Nomine pubbliche, anche Renzi usa il Cencelli

Un gustoso articolo di Sergio Rizzo, sul Corriere della Sera, svela come si è giunti alle nomine ai vertici delle grandi aziende di Stato. Sembra che anche Matteo Renzi non sia sfuggito alla regola aurea che vuole la lottizzazione dei partiti nella scalata alla presidenza dell'Eni di Emma Marcegaglia, non solo, ma anche nelle altre scelte su Finmeccanica, ad esempio, la riconferma del poliziotto De Gennaro alla presidenza non sia estranea la pressione del Quirinale.

Retroscena sulle nomine ai vertici di Eni ed Enel

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Matteo Renzi ha vinto la sfida con i boiardi di Stato

Il premier Renzi è riuscito nell'impresa di cacciare dalle grandi aziende di Stato italiane manager quasi inamovibili perché protetti dai governi precedenti. Inoltre ha scommesso sull'inserimento di alcune donne come presidenti di Enei, Eni e Poste. Un articolo di Sergio Rizzo, sul Corriere della Sera, riferisce degli aspetti sicuramente positivi di questa rottamazione renziana, con alcune negatività.

Cambio della guardia ai vertici di Eni ed Enel

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Il rottammatore fa fuori Scaroni, Conti e Sarmi

Pochi in Italia pensavano fino a qualche giorno fa che il governo potesse spazzare via l'eredità degli Scaroni (Eni) e dei Conti (Enel), dei Sarmi (Poste) e dei Pansa (Finmeccanica). Tira aria nuova tra i boiardi di Stato. Nessuno sarà più sicuro di avere conquistato in via definitiva il posto di presidente o di amministratore delegato. Ecco a tal proposito un articolo di Francesco Manacorda su La Stampa

Nomine negli enti pubblici, la rivoluzione di Renzi

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