anche qui l’ipocrisia si commenta da sé. Vale la pena di osservare come anche coloro che ammettono che l’allargamento della NATO e il continuo rafforzamento militare ucraino alimentato dagli Stati Uniti non sono giustificabili, anch’essi condannano comunque l’invasione senza peraltro offrire realistiche soluzioni alternative. Il gap concettuale fra deliberato e sfrontato accerchiamento palesemente ostile e aggressivo e lo stare lì a guardare (ovvero la guerra non si fa..) è così lampante e stridente che le suddette condanne equivalgono alla politica dello struzzo. Il mondo della vita, la realtà, sono diversi.

       La favoletta della non provocazione è inoltre accompagnata dalla grancassa mediatica sulle mire russe volte a ristabilire l’impero sovietico e scempiaggini simili.  Un ultimo esempio di tali stupidaggini è quello di un articolista del Guardian, a nome Luke Harding, che recentemente se l’è presa con "l’imperialismo russo"…Probabilmente, ha le traveggole. Gli stessi diplomatici e studiosi americani di cose russe degli ultimi trent’anni hanno ribadito a sazietà l’assoluta mancanza di mire espansionistiche della Russia post-sovietica, avvertendo però che l’espansione della NATO rischiava di far esplodere strategie preventive auto-protettive. Nessuno li ha ascoltati. Il fatto che ora proprio un inglese accusi i Russi di imperialismo la dice lunga sull’ipocrisia dilagante. Mentre la Russia possiede solo tredici basi militari fuori dai suoi confini, gli Stati Uniti ne hanno circa 800, disseminate in 85 paesi, e la Gran Bretagna ne possiede 145! Ma i Russi sono imperialisti… 

       Insomma, le recenti proclamazioni di Bruxelles sono solo l’ultimo episodio di una tragica farsa, che sta costando disastri non solo agli Ucraini, ma anche morti ai Russi e una generalizzata crisi economica mondiale. E tutto questo perché? Perché una guerra per procura deve continuare, gli Europei devono allinearsi alla polticsa di Washington, magari pensando di agire autonomamente, e un improvvisato presidente mediatico non accetta la banale idea che forse è meglio proclamare una neutralità (che non ha mai fatto male a nessuno) e rinunziare ufficialmente a un paio di province che si sentono più russe che ucraine. Quando un qualcosa di simile è per esempio avvenuto col Montenegro e col Kossovo, nessuno ha fiatato e anzi tutti hanno applaudito. Gli attuali architetti della democrazia armata dovrebbero spiegare perché ciò non vale per la regione del Donbass e per la Crimea, che fra l’altro non ha mai vantato un reale passato ucraino. 

      Un’ultima osservazione. Mentre a Bruxelles tutti si affannavano a congratularsi fra loro per “il momento decisivo” e per il conseguente “rafforzamento” dell’Europa unita, poche ore prima, sia pure non ufficialmente, un’autorevole esponente dell’establishment americano ha fatto delle dichiarazioni che sembrano smentire il suddetto trionfalismo europeo e tradire la reale attitudine americana nei confronti dell’Europa. In un suo discorso, infatti, tenuto a Londra mercoledì scorso, Nikki Hailey, ex-ambasciatrice Americana all’ONU e possibile candidata alle presidenziali del 2024, ha infatti dichiarato “che il Brexit è un esperimento che spero abbia successo. Se la Gran Bretagna ha successo col Brexit, ci saranno altre nazioni che faranno la stessa cosa.” In altre parole, stava dicendo che spera che la UE si disciolga…

      Le suddette affermazioni potrebbero essere scambiate per delle opinioni occasionali, non significative e comunque personali, che non esprimono le posizioni dell’Amministrazione di Washington.  Molti elementi suggeriscono al contrario che l’ormai consolidata strategia americana verso l’Europa miri a una NATO sempre più ampia e docile ma a un’Europa sempre più divisa. Niente di nuovo. Una riedizione atlantica del vecchio "Divide et impera". Un’Europa unita, con politiche e decisioni autonome e un esercito proprio è l’ultima cosa che gli Stati Uniti possano desiderare. Cesserebbe la ragion d’essere e la giustificazione della loro quasi ottantennale presenza in Europa. Basterebbe solo ricordare l’irritazione a suo tempo dell’ex- Segretario alla difesa americana, Donald Rumsfeld, perché Francia e Germania si opponevano all’invasione dell’Iraq. E senza andare neanche tanto lontano, basterebbe citare l’ossessiva insistenza con cui Biden, prima della guerra in Ucraina, ha ammonito l’Europa a non proseguire nella sua politica energetica filo-russa.

