Il governo Meloni deve trovare trenta miliardi

Cara Meloni, luna di miele finita, adesso trova 30 miliardi di euro!

Il Governo va in vacanza sparando le ultime cartucce dell’ottimismo auto-celebrativo: la delega fiscale è la più grande riforma in mezzo secolo, ha sentenziato Giorgia Meloni; solo che se ne capirà la portata concreta tra un paio d’anni, intanto è già chiaro che sarà costosa e mancano le risorse non solo per la mitica flat tax, ma persino per eliminare un’aliquota contributiva. Lo dice con gran sincerità il viceministro Maurizio Leo che sta lavorando al rompicapo fiscale. Intanto oggi l’ultimo Consiglio dei ministri prevede un fritto misto dall’alto valore sociale come i taxi per gli sballati delle discoteche: lo dice, forse tra il serio e il faceto, Matteo Salvini che si occupa anche di aumentare gli stipendi per la società del Ponte. Sia chiaro è sempre un bene mandare la gente in vacanza con auguri di un meritato riposo.Ancor più quando si prevede una difficile ripresa. Il commento di Stefano Cingolani su Il Sussidiario.

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Tra Ue e Bce, i “nemici” esterni del Pil italiano

Meloni ha poco da sorridere, la crescita italiana si è fermata in primavera

L’inflazione scendere ma troppo lentamente (la media annua è del 6%, l’inflazione di fondo al 4,5% secondo Bankitalia) e solo l’anno prossimo dovrebbe tornare vicina all’obiettivo del 2%. Ciò vuol dire che i tassi d’interesse saliranno ancora: tra dieci giorni, giovedì 27, la Banca centrale europea deciderà un nuovo rincaro. Secondo Ignazio Visco, governatore fino a novembre, la corsa al rialzo si fermerà solo a fine anno. La politica monetaria, dunque, continua a dare una spinta al ribasso (...) La tenuta dell'economia dipende da alcuni fattori esogeni: la politica fiscale, la strategia della Bce e quella dell'Unione europea. Il bilancio pubblico italiano è in sofferenza, l'ultimo allarme viene da Paolo Savona (...) Se non arrivano i quattrini europei del Pnrr si apre un problema immediato di liquidità che costringerà a emettere nuovi titoli di stato aumentando così il debito che finora è in discesa in rapporto al Pil, ma resta al 140% superiore anche a quello greco e batte nuovi record in quantità (a maggio è arrivato a 2.817 miliardi aumentando di cinque miliardi nel corso del mese e di oltre 59 miliardi in un anno).Il commento si Stefano Cingolani su Il Sussidiario.

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Usa e Cina, i fili da riannodare che incrociano anche l’Italia

  • Pubblicato in Esteri

La Via della Seta, un altro poblema per Giorgia

La Reuters ha pubblicato gli ultimi dati sul commercio: le due maggiori economie mondiali restano strettamente legate l’una all’altra con scambi che hanno raggiunto il record di 690 miliardi di dollari l’anno scorso. Non solo, la Cina possiede una quota consistente del debito Usa in dollari: con circa 900 miliardi è il secondo detentore di titoli dopo i risparmiatori americani. Disincagliarsi è impossibile, cambiare i rapporti è molto difficile, ma inevitabile. Gli Stati Uniti, l’Europa (compresa la Gran Bretagna) camminano su un filo sottile, ancor più per l'Italia, che entro la fine dell'anno deve decidere se confermare oppure no il memorandum sulla Nuova Via della seta. La pressione del mondo degli affari per ridurre le tensioni è molto forte ovunque. Il commento di 'Stefano Cingolani su Il Sussidiario.

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