Quotidiano online

Racconti

Un semplice ritardo

di Agostino Roncallo

12 Febbraio 2040. Oggi la pandemia desta preoccupazione. Quando tutto era iniziato, vent’anni fa, la situazione era sotto controllo. C’era il vaccino e le estati trascorrevano all’insegna dell’ottimismo; c’erano feste nelle piazze, nelle strade, la nazionale di calcio aveva vinto il campionato europeo.

Mi domandavo all’epoca se i vaccini fossero davvero efficaci. I cosiddetti no-vax non mi preoccupavano più di tanto e i fatti, in questo senso, mi hanno poi dato ragione: sono morti tutti, in ospedale, chiedendo un vaccino quando ormai il loro tempo era scaduto. Quello che però non avrei mai immaginato è l’impotenza dei vaccini di fronte all’apparire di sempre nuove varianti del virus.

Inizialmente si disse che le dosi dovevano essere due ma pochi mesi dopo già era diventata necessaria la somministrazione di una terza dose. Non sembrava un problema. Ma le dosi rivelarono una efficacia di volta in volta più breve e il governo rese obbligatorie una quarta e una quinta dose.

Ma permaneva l’ottimismo. Il virus scomparirà, si disse, così come tanti altri sono scomparsi in passato; chi non ricorda la peste o il colera?

Arrivammo a fare il vaccino una volta al mese, poi una volta alla settimana. E funzionava, indubbiamente: medici molto attivi passavano di casa in casa per la somministrazione e i vaccinati si sentivano tranquilli, sicuri.

Anche io ero sicuro, e lo sono anche ora che la dose è giornaliera. Un giovane medico, gentile e rassicurante nei modi, suona ogni giorno alla mia porta e io mi compiaccio di tanta organizzazione. Ora sono qui e lo attendo, ma nessuno ha ancora suonato il mio campanello quest’oggi. Ma non mi preoccupo, si tratterà di un ritardo. Certamente sì, un semplice ritardo.

25 maggio 2025

LEAVE A RESPONSE

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *