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Il rinascimento di Boccaccio Boccaccino

di Patrizia Lazzarin

Per i 500 anni dalla morte dell’artista il Museo Diocesano di Cremona ospiterà dal 10 ottobre 2025 al 11 gennaio 2026, la prima mostra monografica su Boccaccio Boccaccino. Poco noto al grande pubblico, gli affreschi di questo artista nel duomo di Cremona raffiguranti gli episodî della vita della Vergine e di Cristo, assieme a quelli dei suoi collaboratori, formano uno dei cicli pittorici più importanti di tutto il Rinascimento italiano.

L’esposizione è organizzata dal Museo Diocesano di Cremona con la collaborazione della Soprintendenza ABAP per le province di Cremona Lodi e Mantova e il patrocinio del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali di Cremona dell’Università degli Studi di Pavia.

Boccaccio Boccaccino è uno dei principali esponenti della pittura dell’Italia settentrionale ed è tra i pochi artisti padani a cui Vasari abbia riservato lo spazio di una biografia nelle Vite. Il suo percorso artistico si svolse tra i ducati di Milano e Ferrara e la città di Venezia, dove divenne uno dei più significativi interpreti di Giorgione.

Adorazione dei pastori – olio su tavola – Boccaccio Boccaccino – 1501 – Modena, Galleria Estense

Luigi Lanzi lo definì «il miglior moderno fra gli antichi, e il miglior antico fra i moderni»; il suo ruolo di caposcuola tra i pittori cremonesi del primo Cinquecento è riconosciuto dalla storiografia artistica, nonostante, come si diceva sopra, la sua opera sia rimasta poco nota al grande pubblico.

L’idea di mostra scaturisce dalla recente acquisizione, da parte del Museo Diocesano di Cremona, di una tavola del Maestro, frammento di una pala d’altare un tempo nella chiesa di San Pietro al Po a Cremona, che rappresenta l’ultima sua opera, eseguita poco prima della morte. Con questa acquisizione il Diocesano di Cremona può vantare oggi il più cospicuo nucleo museale di opere di Boccaccino, che comprende il frammento di pala (restaurato) già citato, la stupenda Annunciazione Ludovisi, la Crocifissione e la Sacra famiglia con Maria Maddalena.

Boccaccio Boccaccino fu figlio di Antonio de Boccatiis, espertissimo ricamatore, originario di Cremona, ma che già dal 1465 aveva preso stabile dimora a Ferrara lavorandovi anche per conto degli Estensi. Il pittore nacque a Ferrara intorno al 1467, come testimonia Vasari (secondo il quale morì di 58 anni, fra il 1524 e il 1525). Probabilmente la sua formazione si iniziò a Ferrara guardando a Ercole Grandi e a Ercole de Roberti: ma a Venezia egli dovette perfezionare il suo stile presso i Bellini e Alvise Vivarini, lasciandosi ispirare da Giorgione, ma soprattutto seguendo Cima da Conegliano.

Accademia – Sposalizio di santa Caterina con i santi Rosa, Pietro e Giovanni Battista di Boccaccio Boccaccino

Nel 1497 egli era già famoso e grazie ad Antonio Costabili, oratore estense, giunse a Ferrara raccomandato al duca, come uno “de li primi maestri dell’arte sua”. Poco dopo più di un anno il pittore lavora con Lorenzo Costa, Lazzaro Grimaldi e Nicola Pisano nel cantiere della Cattedrale di Ferrara.  Ma a Ferrara non si ferma a lungo, e dopo il 1500 non si hanno più tracce di lui in quella città.

 Nel 1505 si trova a Cremona, dove decora l’abside del duomo e a Cremona pone in seguito la sua stabile dimora, dopo che, banditosi un concorso dalla Fabbrica del duomo per i grandi affreschi sovrastanti gli archi della navata mediana, egli vi opera dal 1515 al 1519, iniziandovi quella decorazione in cui il Romanino, il Pordenone, Altobello Melloni, G.F. Bembo dovevano misurarsi a gara con lui.

Attraverso prestiti di grande rilevanza, concessi da importanti istituzioni museali tra cui le Gallerie degli Uffizi, la Galleria Estense, il Museo di Capodimonte, il Museo Civico di Padova, il Museo Correr, la mostra ripercorre la vicenda artistica di Boccaccino dalle origini sino agli ultimi anni, dando conto della sua attività attestata a Ferrara, Genova, Milano, Venezia, Roma e Cremona, nella cui Cattedrale si conserva lo straordinario ciclo affrescato. Si potrà così comprendere il rilievo del pittore nel più ampio contesto del Rinascimento italiano tra la fine del XV e i primi tre decenni del XVI secolo.

San Matteo, Galleria degli Uffizi, Firenze

La direzione scientifica della mostra è affidata al dott. Francesco Ceretti (Università degli Studi di Pavia) e al dott. Filippo Piazza (Soprintendenza ABAP per le province di Brescia e Bergamo), coadiuvati da un comitato scientifico di alto profilo, che annovera il dott. Gabriele Barucca (già Soprintendenza ABAP per le province di Cremona Lodi e Mantova), il prof. Francesco Frangi (Università degli Studi di Pavia), la dott.ssa Maria Cristina Passoni (Pinacoteca di Brera), la dott.ssa Cristina Quattrini (Pinacoteca di Brera) e il prof. Marco Tanzi (Università del Salento).

19 giugno 2025

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