Mafia e turisti
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La mafia spiegata ai turisti è un piccolo libro che invita ad essere letto perché viene spontaneo chiedersi come mai un tema tanto difficile e “scottante” viene pensato e scritto per una divulgazione scorrevole e per un pubblico che oltrepassa i confini nazionali. L’ho trovato sugli scaffali del bookshop del Parco Archeologico dei Giardini Naxos in Sicilia, in quest’angolo di terra poco distante da Taormina e che si dice sia stato il primo insediamento greco nell’isola. Alcune risposte le individuiamo sul retro della copertina dove si scopre che il testo, alla sua seconda edizione, è stato già tradotto in inglese, francese, tedesco, spagnolo, giapponese, russo, esperanto, svedese, danese e polacco.
L’autore è Augusto Cavadi che tiene da anni conferenze e seminari, anche per gruppi stranieri, sul tema della mafia e dell’antimafia. Collaboratore stabile dell’edizione palermitana di Repubblica, è co-fondatore della scuola di formazione etico – politica “G. Falcone”. Ha scritto più libri sull’argomento, tra cui si cita: Strappare una generazione alla mafia. Lineamenti di pedagogia alternativa e A scuola di antimafia.
Nel piccolo volume gli interrogativi sul fenomeno mafioso sono provocatoriamente già in bocca allo studioso che apre il suo racconto con un aneddoto che rivela gli equivoci che possono nascere quando pensiamo ad esso. Uno fra questi: alcune scuole italiane hanno rifiutato il gemellaggio con istituti siciliani perché i genitori temevano che i loro figli potessero essere uccisi nelle strade di Palermo.
Più rischioso visitare invece città come Madrid, Londra o New York, spiega Cavadi. Non è mai accaduto che turisti vengano presi di mira da Cosa nostra. La mafia usa gli omicidi in maniera mirata, programmata, preferisce intimidire invece di uccidere. Si parla di pax mafiosa quando infatti il suo controllo sul territorio e sulle istituzioni è abbastanza solido.
La Storia mostra come essa si sia evoluta nel tempo e una periodizzazione già ritenuta valida dal Centro di Studi “Giuseppe Impastato”, individua tre fasi principali: la fase agraria che va dalla seconda metà dell’Ottocento agli anni Cinquanta del Novecento in cui ad essere colpiti erano soprattutto agricoltori e pastori, quella imprenditoriale degli anni Sessanta con la famosa speculazione edilizia e, la fase finanziaria, in cui i proventi delle attività illecite quali pizzo locale, commercio delle armi e traffico delle droghe, vengono investiti, con la consulenza decisiva di tecnici esperti, nei meccanismi finanziari internazionali.
La mafia ha saputo infiltrarsi nei differenti regimi politici. I mafiosi fiutano in tempo i cambiamenti di direzione del vento in politica. Per paradosso e, per la mafia il potere non ha odore. E come dice l’autore: “Se è vero che certi orientamenti tipici dei partiti e dei sindacati “progressisti” mal si conciliano con alcuni punti fermi del patrimonio culturale mafioso, ciò non ha escluso nel passato, né può escludere per l’avvenire, che mafiosi e filo-mafiosi tentino di infiltrarsi in organizzazioni di “sinistra” ogni qual volta si profili per queste la possibilità di passare dall’opposizione al governo”.
Cosa dire delle donne e del loro ruolo nell’organizzazione mafiosa? Qui l’autore cita il libro della studiosa Anna Puglisi: Donne, mafia e antimafia e ci offre alcune indicazioni, citando quelle donne che accompagnano fedelmente i mariti in latitanza, insegnano ai figli la tavola di valori mafiosa e partecipano allo spaccio di droga affrontando anche lunghi viaggi intercontinentali o, addirittura, sostituiscono i parenti maschi alla guida del clan. Ci sono tuttavia anche le donne che sono andate contro la mafia: tra queste particolarmente meritevoli coloro che, a partire dagli anni Settanta, pur provenendo da tradizioni familiari di stampo mafioso, si sono schierate dalla parte dello Stato e si sono inserite attivamente nel movimento antimafia.
Questo libro scandaglia in breve e in maniera efficace le ragioni e anche i numeri della diffusione della mafia, risalendo alla considerazione che l’uomo mafioso ha avuto e ancora ha nella società, dove viene “rispettato e considerato”.
La mafia ci sarà per sempre? Nel libro egli risponde con le parole che Giovanni Falcone aveva pronunciato in merito. Quali legami e similitudini ci possono essere fra essa e le altre associazioni criminali come Cosa nostra americana. Sacra Corona in Puglia, le Triadi cinesi … ?
La Mafia spiegata ai turisti non si rivolge solo a chi vive all’ombra della Tour Eiffel o sente quotidianamente i rintocchi del Big Ben o ancora a un ipotetico giapponese a cui si cerca di spiegare tale fenomeno in poche frasi. Esso si rivolge soprattutto alle persone più ignare : esse sono le nuove generazioni.
Dentro il fenomeno leggiamo i rapporti tra mafia e Chiesa dove spesso, come è stato anche detto, quest’ultima preoccupata in primis dei comunisti e dei protestanti, non ha capito la gravità dell’inquinamento civile e morale causato dai poteri illegali. Dalle due parti opposte del fiume troviamo i preti boss e i preti martiri. Fra gli ultimi rimane viva ancora la memoria di Don Pino Puglisi.
Chi vorrà approfondire troverà a fine libro tante indicazioni per poter acquisire maggiori conoscenze. Augusto Cavadi ricorda infine le tante associazioni e persone che sono impegnate attualmente nella lotta contro la Mafia, come ad esempio Il Centro Siciliano di Documentazione “Giuseppe Impastato”, tanti studiosi, enti universitari, associazioni come “Libera” … Il testo è stato stampato dalla casa editrice Di Girolamo.
Patrizia Lazzarin, 15 agosto 2024