La meritocrazia che la scuola non riconosce

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Dicono che un «watusso» di nome Kenyamuhungu, anni fa, riuscì a superare i 2,18 metri quando il record mondiale era di 2,03.L’asticella, però, non era omologata: niente primato. È sulla asticella eguale per tutti che puoi fare confronti. E proprio l’asticella, oggi, sarà protagonista a Palazzo Chigi: passerà infine, dopo scontri durissimi, l’idea d’un metro di valutazione trasparente dei nostri studenti, quindi della nostra scuola, per capire come è conciata? L'editoriale di Gian Antonio Stella sul Corriere della sera.

Invalsi, salviamolo!

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Il progetto sulla Buona Scuola rischia il flop

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Scuola: i 5 anni dopo le elementari sono in larga misura sprecati. Tant’è che nei test di confronto internazionale fatti al quarto anno di scolarità, l’Italia è significativamente sopra la media dei paesi considerati (IEA; si veda il rapporto del 2011); in quelli fatti ai ragazzi di 15 anni, alla fine della scuola dell’obbligo, l’Italia precipita molto al di sotto della media (OCSE-PISA 2012). Abbiamo bisogno, dopo le elementari, di un secondo ciclo quinquennale, unitario nel disegno, che rifletta un’identità culturale condivisa, con un punto di arrivo preciso per tutti, anche se magari seguendo percorsi flessibili e personalizzabili, che si concluda con esami nazionali, valutati in modo omogeneo sul territorio. Un editoriale di Salvatore Modica e Daniele Terlizzese su Il Sole 24 Ore. 

Matteo alle prese con una scuola riottosa

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