di Patrizia Lazzarin

La rassegna “Da Botticelli a Mucha. Bellezza, natura, seduzione”, si è aperta in questi giorni ai Musei Reali di Torino, nelle Sale Chiablese. Possiamo qui approfondire le diverse forme di rappresentazione della bellezza nel corso dei secoli che, tra Rinascimento e primo Novecento, hanno trovato le più varie declinazioni.
Con oltre cento opere tra dipinti, disegni, sculture antiche e oggetti d’arte provenienti dai Musei Reali di Torino, dalle Gallerie degli Uffizi e da molte altre prestigiose istituzioni, l’esposizione mette in risalto magnifiche statue e bassorilievi archeologici di età romana per poi soffermarsi su Botticelli e Lorenzo di Credi – di cui vediamo a confronto due incredibili capolavori – e prosegue con opere rinascimentali. Un viaggio attraverso immagini e temi che riguardano il mito, toccano il fascino dell’antico, la natura e l’universo femminile, fino ad arrivare all’inizio del Novecento con le opere di Alphonse Mucha, maestro dell’Art Nouveau.
Tra i capolavori visibili, la Venere di Botticelli della Galleria Sabauda e la Giovane donna con l’unicorno di Luca Longhi da Castel Sant’Angelo. La mostra rivolge anche preziosi focus su figure femminili straordinarie quali la Contessa di Castiglione, figura emblematica di fine Ottocento, nobildonna di rara bellezza e seducente agente segreto, o ancora su principesse e regine di Casa Savoia. Verranno anche svelate, per la prima volta, le indagini diagnostiche realizzate sulla Venere di Botticelli, da cui si potranno scoprire i pensieri e i ripensamenti dell’artista.

Mucha, Primrose, 1899
Contestualmente, in occasione della mostra sarà esposto nel nuovo Spazio Leonardo, al primo piano della Galleria Sabauda, lo splendido Volto di fanciulla, disegno autografo di Leonardo da Vinci realizzato tra il 1478 e il 1485 circa, proveniente dalla Biblioteca Reale.
Prodotta dai Musei Reali di Torino e da Arthemisia, la mostra è curata da Annamaria Bava e sarà visitabile fino al 27 luglio 2025.
Bellezza, natura, seduzione rappresenta un viaggio attraverso la bellezza, considerata nelle sue varie sfaccettature. Con un taglio del tutto inedito e attraverso 11 sale e 10 sezioni, la mostra presenta oltre cento opere provenienti dall’immenso patrimonio dei Musei Reali di Torino, dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze e da altre prestigiose istituzioni e collezioni nazionali e internazionali, e mette in dialogo capolavori differenti per epoca, tipologia e provenienza.

UN VIAGGIO … FRA LE PRIME TRE SEZIONI DELLA MOSTRA
La prima sezione: “Nel segno di Venere” è dedicata a Venere, dea della bellezza e dell’amore, ma anche simbolo della forza generatrice della natura, soggetto tra i più rappresentati e celebrati dagli artisti di ogni tempo. Fra le varie opere esposte spicca la celebre Venere di Botticelli, oggi nella collezione Gualino della Galleria Sabauda, messa a confronto con la Venere di Lorenzo di Credi, in prestito dalle Gallerie degli Uffizi. La grande fortuna e la diffusione dei temi legati a Venere dall’antichità fino all’Ottocento è testimoniata da una selezione di oggetti preziosi e di dipinti, tutti appartenenti alle raccolte dei Musei Reali, in cui la dea è rappresentata nel momento della nascita, oppure con Cupido e amorini, associata simbolicamente a una colomba per celebrare l’amore, o ancora distesa mentre indirizza lo sguardo verso lo spettatore o nell’atto di contemplarsi allo specchio.
Nella seconda sezione: “Il mito di Elena” si declina il mito di Elena, simbolo di femminilità in tutta la cultura occidentale. Il potere di seduzione esercitato nei secoli da questo personaggio e gli avvenimenti legati al suo mito e alla guerra di Troia sono raccontati a partire dalle tavole tardo cinquecentesche di Lambert Sustris e da due splendidi arazzi di inizio Seicento della Manifattura di Bruxelles: il Rapimento di Elena ed Elena accolta dal re di Troia Priamo, tutti conservati in Galleria Sabauda, fino al raffinato gruppo scultoreo in marmo con Il ratto di Elena del 1738 di Francesco Bertos e all’elegante biscuit tardo settecentesco della Manifattura di Sèvres raffigurante Il giudizio di Paride, entrambi provenienti dalle collezioni di Palazzo Reale.

Poppi, Le Tre Grazie, 1570
Nella terza sezione: Le Tre Grazie compaiono le tre Grazie: Eufrosine (la Gioia), Aglae (lo Splendore) e Talìa (la Prosperità). Figlie di Zeus e della titanide Eurinome, dea di tutto ciò che esiste, le tre fanciulle sono state considerate fin dall’antichità la personificazione della bellezza e della grazia femminile, spesso associate a Venere e Cupido. Tra le opere presenti emergono tre disegni di Antonio Canova appartenenti alle collezioni della Biblioteca Reale: un nudo femminile, un gruppo di ninfe con un amorino e un disegno a carboncino, ritenuto uno dei più intensi tra gli i fogli che Canova disegnò per il celebre gruppo marmoreo de “Le Tre grazie”.
8 maggio 2025