       Un disegno di fondo, anche se miope e inconcludente, appare chiaro: tramite l’Ucraina, fiaccare nello stesso tempo la Russia (parola del segretario americano alla difesa), indebolire politicamente l’Europa ed ampliare e fortificare la NATO. In realtà, le gambe corte del disegno o delle intenzioni già si vedono. Le sanzioni si stanno ritorcendo come un boomerang anche sugli Stati Uniti e sul resto del mondo. Il rublo si è rafforzato, una recessione mondiale è ormai quasi una certezza, l’Ucraina ha praticamente perso i territori russofoni a est ed è in macerie, la Russia è finita in braccio alla Cina. I risultati della pochezza di quest’Amministrazione americana non potrebbero essere più fallimentari e calamitosi. A meno che ad essi non si aggiunga anche uno scontro diretto. Il famoso diluvio universale o il famigerato meteorite che distrusse i dinosauri…

Antonello Catani,m 25 giugno 2022

Leggi tutto...

L'impudenza delle ONG

  • Pubblicato in Esteri

       Una curiosa sequenza di eventi da un capo all’altro del mondo sembra suggerire l’emergere di un altro virus: un’impudenza travestita da perbenismo, protetta da meccanismi legislativi e in certi casi all’insegna di sedicenti diritti umani. Cosa si intende di solito per impudenza? I dizionari dicono che si tratta di una mancanza di ritegno, di una sfacciataggine. Si potrebbe aggiungere: una disinvolta mancanza di scrupoli nel perseguire i propri obiettivi. Gli esempi sono clamorosi così come lo è la passività e abulia con cui la suddetta impudenza è accettata, ammessa e anche sponsorizzata da governi e dalle piattaforme mediatiche. 

       Quella americana a proposito della Russia e dell’Ucraina è ben nota. Essa sta provocando un caos economico planetario, migliaia di morti russi e ucraini, distruzioni e una crescente destabilizzazione mondiale. E tutto questo perché? Perchè gli Stati Uniti hanno sfacciatamente perseguito una politica di espansione della NATO, ammassando contemporaneamente da anni a questa parte enormi quantità di armi in Ucraina. Mentre i risultati sono sotto gli occhi tutti, i reali obiettivi di tanta balordaggine non lo sono e tutti chiaccherano di “zar”, “dittatori” e “crimini di guerra” (peraltro indimostrati). E quali erano appunto gli obiettivi? Indebolire la Russia e impedire una maggiore integrazione economica fra quest’ultima e la UE. 

        "Questa" è verosimilmente la reale origine del disastro attuale, di cui fanno le spese Ucraini e Russi ma non gli Americani e tanto meno zelanti e ostinati cortigiani come Jens Stoltenberg o Ursula von der Leyen. Così semplice! Ma sembra che l’opinione pubblica europea non se ne renda conto, continuando a demonizzare Putin e ad acclamare un ex-attore, che anziché mandare al diavolo i suoi presunti amici atlantici e sedersi col cugino russo, adesso si è trovato un nuovo copione teatrale a livello planetario. Solo che è sempre meno convincente e la sua teatrale ostinazione nel reclamare armi e sempre più armi costa all'Ucraina morti e sempre più morti. 

       Una tragedia senza capo né coda, con dei mandanti americani impuniti almeno fin dai tempi di Bel Clinton (che promosse l'espansione anche per guadare voti, nonostante il parere contrario del suo Segretario alla difesa William Perry) e una delle balordaggini più insensate degli ultimi cinquant’anni. Non appare una coincidenza che l’impudenza in questione venga esercitata da una nazione in preda a giornalieri e insensati rigurgiti di violenza e massacri di serial killers che non trovano riscontro in qualsiasi altra nazione. Anziché curare la violenza di casa, gli USA si affannano ad innescarla in giro per il mondo. Come può una nazione afflitta da una violenza endemica e con quasi un centinaio di colpi di stato e cambi di regime pretendere di fare il supposto guardiano planetario della democrazia? Pura paranoia.

      Un altro esempio di impudenza, anche senza strascico di massacri, è quella offerta dal miserando spettacolo dell’attuale Primo Ministro inglese, il quale, non contento delle sue festicciole brexitiane  e del patetico salvataggio in extremis a Westminster, adesso sta innescando un altro pasticcio col progetto di revisione o annullamento del Protocollo Brexit sull’Irlanda del nord. Nel frattempo, invia anche armi e volontari in Lituania per inasprire ulteriormente le tensioni. Forse pensa di far ancora parte del defunto Impero britannico. Chissà. Inoltre, il Brexit, da lui demagogicamente promosso, continua ad anchilosare i flussi economici britannici da e per l'Europa. Cosa fanno i cittadini della Gran Bretagna per opporsi ai comportamenti buffoneschi e avventuristici di questo signore? Nulla o perlomeno non tanto da costringere i suoi fedelissimi ad invitarlo imperiosamente a dimettersi.

      Il caso delle fantomatiche e ben poco trasparenti ONG costituisce comunque il massimo dell’impudenza  spacciata per diritti umanitari. Da premettere che quello dei migranti rappresenta una delle ipocrisie più surreali e uno degli equivoci più esilaranti e masochistici del XXI secolo. Ipocrisia, perché i migranti siriani, per esempio, sono il frutto del disinteresse e dell’abulia dei benpensanti europei di fronte alla trasformazione della Siria in un campo di battaglia per interposte persone. Masochismo, perché l’ingresso di masse di individui in luoghi e culture anni luce distanti dai luoghi di provenienza dei migranti può solo sconvolgere equilibri secolari, acuire crisi economiche e, non ultimo, creare aspettative a mezza strada fra l’arroganza e nuovamente l’impudenza dei nuovi arrivati. Basta vedere cosa succede in Svezia, Norvegia o in altri Paesi europei, dove una scriteriata politica, cosiddetta umanitaria, ha creato sacche e veri e propri ghetti semi-anarchici ed emarginati, che verosimilmente si trascineranno per lunghi decenni senza apportare nulla al luogo di accoglienza.

      Considerando simili premesse, l'anarchica disinvoltura con cui le suddette ONG circolano nel Mediterraneo, rastrellando migranti e poi scaricandoli dove gli pare non è neanche più impudenza ma è da considerare un vero e proprio atto criminale. Se uno Stato perde la capacità di stabilire quando, come e se uno straniero può stabilirsi nel suo territorio, esso perde il suo più essenziale diritto sovrano, e chi mina tale diritto, commette un crimine. Né possono essere dei terzi, travestiti da enti umanitari a sovra-imporsi a tale diritto sovrano. E qui, il termine “stabilirsi” è usato a proposito. Non si tratta di viaggiatori di passaggio, arrivati con mezzi propri e quindi teoricamente capaci di mantenersi e poi di ripartire. Si tratta di individui “trasportati”, del tutto incapaci di mantenersi, fatalmente destinatati a rimanere nel territorio a carico dello Stato e le cui capacità di effettiva integrazione riguardano evidentemente un numero assai limitato, per non dire lillipuziano di costoro. I chiaccheroni e gli imbecilli di turno sorvolano su simili aspetti pratici ma sostanziali. Eppure, proprio tali aspetti e criteri dovrebbero guidare qualsiasi discussione sul tema. Invece, si assiste al coro degli irresponsabili che addirittura vorrebbero processare chi si oppone o ha tentato di opporsi all’arrivo di simili maree umane, che specialmente l’Africa sub-sahariana, ma non solo, sta esportando, in parte con la complicità dei barconi delle cosche ma in parte anche con le navi delle ONG. Da notare che l’Africa sub-sahariana ha il più alto tasso di fertilità al mondo.  Il problema degli argini anti-migranti, che fanno tanto scalpore fra i cretini, era del resto ben noto già agli antichi Egiziani. Tutta una serie di presidi militari erano infatti da essi disposti ai confini orientali, occidentali e a sud per impedire le infiltrazioni di nomadi e anche di negri, unica eccezione essendo i pigmei dell’Africa centrale, molto ricercati dai Faraoni come  portatori di buoni auspici. 

      Ritornando dunque alle ONG che impunemente sbarcano migranti lungo le coste del Mediterraneo, sorprende come esse non vengano regolarmente rispedite indietro, assieme ai loro carichi, verso i luoghi di partenza, se occorre, col presidio di mezzi militari. Sorprende inoltre come questo tipo di operazioni sia tollerato e le navi in questione non vengano regolarmente confiscate e armatori, proprietari e comandanti non vengano debitamente sottoposti a procedure  giudiziarie. La quasi timidezza e incredibile abulia di Stati come l’Italia a tale proposito è semplicemente stupefacente. Le operazioni in questione sono palesemente un attentato al diritto sovrano sulle coste e una bomba ad orologeria per il tessuto sociale ed economico di una nazione. Cosa fanno le autorità: accolgono! Accolgono e accolgono...E le navi ripartono indisturbate, pronte al prossimo carico. Sembra incredibile: decine di oligarchi russi, a cui non si può certo rimproverare di avere invaso fisicamente l’Ucraina, si sono visti confiscare senza tante cerimonie le loro navi, ma gli emittenti delle ONG sembrano inspiegabilmente esenti da tale destino. Perché? Il fatto che trasportino dei disgraziati, di cui le nazioni africane o altre si sbarazzano volentieri, non diminuisce la loro impudenza, il loro comportamento anarchico, il loro abuso dei diritti sovrani. Insomma, non elimina il fatto che costoro "sabotano" spavaldamente l’equilibrio sociale ed economico dell’Italia e di nazioni come la Spagna. E nessuno li ferma. Nessuno allontana le loro navi e nessuno ricorre a provvedimenti esemplari nei confronti di questi attentatori col mantello di Samaritani. 

        Un Paese che si comporta in questo modo è un Paese che non difende i suoi basilari diritti sovrani, e quindi che non si rispetta...Ma se è così, esso perde di credito.

Antonello Catani, 10 giugno 2022

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Newsletter


. . .