Per cosa si vota il 9 giugno

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Tutti i partiti in allarme per le prossime elezioni europee

Più che una mucca, al centro della war room europea c’è un toro, armato con atomiche, con milioni di soldati (potenziali), senza lo scrupolo di violare il diritto internazionale e gonfio di adrenalina testosteronica. Che piaccia o no, con questo animale imperialista gli europei, non solo gli ucraini, hanno e avranno a che fare chissà per quanto tempo. Purtroppo. Che piaccia o no alla maggioranza delle opinioni pubbliche continentali, la vittoria russa avrebbe conseguenze dirette sulle nostre economie. Come ce l’hanno i missili che gli Houthi lanciano sulle navi mercantili nello stretto di Bab el-Mandeb, all’ingresso nel Mar Rosso, sulla rotta marittima del canale di Suez che hanno già avuto effetti negativi nei supermercati sotto casa e sui prezzi dell’energia, a cominciare dal gas liquefatto degli Emirati che sostituisce il gas russo. E ovviamente sul nostro export: la Banca d’Italia ha valutato un crollo di almeno il sedici per cento delle esportazioni italiane. Il commento di Amedeo La Mattina su Linkiesta.

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L’impegno di Meloni per l’Ucraina e le difficoltà di governo

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Elezioni in Sardegna, una frana il destra-centro! In politica estera invece...

Giorgia Meloni definisce «incrollabile» il sostegno dell’Italia all’Ucraina nella resistenza all’aggressione russa. Nella sua maggioranza invece non è altrettanto incrollabile per la parte leghista, mentre Forza Italia è seriamente allineata alla linea del Partito Popolare europeo contro Mosca. Per sua fortuna la premier non deve passare dal Parlamento per ratificare l'accordo decennale firmato il 25 febbraio sulla sicurezza di Kyjiv (...) Non possiamo sapere quale e quanta coerenza manterrà la premier italiana, che è anche la leader dei Conservatori europei insieme ai polacchi, i più strenui avversari di Mosca. Avere scritto nell'accordo che i costi saranno coperti con il budget ordinario disponibile, senza alcun costo aggiuntivo per il bilancio dell'Italia, non è un bel segnale. Come non lo sono le parole di Antonio Tajani nelle ore in cui veniva firmato l'accordo. Il ministro degli Esteri ha detto che «il nostro accordo non sarà giuridicamente vincolante. Dal testo non derivano obblighi sul piano del diritto internazionale, né impegni finanziari. Non sono previste garanzie automatiche di sostegno politico o militare». Il commento di su Linkiesta.

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Il G7 è la grande occasione di Meloni: resterà sovranista?

La Meloni davanti ad un bivio

Lo scorso anno, al governo da pochi mesi, Giorgia Meloni era arrivata al G7 di Hiroshima circondata da sospetti e da quelle che lei stessa ha definito «fake news» della propaganda di sinistra. Ha dovuto commentare il richiamo «avventato» del premier canadese Justin Trudeau sui diritti civili come se in Italia fossero state introdotte misure coercitive sulla comunità Lgbtq. Oggi Giorgia Meloni presiede il forum dei Paesi liberi e industrializzati, è stata riabilitata grazie alla sua posizione filoatlantica e al rapporto personale e politico con Ursula von der Leyen, che sostiene nella riconferma alla guida della Commissione europea. Una presidenza che coincide con la campagna elettorale per le europee, nel momento più difficile per l’esercito ucraino, con l’uccisione di Alexey Navalny e il via libera alla missione europea Aspides nel Mar Rosso. Ecco, adesso le chiacchiere e i grandi progetti, per il momento senza soldi, come il Piano Mattei stanno a zero. La presidente del Consiglio dovrà dimostrare fino in fondo che le sue ambizioni di leader internazionale hanno vere radici occidentali, ben piantate a difesa dell’Europa. Il commento di Amedeo La Mattina su Linkiesta.

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